Ecco come l’Italia può diventare ricca: spazio alla rivoluzione energetica

Erika Di Dio

9 Aprile 2013 - 14:20

Ecco come l’Italia può diventare ricca: spazio alla rivoluzione energetica

Da qualche tempo ormai si parla dello shale gas (in italiano, gas da argille), il metano che si sta estraendo con le tecniche non convenzionali della fratturazione idraulica del sottosuolo e che ha fatto irruzione nello scenario energetico negli ultimi tre anni, cambiando radicalmente il mercato energetico degli Stati Uniti d’America e segnando quello del resto del mondo. Il nostro continente si è mostrato sempre molto cauto sulla questione, perché nonostante in vantaggi che da ciò potrebbero derivare, bisogna comunque considerare che il territorio è denso di popolazione, quindi i rischi ambientali sarebbero dietro l’angolo.

La posizione dell’Italia

E l’Italia? Dapprima il nostro paese si era mostrato nettamente contrario a questa idea; infatti, nella "Strategia energica nazionale", si diceva "Dobbiamo sfruttare le nostre cospicue riserve metanifere, ma non con questa tecnologia". Ma le cose potrebbero cambiare; i benefici che l’Italia potrebbe infatti guadagnare da questa rivoluzione energetica non sarebbero affatto pochi, anzi.

Ha parlato a tal proposito la società CDP, Cassa Depositi e Prestiti, che ha dichiarato,

E così il nostro fattore di debolezza strutturale dovuto alla nostra dipendenza record dal metano potrà essere trasformato in un fattore di forza; è importante evidenziare come il gas naturale liquefatto, il gnl, possa contribuire in prospettiva a superare la regionalizzazione che ancora oggi contraddistingue il mercato internazionale del gas, caratterizzato da diverse zone di formazione del prezzo, con dinamiche di domanda e offerte di fornitura estremamente disomogenee tra loro.

Si potrebbe fare ancora di più

Il rapporto di CDP continua,

L’attuale dotazione infrastrutturale appare sostanzialmente adeguata a supportare l’evoluzione attesa dei consumi interni. Tuttavia, qualora si volessero perseguire gli obiettivi strategici di più ampio respiro, trasformando l’Italia in una piattaforma per il gas diretto nell’Europa centro-meridionale, sarebbe necessario un significativo potenziamento della capacità di importazione e di stoccaggio.

La realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione, di gasdotti in grado di connettere l’Italia ai promettenti bacini del medio Oriente del Caspio, di capacità di contro-flusso verso il nord, di capacità di stoccaggio addizionale consentirebbe infatti di assicurare una progressiva diversificazione delle fonti di approvvigionamento in concorrenza tra loro e un aumento dei volumi scambiati alla borsa del gas. Questi due fattori renderebbero il mercato più liquido, contribuendo a far emergere un segnale di prezzo legato agli equilibri di domanda e offerta, incrementando la competitività del mercato e innescando un processo di convergenza con gli altri paesi Ue.

Sarà dunque questo il futuro energetico del nostro paese?

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