Euro 2021, aumentano i focolai Covid: l’errore della UEFA

Alessandro Cipolla

28 Giugno 2021 - 09:58

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Dopo il caso dei tifosi della Finlandia, anche in Danimarca è stato riscontrato un focolaio Covid collegato a Euro 2021: l’errore della UEFA nel confermare l’edizione itinerante.

Euro 2021, aumentano i focolai Covid: l’errore della UEFA

Aumentano i casi di positività al Covid tra i tifosi che hanno assistito alle partite di Euro 2021. Colpa della variante Delta, che di recente ha fatto impennare i contagi in diversi Paesi del Vecchio Continente.

Emblematica la situazione che si sta vivendo in Russia, dove nelle ultime 24 ore ci sono stati oltre 20.000 nuovi casi e quasi 600 morti a causa del Covid. A San Pietroburgo, una delle undici città che ospitano questi Europei di calcio, venerdì scorso sono stati 107 i decessi.

Non sarebbero così un caso i 120 tifosi della Finlandia risultati positivi al momento del ritorno in patria dopo aver assistito a un match proprio a San Pietroburgo. Il numero dei contagi è però destinato a salire, visto che in molti ancora devono effettuare il tampone.

Allarme variante Delta anche a Copenaghen, altra sede di Euro 2021, dove una ventina di persone che hanno assistito all’incontro Danimarca-Belgio sono ora positive. Molti dei supporter danesi che erano presenti alla partita, poi si sono recati ad Amsterdam per la sfida contro l’Olanda.

Copenaghen adesso ospiterà l’ottavo di finale tra Spagna e Croazia, mentre a San Pietroburgo il prossimo 2 luglio andrà in scena uno dei quarti di finale, non quello dell’Italia che contro il Belgio giocherà a Monaco di Baviera.

Contagi Covid a Euro 2021: le colpe della UEFA

In questa edizione del campionato europeo, già slittata di un anno causa pandemia, purtroppo non sembrerebbero mancare i contagi sia tra i giocatori sia tra i tifosi che, anche se in percentuale ridotta, sono tornati ad affollare gli impianti.

La UEFA nonostante il problema delle varianti, ha voluto confermare questa versione itinerante degli Europei con undici città, tra rinunce e sostituzioni, che alla fine stanno ospitando gli incontri.

Da Baku a Roma passando per Glasgow e Siviglia, tifosi e squadre stanno vagando per l’Europa proprio nel momento in cui la temuta variante indiana, ora rinominata Delta, si sta diffondendo anche nel Vecchio Continente.

Nei mesi scorsi, la UEFA ha stabilito che le città chiamate a ospitare gli incontri devono aprire gli stadi almeno per il 25% della propria capienza, pena l’esclusione. Roma alla fine ha dato il suo disco verde dopo un intervento diretto di Mario Draghi.

Proprio il Presidente del Consiglio, di recente ha chiesto che la final four di questi Europei non si svolgesse a Londra visto l’alto numero dei contagi nel Regno Unito. Una richiesta subito rilanciata anche da Angela Merkel, ma la UEFA ha fatto subito muro memore del ruolo fondamentale di Boris Johnson nel far naufragare il progetto della Superlega.

Calcio e politica così tornano a intrecciarsi, ma questa volta c’è anche il Covid a rappresentare il classico convitato di pietra: la speranza è che tra qualche mese, di Euro 2021 ne dovremo parlare soltanto per quello che è accaduto all’interno del rettangolo verde di gioco.

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