Elezioni “farsa” in Bielorussia: Lukashenko fa fuori gli avversari e non invita l’OSCE a vigilare

Alessandro Cipolla

16/07/2020

05/07/2021 - 16:45

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Il prossimo 9 agosto si terranno delle elezioni presidenziali in Bielorussia dall’esito scontato: Alexander Lukashenko per i sondaggi, da lui autorizzati, sarebbe all’82% con i suoi principali avversari non ammessi al voto, mentre l’OSCE ha fatto sapere di non essere stata invitata a vigilare.

Elezioni “farsa” in Bielorussia: Lukashenko fa fuori gli avversari e non invita l’OSCE a vigilare

Rischiano di essere una farsa le elezioni presidenziali in Bielorussia che si terranno domenica 9 agosto, con Alexander Lukashenko che si avvia verso il suo sesto mandato consecutivo.

Non è un caso che la Bielorussia viene definita l’ultima “dittatura” a essere presente in Europa, con Lukashenko che da 26 anni è alla guida del Paese ovvero da quando per la prima nel 1994 si tennero per la prima volta delle elezioni libere.

Quelle del 9 agosto però sembrerebbero essere tutto tranne che delle “elezioni libere”, visto che il presidente ha di fatto escluso dal voto i sue due principali oppositori (uno di questi è ora in prigione) oltre a esercitare un controllo praticamente totale sui vari media.

Nei mesi scorsi, la Bielorussia era salita alla ribalta per essere stato l’unico Paese europeo a non decretare un lockdown a causa del coronavirus, con Lukashenko che ha sempre minimizzato la reale portata dell’epidemia.

Resta il fatto che il Paese a fronte di poco più di 9 milioni di abitanti ha avuto finora 65.000 casi di coronavirus e 480 morti, anche se resta da capire quale possa essere l’attendibilità di questi dati.

Le elezioni in Bielorussia

La mancanza di trasparenza nel processo di verifica delle firme a sostegno dei candidati alla presidenza della Bielorussia - ha dichiarato l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza UE Josep Borrell - mina la fiducia nel processo di registrazione della Commissione elettorale centrale”.

Parole queste di Borrell dettate dal fatto che l’OSCE, gli Osservatori della Sicurezza europei, non è stata invitata a verificare che le elezioni presidenziali in Bielorussia si svolgano nel modo più corretto possibile.

Le premesse del resto a riguardo non sembrerebbero essere delle migliori. La Commissione elettorale centrale ha respinto infatti le candidature di Viktor Babariko e Valery Tsepkalo, i due principali oppositori del presidente.

Babariko in particolare, che da un mese è in carcere per una controversa accusa di riciclaggio di denaro, evasione fiscale e corruzione, aveva ottenuto il sostegno di 400.000 firme alla sua candidatura.

Non sono state poche infatti le proteste di piazza negli ultimi mesi, tutte duramente represse dalle Forze dell’Ordine che hanno effettuato diversi arresti tra gli attivisti, con i manifestanti che paradossalmente sono scesi in strada con le mascherine come atto di sfida verso il governo, praticamente il contrario di quanto accade da noi.

Nei giorni scorsi è stato diramato l’unico sondaggio autorizzato dal governo, che indica Alexander Lukashenko nettamente in vantaggio con la percentuale plebiscitaria dell’82,6%, staccando i suoi avversari che comunque non sono stati ammessi al voto.

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