Niente delega fiscale per il momento. La sua approvazione, prevista per oggi, si è bloccata in Senato e così il governo si è dovuto arrendere ad un ritorno del provvedimento in commissione Finanze di fronte all’asse rappresentato da Lega-Idv e da alcuni senatori del Pdl. Questo non fa altro che evidenziare l’evidente malumore per quanto riguarda i contenuti della riforma. Dure le parole di Squinzi: "Il varo della delega è civiltà giuridica. I principi sono improntati a semplificazione, trasparenza e civiltà giuridica, sono i capisaldi di un cambiamento che il mondo delle imprese aspetta da anni e che sembrava finalmente vicino alla realizzazione".
Le norme a rischio
Se la delega fiscale dovesse saltare, sarebbero numerose le norme previste che potrebbero non essere più applicate. Vediamo le principali.
- La riforma del catasto: prevede l’invarianza del gettito e la determinazione di nuovi valori degli immobili con nuove aliquote e possibili detrazioni, deduzioni e franchigie.
- Scontrini: potrebbe saltare il contrasto di interessi tra contribuenti; era stato precedentemente proposto di rendere scontrini e ricevute deducibili soprattutto lì dove l’evasione è particolarmente alta.
- Agevolazioni fiscali: era prevista la revisione del sistema che avrebbe dovuto salvaguardare gli istituti di tutela dei redditi di lavoro dipendente e autonomo e delle pensioni.
- Imprese: sarebbero ora a rischio le rateazioni e i premi a imprese virtuose.
- Continuità aziendale: sconti per le sanzioni per quanto riguarda quegli imprenditori impossibilitati a pagare le tasse, ma che che comunque garantiscono di continuare la propria attività.
- Imprese individuali: prevista l’esclusione della nuova Iri per i professionisti e una revisione dell’imposizione sui redditi di impresa, la previsione di regimi forfettari per i contribuenti di minori dimensioni.
Le dure reazioni
Squinzi, contrario al rinvio, ha sottolineato l’importanza della riforma "necessaria per un più equo e trasparente rapporto tra fisco e imprese e per rendere l’Italia un paese più attraente per gli investitori esteri"; il presidente di Confindustria ha poi aggiunto che lo slittamento "è contrario a quella concordia di intenti più volte indicata dal Capo dello Stato come necessaria per uscire dalle difficoltà in cui si dibatte il nostro Paese. Ciò è tanto più grave se davvero, come dichiarato dagli stessi esponenti del Governo, la battuta di arresto al Senato sia stata dettata non da questioni di merito sul provvedimento ma da un clima ormai pre-elettorale".
Mario Baldassari, presidente della VI Commissione, pensa che con questo blocco ormai la delega fiscale sarà approvata dopo le festività natalizie, in quanto nei prossimi giorni si dovrà cedere il passo al ddl Stabilità. Baldassari si chiede quindi ora: "Come presidente dovrò convocare la commissione su che cosa? Su quale articolo o quale comma? O devo riaprire la discussione generale, con un nuovo termine per gli emendamenti? Aspetto indicazioni in tal senso".
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