Domus Italia ritira l’IPO: rinuncia definitiva per Caltagirone?

Silvia Mazzieri

30 Giugno 2015 - 19:47

Domus Italia si ritira in anticipo dall’Offerta Pubblica Iniziale (IPO) e non entra in Borsa. Caltagirone teme il clima attuale di volatilità dei mercati mobiliari

Domus Italia ritira l’IPO: rinuncia definitiva per Caltagirone?

Caltagirone ha ritirato l’IPO di Domus Italia
.
Domus Italia ha iniziato la sua IPO in Borsa il 22 giugno per diventare una Siiq (Società di Investimenti Immobiliari).
Leggi il nostro approfondimento: SIIQ, Società di Investimento Immobiliare Quotata: che cosa è e come funziona.

L’offerta delle azioni di Domus avrebbe dovuto chiudersi il 2 luglio, tuttavia il patron Caltagirone ha dichiarato che l’estrema volatilità attuale del mercato mobiliare lo ha fatto optare per un ritiro. Il tentativo di entrare nella borsa italiana potrebbe ripetersi in un momento di maggiore stabilità dei mercati.

Domus Italia: una storia che si ripete

Domus Italia è nata nel dicembre 2014, forte di una grande quantità di immobili siti sul territorio di Roma conferiti da Fabrica Immobiliare. Con gli immobili, Domus ha acquisito anche i contratti di mutuo.

La cosa che balza all’occhio di questa vicenda è che è già accaduto qualcosa di simile a un’altra società del Gruppo Caltagirone: la Vianini Lavori, entrata a Piazza Affari per poi uscirne.

Domus Italia: l’offerta decaduta

L’Ipo era finalizzata all’ingresso nell’(MTA) Mercato Telematico Azionario, settore della borsa italiana. Avrebbero dovuto essere negoziati 150 milioni di titoli azionari al massimo, con lo scopo di aumentare il capitale.
Va osservato che l’Ipo di Domus era di tipo OPS, cioè con azioni emesse per la prima volta e fatte sottoscrivere da nuovi azionisti.

I finanziatori di Domus: che fine farà il patto?

Domus Italia, per completare i portafogli, dovrebbe acquistare degli immobili, per lo più in costruzione. L’edificazione avverrebbe da parte di società facenti capo per lo più al Gruppo Caltagirone.
Per l’acquisto di tali immobili, Domus Italia avrebbe dovuto fare affidamento in parte sui proventi dell’Ipo ma in parte anche su un contratto di finanziamento firmato il 10 giugno con Banca Intesa, con un tetto massimo di 320 milioni.
Che fine farà l’accordo fra Domus e Banca Intesa per la riscossione del finanziamento?

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it