Con la rielezione di Mattarella al Quirinale si apre la discussione su un sistema elettorale proporzionale, per alcuni con un obiettivo: lasciare Mario Draghi a Palazzo Chigi anche dopo il 2023.
Mario Draghi a Palazzo Chigi anche dopo il 2023, con Sergio Mattarella che - come ormai sappiamo - resterà al Quirinale per altri sette anni. Si tratta solo di un auspicio per alcuni, ma in realtà qualcuno sembra stia già lavorando a quest’ipotesi.
Il primo augurio è quello del ministro della Pa ed esponente di Forza Italia, Renato Brunetta, secondo cui si deve puntare su un ticket Draghi-Mattarella a garanzia dell’Italia. E anche per il sindaco di Milano, Beppe Sala, Draghi dovrebbe restare a Chigi dopo le elezioni del 2023.
Brunetta punta su Mattarella-Draghi dopo il 2023
Brunetta parla in un’intervista a Repubblica augurandosi che si possa formare una “squadra vincente Mattarella-Draghi in vista del 2023 e oltre”. L’obiettivo del ministro della Pa è quello di tornare a “un sistema proporzionale che porti poi a una grande alleanza riformista tra chi rappresenta i meriti e chi rappresenta i bisogni”.
Brunetta dice basta a quello che definisce “bipolarismo bastardo opportunista” che viene ritenuto “fonte d’instabilità”. Il sistema elettorale, per l’esponente di Fi, deve cambiare per andare incontro a un proporzionale corretto che garantisca la governabilità.
Brunetta prosegue nel suo ragionamento: “Nelle democrazie mature regolate dal maggioritario, due visioni alternative convergono al centro e isolano le tendenze estremizzanti. In Italia, invece, in ragione della sua democrazia ancora non compiuta, il maggioritario ha prodotto l’effetto opposto: ha radicalizzato l’offerta politica e ha lasciato il centro senza voce”. La speranza del ministro è quella di tornare a una intuizione di Berlusconi: “Riunire tutte e tre le culture politiche italiane che guardano all’Europa”.
Sala vuole Draghi a Chigi anche dopo il 2023
Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, in un’intervista al Corriere della Sera parla del ruolo di Mario Draghi dopo il 2023. Secondo il primo cittadino serve un patto costituzionale come risposta della politica al momento storico che l’Italia sta attraversando.
Un patto simile a quello attuale, che ha portato Draghi a Palazzo Chigi, basato però su una situazione particolare come l’emergenza pandemica. Un patto che oggi si regge soprattutto grazie a Draghi e sulla sua personalità, sottolinea Sala. Che però aggiunge sul presidente del Consiglio: “Mi auguro possa continuare a fare il presidente del Consiglio anche dopo il 2023, ma se cosi
non fosse è chiaro che sarebbe difficile tenere insieme una coalizione così allargata e spesso litigiosa”.
Sala, comunque, dice di guardare anche ai partiti con cui si può trovare un accordo, a partire da Forza Italia, ma non solo. Anche il ragionamento di Sala si basa sul sistema proporzionale, con l’obiettivo di far nascere nuove forze politiche o alleanze non elettorali ma successive al voto.
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