Il report realizzato da Openpolis e Oxfam: fondi destinati ai Paesi meno sviluppati dirottati in “casa” per l’accoglienza migranti
L’Italia aumenta i fondi destinati alla cooperazione e allo sviluppo destinati ai Paesi poveri ma in gran parte sono spesi in casa.
Secondo l’ultimo report dell’associazione Openpolis - realizzato in collaborazione con Oxfam - molte delle risorse vengono, infatti, dirottate sul fronte dell’accoglienza e quindi utilizzate all’interno dei confini nazionali.
Quanto arriva, dunque, davvero nelle aree sottosviluppate del mondo rispetto alle cifre stanziate?
Cresce la quota legata all’accoglienza
Il report di Openpolis e Oxfam ha un titolo emblematico: “Il budget oscuro tra cooperazione e migrazione” e descrive uno scenario abbastanza dettagliato.
Intanto, nel 2016, il nostro Paese ha aumentato i finanziamenti per l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps), mettendo a disposizione quasi 4 miliardi e mezzo.
Si tratta di soldi che dovrebbero servire a finanziare progetti in aree povere del mondo, ovvero nei cosiddetti Ldcs (Least developped countries).
Di quella cifra, sottolinea l’associazione, il 37% però è stato speso in casa e non in Paesi poveri. Basti pensare che dal 2011 al 2016 i fondi italiani per i paesi Ldcs sono diminuiti del 71%.
“L’obiettivo di arrivare a destinare all’aiuto pubblico allo sviluppo lo 0,30% del proprio reddito nazionale lordo entro il 2020 è ormai a portata di mano, stando allo 0,27% già raggiunto nel 2016. Tuttavia negli ultimi anni una quota crescente è stata spesa nei paesi donatori per l’accoglienza dei rifugiati, gonfiando a livello solo contabile i fondi della cooperazione, ma di fatto sottraendo risorse a progetti e attività a favore dello sviluppo nei paesi più poveri”
si legge nel report.
Non è la strada giusta
Al contrario, molto sostanziosa è la cifra destinata all’accoglienza dei rifugiati, versante che ha fatto registrare un aumento dei fondi del 63,4% solamente nel 2016, quando la cifra è lievitata dai 960 milioni di euro dell’anno precedente a 1 miliardo e 570 milioni.
Ma il trend italiano segue ciò che accade in tutto il resto del mondo visto che nel 2016 anche l’Aps mondiale è cresciuto superando i 154 miliardi di euro e registrando un balzo del 5% rispetto al 2015.
Allo stesso modo, però, è diminuita la quota destinata a essere spesa negli Ldcs.
Sul fronte europeo, la cifra è infatti scesa da 9,7 miliardi di euro a 8,5 miliardi di euro in un anno mentre la voce di bilancio relativa soprattutto ai costi sostenuti per l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo nei paesi donatori è più che raddoppiata negli ultimi cinque anni: da 9,2 miliardi di euro del 2011 a 20,8 miliardi di euro nel 2016.
“Se da un lato è giustificabile l’allocazione in quota Aps di attività umanitarie nei Paesi donatori come ad esempio il salvataggio in mare; non è corretta invece l’imputazione di spese per l’accoglienza o l’integrazione dei migranti che è giusto che afferiscano ad altri capitoli del bilancio statale”
avverte Francesco Petrelli, senior policy advisor di Oxfam Italia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA