Da qualche tempo ormai si parla dello shale gas (in italiano, gas da argille), il metano che si sta estraendo con le tecniche non convenzionali della fratturazione idraulica del sottosuolo e che ha fatto irruzione nello scenario energetico negli ultimi tre anni, cambiando radicalmente il mercato energetico degli Stati Uniti d’America e segnando quello del resto del mondo. Il nostro continente si è mostrato sempre molto cauto sulla questione, perché nonostante in vantaggi che da ciò potrebbero derivare, bisogna comunque considerare che il territorio è denso di popolazione, quindi i rischi ambientali sarebbero dietro l’angolo.
La posizione dell’Italia
E l’Italia? Dapprima il nostro paese si era mostrato nettamente contrario a questa idea; infatti, nella "Strategia energica nazionale", si diceva "Dobbiamo sfruttare le nostre cospicue riserve metanifere, ma non con questa tecnologia". Ma le cose potrebbero cambiare; i benefici che l’Italia potrebbe infatti guadagnare da questa rivoluzione energetica non sarebbero affatto pochi, anzi.
Ha parlato a tal proposito la società CDP, Cassa Depositi e Prestiti, che ha dichiarato,
E così il nostro fattore di debolezza strutturale dovuto alla nostra dipendenza record dal metano potrà essere trasformato in un fattore di forza; è importante evidenziare come il gas naturale liquefatto, il gnl, possa contribuire in prospettiva a superare la regionalizzazione che ancora oggi contraddistingue il mercato internazionale del gas, caratterizzato da diverse zone di formazione del prezzo, con dinamiche di domanda e offerte di fornitura estremamente disomogenee tra loro.
Si potrebbe fare ancora di più
Il rapporto di CDP continua,
L’attuale dotazione infrastrutturale appare sostanzialmente adeguata a supportare l’evoluzione attesa dei consumi interni. Tuttavia, qualora si volessero perseguire gli obiettivi strategici di più ampio respiro, trasformando l’Italia in una piattaforma per il gas diretto nell’Europa centro-meridionale, sarebbe necessario un significativo potenziamento della capacità di importazione e di stoccaggio.
La realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione, di gasdotti in grado di connettere l’Italia ai promettenti bacini del medio Oriente del Caspio, di capacità di contro-flusso verso il nord, di capacità di stoccaggio addizionale consentirebbe infatti di assicurare una progressiva diversificazione delle fonti di approvvigionamento in concorrenza tra loro e un aumento dei volumi scambiati alla borsa del gas. Questi due fattori renderebbero il mercato più liquido, contribuendo a far emergere un segnale di prezzo legato agli equilibri di domanda e offerta, incrementando la competitività del mercato e innescando un processo di convergenza con gli altri paesi Ue.
Sarà dunque questo il futuro energetico del nostro paese?
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