Elezioni USA 2012: cosa accadrebbe se vincesse Romney?

Daniele Sforza

06/11/2012

Elezioni USA 2012: cosa accadrebbe se vincesse Romney?

Finalmente ci siamo, il 6 novembre, giorno delle elezioni USA 2012, è arrivato. Mitt Romney e Barack Obama sono appaiati al 48%. Alcuni Stati, secondo i sondaggi, hanno già deciso a chi dare il proprio voto. Altri sono ancora indecisi e saranno loro i principali arbitri delle elezioni USA.

Chi vincerà? Romney o Obama? Solo qualche mese fa pensavamo che la vittoria dell’attuale presidente fosse scontata, ma adesso le cose sono cambiate. Romney ha recuperato molto terreno e sembra aver convinto gran parte della popolazione americana che le politiche di Obama sono fallimentari. Ma cosa succederebbe se vincesse Mitt Romney? Come cambierebbe la politica monetaria USA? Cosa cambierebbe in politica estera? E come muterebbero i rapporti con l’Europa? Andiamo a prefigurare questo scenario, punto per punto.

Politica estera

Romney come un nuovo Bush jr.? In molti temono ciò: un isolazionismo degli Stati Uniti, un riavvicinamento a Israele e un conseguente riaccendersi dei conflitti con il Medio Oriente, che porterebbe a un livello molto elevato il rischio di nuove guerre. Seguirebbe dunque un potenziamento della sicurezza statunitense.

L’apertura verso il mondo esterno inaugurata da Barack Obama, con conseguenti ottimi rapporti commerciali con gli altri Paesi, verrebbe meno e il primo Paese a farne le spese sarebbe la Cina.

Anche i rapporti con l’Europa si deteriorebbero. L’Europa, infatti, sembra stare dalla parte di Barack Obama, per proseguire quel rapporto collaborativo che c’è stato finora. Romney, sotto questo aspetto, è un’incognita, ma ha già fatto capire dai suoi discorsi che non sarà molto comprensivo nei confronti dei Paesi deboli dell’Eurozona e delle misure di salvataggio a loro riservate e che gli Stati Uniti dovranno cambiare direzione "se non vogliono fare la fine di Italia e Spagna".

Tuttavia è anche vero che in un periodo di recessione, cattivi rapporti con l’Europa e con gli altri Paesi porterebbero conseguenze piuttosto gravi a livello economico, ma c’è chi ritiene che Romney sia totalmente inadatto a gestire l’attuale situazione in cui verte il Paese.

Economia USA

Sull’economia Mitt Romney ha praticamente basato quasi tutta la sua campagna elettorale. Le prospettive fanno dedurre un mantenimento delle tasse attuali e una semplificazione della burocrazia: ma ciò verrebbe compensato da un pesante taglio al welfare, perseguendo il sentire comune dei repubblicani. Il taglio al welfare sarebbe caldeggiato anche dal vice di Romney, Paul Ryan, che appartiene alla componente più ideologica dei repubblicani. La strada verrebbe dunque riaperta a un forte individualismo e una concorrenza e competizione sia a livello nazionale sia a livello internazionale (in breve, chi ha più capacità ce la fa).

Romney, inoltre, estenderebbe i tagli fiscali varati da Bush jr., interrotti durante questi 4 anni. La ricetta di Romney per il rilancio dell’economia, perciò, equivarrebbe a una riduzione delle tasse e una forte riduzione dello stato sociale.

A livello di economia interna, una vittoria di Romney porterebbe giovamento alla Difesa e al settore bancario: le banche infatti, forti della promessa relativa alla cancellazione della Dodd Frank (la legge che riduce l’operatività degli investimenti finanziaria), tifano per il repubblicano. Anche il settore energetico gioverebbe di una vittoria di Romney, ma non quello "verde", in gran parte deluso anche dalle politiche di Obama, bensì il settore petrolifero.

Romney, infine, assicura l’abolizione dell’Obamacare ed è favorevole alla privatizzazione del programma Medicare, l’assistenza pubblica per gli over 65, al fine di ridurre la spesa di oltre 5mila miliardi di dollari.

Politica monetaria

Romney risulta assolutamente contrario alle misure di politica monetaria adottate da Obama e Bernanke. Quest’ultimo supporta Obama e qualora Romney dovesse essere eletto potrebbe dimettersi da subito, generando una spirale di conseguenze al momento difficili da decifrare (ma non certo positive) sui mercati. Romney spinge anche per un controllo maggiore dell’inflazione.

Dopo un esordio incerto e caotico, verrebbe fuori una nuova figura di investitore, "molto più attento al controllo dell’inflazione e più incline a promuovere una politica monetaria maggiormente restrittiva", come dichiarano gli analisti di IG, Filippo Diodovich e Vincenzo Longo. A seguito di ciò la crescita dei prezzi potrebbe "rallentare notevolmente, attestandosi tra l’1,2-1,8% nel triennio 2014-2016".

Wall Street

A Wall Street si attendono scossoni, sia nel caso vincesse Romney, sia nel caso vincesse Obama. All’azionario piace il repubblicano, e in caso di vittoria, i listini registrerebbero un aumento. Tuttavia, è storicamente accertato che nel caso di vittoria di un repubblicano i listini salirebbero solo nel breve termine.

Quotazioni Oro e Petrolio

A seguito di un’inflazione più bassa, qualora dovesse vincere Romney, il prezzo dell’oro dovrebbe drasticamente calare. Lo stesso discorso varrebbe per le quotazioni del greggio americano, vista l’eventuale crescita della domanda.

Fiscal Cliff

Chi vincerà dovrà affrontare l’incubo del Fiscal Cliff. Non cambierà nulla a tal riguardo: l’agenzia di rating Egan-Jones ha fatto sapere che il rating USA sarà comunque in bilico, sia nel caso vinca Romney, sia nel caso vinca Obama.

Diritti

Romney ha già espresso la sua contrarierà rispetto ai matrimoni gay e si pone dalla parte del Marriage Act, ovvero la legge che difende la famiglia tradizionale.
Brutte nuove anche per i contraccettivi, le cui spese verrebbero eliminate dall’assistenza medica.

Romney è anche contrario all’aborto, anche in caso di stupro.

Sul fronte immigrazione, Romney promette una dura battaglia contro i clandestini, andando a rafforzare la difesa ai confini con il Messico, ed è favorevole alla legge anti-clandestini dell’Arizona, ovvero quella legge che consente di fermare e controllare un passante solo a seconda dei suoi tratti somatici.

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