Decreto Sicurezza: ricorso delle Regioni inammissibile e bocciato il potere sostitutivo dei prefetti

Isabella Policarpio

21/06/2019

21/06/2019 - 16:45

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Decreto Sicurezza, la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso presentato dalle Regioni, ma ha anche bocciato il potere sostitutivo dei prefetti. Ecco i dettagli della sentenza.

Decreto Sicurezza: ricorso  delle Regioni inammissibile e bocciato il potere sostitutivo dei prefetti

La Corte Costituzionale, in data odierna, ha esaminato alcune questioni inerenti il Decreto Sicurezza, il provvedimento fortemente voluto da Salvini, diventato legge agli inizi dello scorso dicembre.

In particolare, la Corte si è espressa sul ricorso promosso da alcune Regioni (Emilia Romagna, Marche, Toscana e Umbria), le quali avevano impugnato diverse parti del provvedimento.

I giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso da parte delle Regioni, tuttavia, si sono espressi nel merito per quanto riguarda i poteri del prefetto.

Infatti, il Decreto Sicurezza prevede ampi poteri in capo ai prefetti, che, nelle zone ritenute a rischio, possono perfino sostituirsi ai sindaci. Questa previsione è contenuta nell’articolo 28 del Decreto, che la Corte di Costituzionale ha bocciato quest’oggi, poiché lesiva dell’autonomia dei Comuni e delle Province.

Per maggiori dettagli, si dovrà attendere qualche settimana, quando i giudici costituzionali provvederanno al deposito delle motivazioni della sentenza. Intanto, le Regioni ricorrenti hanno promesso di non arrendersi.

Corte Costituzionale e Decreto Sicurezza: inammissibile il ricorso delle Regioni

Le Regioni Calabria, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Umbria hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro il Decreto Sicurezza, ritenendo che tale provvedimento violi alcune materie riservate alla competenza esclusiva delle Regioni, in modo diretto o indiretto.

Secondo la Corte, invece, le nuove regole su permessi di soggiorno e iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo, sono state adottate nell’ambito delle competenze riservate in via esclusiva allo Stato, quindi senza ledere in alcun modo le competenze regionali. Pertanto il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

I 15 giudici della Corte Costituzionale non hanno toccato la questione nel merito: significa che hanno escluso la violazione delle competenze delle Regioni - motivo per il quale il ricorso è stato dichiarato inammissibile - ma non sono entrate nel merito dei punti impugnati.

Per approfondire l’argomento: Il testo del Decreto Sicurezza: ecco cosa prevede la legge voluta da Salvini

Decreto Sicurezza: il potere sostitutivo del prefetto è illegittimo

Pur non entrando nel merito della questione, e nonostante la dichiarazione di inammissibilità del ricorso delle Regioni, la Corte Costituzionale, allo stesso tempo, ha bocciato l’articolo 28 del Decreto Sicurezza: qui si prevede che il prefetto possa ampliare i propri poteri fino a sostituirsi al sindaco.

In particolare, il testo del Decreto Sicurezza, Titolo II, attribuisce ai prefetti poteri sostitutivi quando e se il Governo lo ritiene necessario per contrastare situazioni di pericolo urbano.

In merito a questo punto, la Corte ha ritenuto che l’ampliamento dei poteri del prefetto violi l’autonomia dei Comuni e delle Province, garantita proprio dalla Costituzione.

La diatriba tra le Regioni e la Corte sembra però non essere finita, infatti si attende il deposito delle motivazioni da parte dei giudici costituzionali.

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