Si dice pronta per la presidenza francese Marine Le Pen, la leader del Front National nota per le sue posizioni anti europeiste.
La Francia di de Gaulle e Mitterrand, del Maggio ‘68, il pilastro dell’Europa e dei diritti umani è a un bivio. Il Front National, partito di casa Le Pen da sempre relegato all’estrema destra, esce dal recinto. Alle europee di maggio, dice per la prima volta un sondaggio, è al momento il primo partito.
Sono pronta per l’Eliseo,
dichiara immediatamente all’ANSA Marine Le Pen, la bionda erede del patriarca Jean-Marie, che in pochi anni ha sdoganato il partito, concentrandosi sull’esasperazione di una Francia sempre più barcollante. Non soltanto la crisi economica e l’insicurezza delle banlieue, problemi ormai noti, ma anche l’incapacità della classe politica di occuparsi dei problemi reali dei cittadini, hanno spianato la strada giorno dopo giorno al Fronte. Che, in un sondaggio Ifop per il Nouvel Observateur, si lascia alle spalle le cifre in ascesa da anni e le elezioni amministrative, localmente già stravinte nelle scorse settimane, per piazzarsi da solo in testa se i francesi votassero oggi.
Sondaggi: crolla la sinistra di Hollande
All’Europarlamento andrebbe una Francia lepenista con il 24% dei voti. Dietro, l’Ump al 22%. Profondo rosso per la gauche (19%) che soltanto 16 mesi fa festeggiava alla Bastiglia la "riconquista" dell’Eliseo con Francois Hollande. Di quest’ultimo e della sua quota di popolarità, si perdono le tracce. I francesi chiedevano decisioni per uscire dalla crisi e dalla depressione, mentre sono stati travolti dai dubbi e dalle esitazioni di un governo che per ora ha lasciato il segno soltanto con l’intervento in Mali, con la legge sul matrimonio gay e con il piglio "sarkozysta" del suo ministro dell’Interno, Manuel Valls: non a caso il più popolare del governo, impiegato a cacciare sui terreni del Fronte nazionale, alzando il tiro sui rom, sugli immigrati, sulla delinquenza.
Pericolo svolta antieuropeista in Francia
"E’ un campanello d’allarme", è il commento più gettonato oggi a Parigi da sinistra e destra all’unisono. Ma lo sfondo non è la Francia bensì l’Europa, in un Paese sempre più euroscettico e adesso capace di rivoltarsi contro Bruxelles. La Le Pen, che strategicamente non sbaglia un colpo, imputa ai "diktat" europei ai quali Parigi si piega e al rigore imposto dalla Germania tutti i mali di una Francia non più sovrana in casa sua. All’orizzonte, non si vede una capacità di reazione dei partiti tradizionalmente di governo. La destra sembra aver compreso che ormai non serve più demonizzare il Fronte, e Francois Fillon ha detto che in caso di ballottaggio Ps-Fn il voto dei suoi non dovrebbe più automaticamente andare ai socialisti ma "al meno fazioso" dei contendenti.
Il ritorno di Sarkozy?
Intanto l’ex premier Nicolas Sarkozy non nasconde più le sue ambizioni, soprattutto dopo il non luogo a procedere pronunciato nei suoi confronti nell’ambito delle indagini sull’affaire Bettencourt. Hollande e la sinistra di governo non riescono a invertire la curva del declino e dell’impopolarità. Il Fronte di Marine Le Pen, che alle europee 2009 aveva ottenuto solo il 6,34% dei voti, moltiplica per quattro e guarda avanti.
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