Euro/Dollaro: è folle movimento tra elezioni, crisi e incertezze

Federica Agostini

09/11/2012

Euro/Dollaro: è folle movimento tra elezioni, crisi e incertezze

Volge al termine oggi questa settimana che ha determinato il folle movimento del cambio Euro/Dollaro in tensione tra elezioni USA e crisi della zona Euro, frenato dalle forti incertezze che pesano tanto sull’Europa quanto sugli Stati Uniti. Durante gli ultimi giorni abbiamo assistito a strani e repentini cambiamenti di direzione sul mercato dell’EURUSD, segno evidente dell’indecisione degli investitori sulle forti incertezze che gravano sulle prime due potenze economiche mondiali e sulle loro rispettive valute.

Dal 5 al 9 novembre:

Lunedì, il cambio ha iniziato la settimana sulla scia dei non-farm payrolls pubblicati lo scorso venerdì, ma praticamente da subito il cambio EURUSD è entrato in una fase di forte indecisione dovuta sostanzialmente a due ragioni:
- le trattative che si stavano svolgendo nell’Eurozona tra Parlamento Greco e Troika (con i conseguenti dubbi e perplessità sull’ormai blasonato "Grexit"),
- il feroce testa a testa tra Romney ed Obama che mostrava sondaggi quasi alla pari.

Effetto Obama

Durante le ore elezioni ci è voluto poco a comprendere che Obama sarebbe stato eletto di nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, la notizia ha sparato il cambio EUR/USD fino alla zona del 1.2870, come se i mercati avessero deciso di attuare una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Obama, ormai ritenuto praticamente impossibilitato a risolvere il fiscal cliff e a trovare accordi con i Repubblicani.

Mentre l’Euro viaggiava al rialzo sull’effetto Obama, sono arrivati i dati dalla Germania (passati inosservati) che hanno avuto effetto soltanto dopo, quando come una doccia ghiacciata è stata riportata la notizia che il presidente della BCE, Mario Draghi, avesse commentato il fatto dicendo, in breve, che la zona Euro sta perdendo il suo motore economico e, anche se fino ad oggi la Germania ha reagito positivamente al contesto critico in cui è immersa, non può dirsi immune alla crisi.

Effetto crisi

Giù, il cambio EURUSD ha violentemente invertito la rotta verso nuovi minimi, per poi attendere l’intervento della BCE di ieri ed entrare nuovamente in una fase di "lotta" tra compratori e venditori. Di fatto, la BCE non ha introdotto cambiamenti, anzi ha confermato che la zona Euro non si riprenderà nel breve termine, ma a questo punto sembra che tale notizia sia già data per scontata sul mercato: cioè se la zona Euro si riprende o se va a picco verso la distruzione, è una notizia, che stia stagnante nell’immobilità economica è ormai un dato di fatto?

Questa mattina, il cambio EUR/USD sembrava viaggiare (con molta moderazione) verso il rialzo, anche se parlando di market mover, i dati sulla produzione industriale in Francia al -2.7% contro -0.9% stimato, potrebbero continuare a spingere sull’Euro (ora in zona 1.2760), soprattutto se lo stesso indice, previsto per l’Italia più tardi, dovesse confermare una nuova contrazione, peggiore di quella prevista dagli analisti. Nel pomeriggio, invece, dagli Stati Uniti ci saranno due market mover dalla University of Michigan. (Calendario Economico)

Unione, Recessione, Disintegrazione = Indecisione

Sembra, dunque, che il cambio EUR/USD viaggi nella profonda indecisione. Gli Stati Uniti (per come sono adesso le cose) rischiano seriamente la recessione a partire da 2013, mentre nella zona Euro sembrano essersi fermate le tante trattative e le tante questioni sulla maggiore integrazione necessaria a superare la crisi. Se non si parla di integrazione, in queste condizioni, è inevitabile pensare alla distruzione, no?

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