ENI: il calo del prezzo del petrolio non spaventa perché presto arriverà un’inversione di tendenza

Simone Casavecchia

10/12/2014

L’Ad di Eni Claudio Descalzi non teme il forte calo dei prezzi del petrolio: già nel 2015 potrebbe verificarsi una diminuzione della produzione capace di indurre un rialzo dei prezzi.

ENI: il calo del prezzo del petrolio non spaventa perché presto arriverà un’inversione di tendenza

Ancora in calo il prezzo del petrolio, che questa mattina, nella borsa di Londra, viene scambiato a prezzi anche inferiori alla soglia dei 65 dollari al barile, appena sopra i minimi degli ultimi cinque anni. Il prezzo del Brent continua la sua discesa dal momento che la domanda continua a essere debole per effetto del persistere della crisi economica mentre l’offerta è in eccesso dopo le recenti decisioni dell’Opec di mantenere invariata la produzione.

I motivi del calo del prezzo del petrolio sono vari, dal momento che alle scelte dell’Opec occorre aggiungere anche la nuova offerta di combustibile di alta qualità proveniente dal Nord America, cause che hanno, in ogni caso, indotto un eccesso di produzione che ha portato, dallo scorso Giugno, a una perdita di oltre il 40% delle quotazioni del petrolio di riferimento europeo.

Questo dato può essere ben spiegato grazie a uno studio dell’American Petroleum Institute (Api) che ha rivelato come, la scorsa settimana, le scorte di greggio degli Usa siano cresciute di 4,4 milioni di barili a fronte di un calo nella produzione atteso 2,2 milioni di barili. Questa imprevista crescita delle scorte ha fatto sì che il numero totale delle riserve sia arrivato negli Stati Uniti a 377,4 milioni di barili.

Un altro studio, stavolta dell’Eia ha inoltre fornito dati altrettanto significativi per il futuro: per il 2015 la domanda globale di petrolio dovrebbe ridursi a 880.000 barili al giorno, con un aumento di soli 240.000 barili, scendendo al di sotto della domanda globale per il 2014 che ha raggiunto quota 960.000 barili al giorno.

Dell’attuale fase di calo dei prezzi del petrolio e delle stime per il prossimo futuro non è, invece, preoccupata Eni secondo la quale l’Opec potrebbe presto rivedere le sue scelte. Secondo quanto dichiarato dall’Ad Claudio Descalzi, in occasione delle presentazione del World Energy Outlook 2014, l’Organizzazione degli Stati produttori di petrolio, potrebbe decidere di ridurre la produzione di greggio, molto presto:

"ci potrebbero essere tagli Opec nella prossima primavera, dopo che per la prima volta l’organizzazione non ha risposto alla variazione dei prezzi"

Secondo Descalzi l’attuale calo dei prezzi del petrolio potrebbe essere arginato già nel 2015 e lasciare il posto a un nuovo aumento dei prezzi nel 2016:

"Per il 2015 mi aspetto un prezzo fra 66/75 dollari che riprenderà gradualmente dal 2016 anche perché ci potrebbe essere una ripresa cinese (dell’economia), ma non in Europa"

L’attuale calo dei prezzi del petrolio, sarebbe da imputare, secondo Descalzi all’andamento ciclico del mercato del petrolio, dove, recentemente, ai classici eccessi di produzione, già avvenuti in passato, si è andata ad aggiungere una scarsità di domanda, imputabile all’attuale crisi economica:

"Ogni dieci anni abbiamo avuto bolle di petrolio, con eccessi di produzione, e prezzi calanti. Tutte le società hanno quindi la flessibilità per adattarsi a questo drammatico calo di prezzi: non viviamo con panico o preoccupazione l’attuale situazione di prezzi".

In definitiva si tratta per Descalzi quasi di un’opportunità perché un mercato abituato a prezzi troppo alti, impara a sopravvivere anche con prezzi più bassi. La crisi, come tutte le crisi, secondo Descalzi sarà assorbita dal sistema e Eni non ne rimarrà particolarmente colpita dal momento che, oltre ad avere il proprio break even (la soglia di non ritorno) a 45 dollari al barile, ha sempre messo in campo progetti convenzionali e, quindi, poco costosi.

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