Il Presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Mario Draghi, ha espresso un certo timore analizzando gli effetti che un Euro "troppo forte" potrebbe avere sull’economia reale della zona Euro.
A questo punto le opinioni degli analisti si dividono in due, tra chi vede aumentare la possibilità di futuri allentamenti monetari per ridurre l’apprezzamento della moneta unica e chi, invece, sostiene che il cambio Euro/Dollaro abbia ancora la possibilità di raggiungere quota 1.50.
Tasso di cambio e di interesse
Il capo della BCE ha detto ieri: "sebbene i tassi di cambio non rientrino nei target di politica monetaria, questi sono importanti per la crescita," soprattutto quando, come nel caso dell’Eurozona, gli indicatori economici segnalano ulteriori periodi di debolezza per l’economia.
I commenti di Draghi sul tasso di cambio sono stati considerati Euro-negativi, tanto che dall’avvio di questa "retorica sull’Euro", la moneta unica ha perso circa il 3% contro il dollaro contro il quale questo mese aveva raggiunto un massimo a 1.37.
Secondo Martin Lakos (Macquarie Private Wealth - Sydney): "la BCE ha mantenuto i tassi invariati allo 0.75% e potrebbe avviare il suo proprio processo di quantitative easing. I funzionari, infatti, vorrebbero vedere un piccolo indietreggiamento (dell’euro) dai livelli attuali."
Allo "Squawk Box" della CNBC, Lakos ha detto:
"potremmo assistere a nuovi allentamenti monetari o ad un taglio dei tassi di interesse. L’Eurozona vive un periodo di debole crescita economica e [i leader] vorrebbero incentivare la ripresa; in questo caso un euro più debole sarebbe d’aiuto".
I tassi di interesse sull’euro sono fermi dal luglio del 2012.
La guerra di valute al G20 di Mosca
I discorsi sulla possibilità di una "guerra di valute" hanno iniziato ad aumentare in intensità da quando, lo scorso novembre, lo Yen ha iniziato a scendere per via delle aspettative degli investitori sulla possibilità di adozione di una politica monetaria aggressiva da parte della Bank of Japan. Ma al G20 delle nazioni incontrate a Mosca nel week-end, questi discorsi sono stati dismessi con la dichiarazione da parte del gruppo che ha detto di "astenersi dalla svalutazione competitiva".
Secondo Lakos:
"E’ interessante come al G20 siano stati molti i discorsi riguardo al fatto che i paesi non stiano utilizzando le valute per scopi competitivi; ma ammettiamolo, alla fine della giornata, con la crescita economica così lenta, ognuno di loro vorrebbe una valuta più debole, ma non tutti possono averla."
L’Euro è una delle major del mercato Forex più performanti quest’anno. La forza della moneta unica si deve in parte alla crescente fiducia riguardo all’outlook economico della zona Euro, ma anche in parte alla debolezza relativa delle altre major, compresi Yen e Sterlina.
I guadagni dell’Euro sono stati evidenti negli ultimi sei mesi:
- il cambio Euro/Dollaro ha guadagnato circa l’8%;
- il cambio Euro/Sterlina ha guadagnato circa il 10%;
- il cambi Euro/Yen ha stabilito un aumento di quasi il 28%.
Forex: Euro/Dollaro a 1.50?
- Robert Rennie (Westpac Bank) dice alla Cnbc:
"Cominciamo a renderci conto che i livelli contro il dollaro a 1.36 o 1.38 non sono graditi (alla BCE). Per questo credo che la BCE stia provando ad impedire il breakout di questo range, al momento con l’aiuto di accenni e suggerimenti."
Tuttavia, ci sono anche altri analisti, come Clifford Bennett (White Crane Reports) che mantengono la prospettiva rialzista per l’Euro che vede il cambio Euro/Dollaro a 1.50 entro la fine dell’anno, a circa il 13% in più rispetto ai livelli attuali.
Secondo Bennett la BCE non adotterà allentamenti monetari, perché sono ancora mantenute le prospettive di crescita.
Ad esempio, l’indice PMI dell’Eurozona che stima la portata dell’attività produttiva, ha segnato a gennaio il valore più alto degli ultimi 10 mesi, nonostante la contrazione economica dello 0.6% sperimentata nel quarto trimestre e in quello precedente.
Dice Bennett:
"Come ha alluso Draghi, una valuta forte tiene al freno l’inflazione e ciò consente alla BCE di mantenere i tassi di interesse a livelli bassi. Il cambio Euro/Dollaro potrebbe arrivare a 1.50 senza urtare la competitività del settore delle esportazioni."
Infatti, durante il discorso di Bruxelles, Draghi ha detto ieri che l’inflazione è scesa al 2% durante il mese di gennaio e che nel medio termine dovrebbe continuare a scendere, arrivando così al target della BCE: "al di sotto, ma vicino al 2%".
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