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Elezioni USA 2012: cosa accadrebbe se vincesse Obama?

martedì 6 novembre 2012, di Daniele Sforza

Barack Obama è ancora il favorito, visto il leggero vantaggio che lo distanzia da Romney, ma soprattutto visto il numero di grandi elettori che è riuscito a conquistare. Secondo alcune statistiche, Obama sfonderà la soglia dei 300 grandi elettori (la quota da superare è 270), mentre negli swing States più decisivi (Florida e Ohio) sembra ancora in vantaggio.

Obama ha lasciato da qualche parte il carisma e l’appeal che hanno decretato la sua elezione 4 anni fa, ha convinto parte degli americani, ne ha delusi molti altri: alcuni temi chiave della sua campagna elettorale 2008 li ha messi un po’ da parte (come la "green economy"), ma si è trovato a fronteggiare una delle più gravi crisi economiche che la storia americana ricordi. Ha mutato il claim da "Yes, we can!" a "Forward", "Avanti", per dare una linea di continuità con la sua politica e le sue idee. Cosa accadrebbe se vincesse Obama? Come cambierà l’America? Andrà davvero avanti oppure farà qualche passo indietro, barcollando sull’orlo di quel baratro chiamato Fiscal Cliff? E come si comporterà la Borsa in caso di una sua rielezione? Andiamo a prefigurare questo scenario, punto per punto.

Politica estera

L’America non è più lo strenuo difensore del mondo: il periodo è troppo delicato per far sì che gli Stati Uniti si sobbarchino il peso delle crisi estere. E’ il segnale emblematico della caduta del nuovo impero romano? Molti americani temono di sì, ma altri sono convinti che il peso di Obama in materia è stato rilevante allo scopo di allontanare attacchi e scialacquare soldi in inutili guerre che sembrano non finire mai. Gli attentati alle ambasciate americane hanno crinato il fronte sicurezza degli Stati Uniti e scoperto un fianco all’amministrazione Obama, ma tempo alcune settimane la questione è diventata un ricordo. Il mondo sta mutando e l’impressione è che Obama non voglia intervenire, ma sicuramente vuole guardare, controllare, monitorare cosa sta succedendo. Non vige più il motto: "Prima attacco, poi chiedo", ma l’esatto contrario.

L’America è chiamata a difendere se stessa e su questa strada proseguirà: stretti contatti con l’Onu sulle crisi locali, sanzioni contro l’Iran, critiche agli atteggiamenti aggressivi di Israele. Con un occhio costante e attento rivolto nei confronti della Cina, la più temibile e agguerrita concorrente sul fronte economico.

Anche i rapporti con l’Europa proseguirebbero sulla stessa linea condotta fin qui: i leader dell’Europa tirerebbero un sospiro di sollievo, visto che non dovrebbero ricominciare daccapo a stringere rapporti e cercare alleanze con un uomo nuovo e soprattutto considerato da molti poco avvezzo ai rapporti diplomatici e alla politica estera in generale.

Economia USA

In caso di rielezione Obama perseguirebbe nella strenua difesa del welfare: ciò verrebbe compensato con un aumento delle tasse, soprattutto per quanto riguarda le fasce più ricche della popolazione. L’aumento delle tasse comporterebbe anche un ingente investimento di risorse sull’istruzione. A farne le spese la Difesa, con tagli fino a 500 miliardi.

Della rielezione di Obama ne gioverebbero il settore tecnologico e automobilistico e anche il comparto della green economy tirerebbe un sospiro di sollievo, ma con riserve, visto che negli ultimi discorsi e dibattiti con Romney il capitolo sulle energie pulite è stato solo superficialmente toccato, quando è stato affrontato.

Politica monetaria

Bernanke rimarrebbe al suo posto in caso di rielezione di Obama. Secondo Filippo Diodovich e Vincenzo Longo di IG, Obama lotterà per una proroga almeno al 2015 della politica monetaria dei tassi zero. Con ciò, "si prevede che vi potrebbe essere una spinta al rialzo dell’inflazione, che passerebbe in 3/6 mesi dall’attuale 2% al 2,5-2,8% annuo".

I problemi sorgerebbero qualora ci sia, come da più parti previsto, una semi-vittoria al Congresso, con i repubblicani che respingerebbero continuamente le misure proposte dal duo Obama-Bernanke.

Wall Street

Wall Street subirà degli scossoni, sia qualora vincesse Romney, sia qualora vincesse Obama. Se quest’ultimo dovesse essere rieletto, è molto probabile che i listini reagiranno in negativo nelle prime sedute. Storicamente, tuttavia, la conferma del presidente in carica e l’elezione di un presidente democratico hanno portato sempre buoni risultati a lungo termine per i listini.

Quotazioni Oro e Petrolio

Con una rielezione di Obama, le quotazioni dell’oro potrebbero esponenzialmente aumentare, poiché sarebbero previsti prezzi in crescita.
Stesso discorso vale per le quotazioni del greggio americano.

Fiscal Cliff

L’agenzia di rating Egan-Jones ha già fatto sapere che l’elezione di Romney o la rielezione di Obama non cambierebbero di una virgola la questione del rating USA, che resterebbe sempre in bilico. L’unica speranza, nel caso di una rielezione di Obama, sta nel fatto che il presidente in carica abbia già pensato a misure convincenti e proficue per allontanare l’incubo del downgrade.

Diritti

Obama è favorevole alla parità dei diritti uomo-donna, favorendo un egual trattamento salariale.
E’ invece contrario anche alle politiche di Romney, per quanto riguarda aborto e contraccettivi, scelte queste che stimolano ulteriormente l’elettorato femminile a rieleggerlo.

Inoltre Obama risulta favorevole ai matrimoni gay ed è pronto ad abolire la legge federale che riconosce solo la validità della famiglia tradizionale.

Sul fronte immigrazione, invece Obama è pronto a proporre una riforma che permetta ai figli di genitori immigrati sprovvisti di documenti regolari di godere di uno status legale qualora vengano iscritti al college o entrino nell’Esercito. Per ciò che concerne la legge-clandestini dell’Arizona, Obama è totalmente sfavorevole, in quanto la ritiene una legge profondamente "razzista".

Se vuoi sapere cosa succederebbe se vincesse Romney, leggi l’approfondimento su Forexinfo.

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