Il presidente dell’INAL dovrà decidere se dimettersi dall’ente. L’ennesimo caso di conflitto d’interessi all’italiana. Ecco tutte le cariche di De Felice
Dopo le dimissioni di Mastrapasqua potrebbero arrivare quelle del Presidente dell’INAIL Massimo De Felice. Il motivo? Sempre lo stesso: conflitto d’interessi.
De Felice, presidente dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro è a capo dell’ente da quasi due anni.
Era il maggio 2012 infatti, quando, tra le polemiche, ricevette la nomina dall’ex Governo Monti. La sua candidatura fu avallata dall’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero che, al contrario di quanto fatto nei confronti di Mastrapasqua, sembrava voler ignorare il conflitto d’interessi del consulente.
Tutte le cariche di De Felice
Se Mastrapasqua gestiva un ente pubblico che pesa sul PIL italiano per il 15%, il presidente dell’INAIL, nel suo biennio di lavoro, ha fatto registrare all’INAIL un avanzo patrimoniale pari a 3,9 miliardi ed entrate di competenza che superano i 10.
Parlando del conflitto d’interessi esso deriva dalla posizione che De Felice ricopre all’interno dell’ALEF,
“laboratorio di economia finanziaria, produce soluzioni ai problemi della gestione finanziaria e dell’azione sui mercati dei capitali, per istituzioni governative, imprese, banche e assicurazioni"
Secondo Repubblica infatti, oltre ad esserne socio, il presidente svolge varie consulenze e mantiene stretti rapporti con il mondo delle assicurazioni private: Reale Mutua, Sai, Sara assicurazioni, Unipol, Gruppo Fondiaria-Sai.
Come se non bastasse, De Felice ha anche fatto parte del consiglio d’amministrazione di Intesa Vita, ramo assicurativo di pertinenza di Intesa Sanpaolo.
La sua nomina suscitò scalpore proprio perché Elsa Fornero era il vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo e fu lei in prima persona, nonostante l’opposizione di destra e sinistra, a prendersi la responsabilità diretta di mettere De Felice a capo dell’INAIL.
Insomma, l’ennesimo conflitto di interessi che, come nel caso di Mastrapasqua, potrebbe risolversi con delle dimissioni.
Il presidente dell’ente pubblico ha infatti dichiarato a Repubblica:
"Mi riservo di fare una comunicazione nei prossimi giorni"
Nel giro di una settimana dunque, per lo stesso motivo, potrebbero “saltare due teste”. Il problema è che le cariche, sia dell’uno che dell’altro, erano note sin dai tempi in cui i vari Governi decisero di porli alla guida di due dei maggiori enti pubblici del paese. Ma non ci si poteva pensare prima?
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