Decadenza Berlusconi, domani la resa dei conti. Ma siamo sicuri? Ecco le possibili strategie perditempo

Valentina Brazioli

26 Novembre 2013 - 09:30

La decadenza di Berlusconi è fissata già da tempo per domani, mercoledì 27 novembre. Ma gli strateghi parlamentari sono già al lavoro per far slittare i tempi. Ecco cosa potrebbe succedere.

Decadenza Berlusconi, domani la resa dei conti. Ma siamo sicuri? Ecco le possibili strategie perditempo

Che in molti siano in fremente attesa di poter porre finalmente la parola fine sull’eterna querelle che ha coinvolto la vicenda della decadenza di Silvio Berlusconi dal suo seggio da senatore è poco ma sicuro. E proprio domani dovrebbe essere il giorno fatidico: il Partito democratico prosegue, infatti, dritto per la sua strada e ha escluso qualsiasi possibilità di allungare i tempi, indipendentemente dalle annunciate rivelazioni dell’ex premier su possibili nuove carte e testimoni che inficerebbero proprio il procedimento che l’ha portato alla condanna definitiva che, adesso, rischia di catapultarlo fuori dal Senato.

Le possibili (e probabili) strategie dilatorie del centrodestra

Che Silvio Berlusconi fosse propenso a vendere cara la pelle, è noto ai più. Stupisce, però, che persino Pier Ferdinando Casini, recentemente espressosi a favore della decadenza di Berlusconi, abbia deciso arruolarsi nell’esercito di centrodestra pronto a dare battaglia nell’Aula del Senato nel tentativo di far slittare i tempi per la procedura che condurrebbe il Cavaliere direttamente fuori dal portone di Palazzo Madama. E gli strumenti a loro disposizione non mancano di certo, in primis le cosiddette questioni sospensive.

La proposta di Pier Ferdinando Casini

Una di queste, infatti, è stata già annunciata proprio dall’esponente centrista, e sono in molti a subodorare in questo gesto un tentativo di gettare le fondamenta per future alleanze elettorali con il centrodestra post-berlusconiano. La proposta di Casini è semplice: rimandare la pronuncia sulla decadenza a dopo la decisione definitiva della Cassazione, la quale, al massimo entro la prossima primavera sarà chiamata a esprimersi sulla rideterminazione della durata dell’interdizione del Cavaliere. In pratica, niente decadenza domani, e nemmeno a breve: se ne riparlerebbe direttamente a 2014 inoltrato.

Le pregiudiziali di costituzionalità, ma non solo

Ma, scommettono i retroscenisti, la mossa del leader dell’Udc non è destinata a rimanere isolata, e di espedienti utili a menare il can per l’aia in quel di Palazzo Madama ce n’è comunque più d’uno. Non dimentichiamo, infatti, la presentazione delle pregiudiziali di costituzionalità, le eccezioni di vario genere e la possibilità di depositare ordini del giorno in dissenso con la proposta della Giunta per le Immunità (e cioè di non convalidare l’elezione a senatore di Silvio Berlusconi).

L’incognita della discussione

Il rischio “allungamento del brodo”, tuttavia, riguarderebbe più da vicino la discussione che, verosimilmente, si aprirà subito dopo la relazione del presidente della Giunta e senatore di Sinistra ecologia e libertà, Dario Stefano, da sempre impegnato in prima linea affinché la legge Severino si applichi al caso Berlusconi senza se e senza ma.

C’è da scommettere, quindi, che la giornata di domani non vedrà protagonista un inedito Berlusconi in versione dimessa e conciliatrice, quanto piuttosto un autentico leone in gabbia, pronto a sferrare le sue truppe contro quello che non ha esitato a definire, nei giorni scorsi, addirittura un golpe.

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