Debito Pubblico: la risposta a un lettore di Forexinfo

Michele Ciccone

10 Ottobre 2013 - 12:15

Riportiamo il commento di un lettore di Forexinfo all’articolo "Cos’è il debito pubblico? Una panoramica per orientarsi" e la risposta dell’autore.

Debito Pubblico: la risposta a un lettore di Forexinfo

Gentile Redazione di Forexinfo,

Mi chiamo Luca e sono un frequetatore abituale del vostro sito di informazione, nonchè un inscritto alla vostra newsletter.
Ritengo il vostro lavoro di informazione abbastanza attendibile, ovviemente la mia critica su alcuni articoli è puramente soggettiva, fino ad oggi ho letto vari articoli i quali erano ben strutturati fornendo giuste informanzioni ma nascondendo dietro di essi belle verità non dette.
Quello che più mi ha lasciato di stucco è l’articolo di Michele Ciccone - 08 Oct 2013 - 12:53 dal titolo: Cos’è il debito pubblico? Una panoramica per orientarsi

Da questo titolo pare sia un ottima informazione letto cosi, ma in realtà non è affatto cosi... è pura disinformazione, voi date si delle ottime informazione su termini tecnici come cosè un debito, un deficit, lo spread e via dicendo.... ma nascondete una realtà che non è cosi semplice, come quando nell’articolo viene spiegato il fatto che qualunque Italiano detenga tramite un suo portafoglio il debito pubblico del proprio stato sta sostanzialmente pagandosi gli interessi a se stesso !!!!!!!!!!!!!!!!! semplicemente fantastico, poi quando viene menzionato che: "il debito pubblico è un credito del settore privato nei confronti dello Stato; in questo senso, dunque, nell’economia vi sono dei creditori che ricevono benefici dal possesso dei titoli pubblici; tali benefici verranno, ragionevolmente, lasciati in eredità alle future generazioni, le quali gioveranno di tale lascito". Anche qui è sbagliato, il debito pubblico in realtà è principalmente debito PRIVATO, non il contrario, è diventato pubblico quando tramite la falsa informazione non viene detto che tutte le opere/investimenti svolte da privati nei nostri territori sono garantite al 100% dal nostro stato, quindi in sostanza noi tutti cittadini Italiani siamo garanti delle perdite di privati o di eventuali aumenti di costi (come si dice in gergo la cresta) che i privati fanno dentro la nostra nazione, privatizzando i profitti e socializzando le perdite, quando i profitti diminuiscono semplicemente ringraziano lo stato e delocalizzano lasciando a casa tutti i dipendenti.

Quello che nascondono gli investitore privati che secondo il suo articolo sono i nostri creditori è che mentre fanno reddito sul nostro territorio i profitti magicamente spariscono dall’Italia sia che siano stranieri e sia che siano italiani (chissà, come mai?) in questi casi c’è da dire che parliamo di privati che fanno uscire dal nostro paese cifre che oscillano dai 6 fino ai 9 zeri, quindi rendendoci ancora più poveri e succubi della BCE la quale commette una truffa di proporzioni gigantesche rispetto alle corporation che fabbricano prodotti, tramite il monopolio di stampare moneta a debito la quale ci ruba il 99% del nostro stipendio (qui ci torno più tardi), inoltre l’evesione che fanno i piccoli impreditori per difendersi da tutta questa ingiusta tassazione attuata solo con lo scopo di impoverire e distruggere non ha creato questo enorme debito "PUBBLICO", è semplicemente assurdo che tutto questo non venga detto.

In riferimento all’ultimo quesito dell’articolo:

Il debito pubblico è un problema ?

Qui viene detto tutto e niente, la BCE (ma anche la FED,BOJ,BOE,SNB ecc.) è sostanzialmente una s.p.a, i cui proprietari, guarda caso, sono le banche nazionali di ogni stato facente parte dell’unione europea anche esse possedute dalle banche commerciali delle rispettive nazioni (qui la truffa salta subito all’occhio) cioè, i controllati sono i padroni del controllore.

Inoltre vi sono nazioni che fanno parte dell’unione ma non fanno parte dell’euro come moneta, nonstante ciò detengono una quota capitale dentro la BCE, come nel caso dell’Inghilterra che tanto per la cronaca ha un azionariato più alto di quello dell’Italia che ha aderito all’euro !!!!!!!!!!
Il motivo per il quale la BCE non è strutturata come la FED, è semplice, in questa manieire i debiti degli stati sono completamente lasciati in mano alla speculazione delle banche e alle croporation, le quali visto che il debito non è garantito possono creare profitti enormi con le oscilazioni che questo processo causa sui mercati finanziari, il punto fondamentale da comprendere qui è che a pagare gli interessi degli speculatori che detengono i titili di stato saranno i cittadini di quella nazione.
Ecco spiegato il c’e lo chiede l’Europa, e i sacrifici che ci vengono imposti, in Europa stanno causando la medesima crisi che ha completamente distrutto l’Argentina.
Il punto principale è capire che la BCE è un ente PRIVATO extra-nazionale, in sostanza l’euro è una moneta PRIVATA senza patria/nazione, i proprietari della BCE ci prestano i loro soldi per vivere nella nazione dove siamo nati, qui la faccenda si fa molto interessante, perchè se gli Euro sono della BCE allora vuol dire che tutte le nazioni sono indebitate di tutta la moneta che circola nel loro territorio.
Chi detiene il potere di emettere moneta, nel nostro caso la BCE, può decidere scientificamente se un paese deve andare bene oppure male, se ci deve essere inflazione oppure deflazione e inoltre, sempre la BCE, decide i tassi d’interesse che il debitore della sua moneta gli deve pagare, cambiandoglieli anche in corso di scadenza, quando arriviamo a capire questo si comprendere anche il fatto che il pagamento dei debiti diventano impossibili perchè gli viene applicato un INTERESSE, ma l’interesse la banca non l’ha mai stampato o creato quindi i debiti diventano per necessità di mancaza di moneta impagabili, per questo motivo si dovrà richiedere altro prestito=debito, le vere domande da porsi sono altre vista la situazione attuale.

Come possiamo pagare un debito con una moneta che non è nostra ? come mai una nazione non può stampare i soldi che gli servono per finanziare la sua economia, mentre invece può stampare titoli di stato da vendere alle banche per avere il corispettivo in soldi ? di chi è la proprieta dell’Euro all’atto dell’emissione ?

In questo ambito di questioni ne avrei moltissime, ma non voglio dilungarmi troppo, quello che cerco di esprimere tratmite questa mia critica è anche il mio spiacevole malessere nel vedere sempre più informazioni pilotate a rendere il cittadino ancora più confuso, il titolo dell’articolo doveva essere Debito pubblico o debito privato? e spiegare meglio quali differenza sostanziali ci sono e del perchè siamo noi i veri creditore delle banche.

Vi ringrazio per l’attenzione, vi auguro una buona giornata.
Cordiali Saluti, Luca.

Gentile Luca,

La ringrazio per la sua accorata mail di commento all’articolo Cos’è il debito pubblico? Una panoramica per orientarsi.

Le critiche sono sempre ben accette, sopratutto quando si tratta di argomenti di simile importanza, poiché viene aperto lo spazio a discussioni che hanno il pregio di arricchire i contenuti presenti e futuri che la testata decide/deciderà di sviluppare.

Fatta questa premessa, passiamo direttamente a quanto scritto nell’articolo. Mi soffermo, per questioni di tempo, su alcuni punti chiave che Lei introduce. Ne sto probabilmente tralasciando qualcuno; Le sarò grato se me lo farà notare.

Comincerei, se Lei è d’accordo, con l’ultimo argomento, ossia “Il debito pubblico è un problema?”. Innanzitutto tengo a sottolineare che lo scopo dell’articolo vorrebbe essere quello di fornire delle semplici definizioni di base (alcune sono semplici nozioni di Contabilità Nazionale) per poter poi approfondire questioni più complesse, quale quelle che Lei solleva, ossia:

a) l’operato della BCE, rispetto a quello della FED, è tale da causare e, se ho ben capito le Sue affermazioni, incoraggiare di fatto la speculazione sui titoli pubblici dell’Eurozona, consentendo agli investitori di ottenere enormi profitti;

b) il debito pubblico dei paesi dell’Eurozona è, di fatto, un debito estero, ossia un debito denominato in una valuta sulla quale i singoli paesi non hanno alcun potere di emissione. Ciò espone le economie che adottano l’euro a dover sottostare a quanto la BCE decide in materia di politica fiscale, monetaria e, aggiungo io, negli anni recenti anche per quanto riguarda la regolazione dei rapporti tra lavoratori e imprese, tutte questioni che, a mio parere, sono di diretta pertinenza dei singoli Stati.

Ebbene, su questi due punti Lei mi trova perfettamente d’accordo. Nella parte finale del mio articolo, dove viene scritto che la BCE non opera di fatto come prestatore di ultima istanza, si vuole far emergere, seppure in maniera implicita (per questioni di tempo e spazio non ho avuto modo di elaborare ulteriormente il concetto), proprio il fatto che i titoli pubblici dell’Eurozona, non essendo “garantiti” dalla BCE né sul mercato primario né sul mercato secondario (la FED, di fatto, garantisce i titoli pubblici statunitensi solo sul mercato secondario), vengono lasciati in balìa della disciplina del mercato, la quale potrebbe causare attacchi speculativi.

Sono d’accordo anche riguardo alla faccenda che il debito pubblico dell’Eurozona è un debito estero e che ciò impedisce e limita l’autonomia dei singoli Stati.
A tal proposito una delle Sue frasi recita “Come possiamo pagare un debito con una moneta che non è nostra ? come mai una nazione non può stampare i soldi che gli servono per finanziare la sua economia, mentre invece può stampare titoli di stato da vendere alle banche per avere il corrispettivo in soldi ? Di chi è la proprietà dell’Euro all’atto dell’emissione ?”
In modo particolare, con riferimento alla domanda “Come mai una nazione non può stampare i soldi che gli servono per finanziare la sua economia, mentre invece può stampare titoli di stato da vendere alle banche per avere il corrispettivo in soldi?” Lei propone che la BCE acquisti direttamente all’emissione tutti i titoli pubblici (se ogni Stato avesse la propria Banca Centrale che ha il potere di stampare moneta tale misura sarebbe effettuata dalle singole Banche Centrali, ognuna per il suo paese)? L’argomento è interessante (sono anch’io d’accordo con questa impostazione) e se ne può discutere.

Passando ora alla questione del se il debito pubblico è un onere per le future generazioni, quello che l’articolo voleva sottolineare brevemente è che sulla base del presupposto che il debito pubblico esistente debba prima o poi essere estinto, o quanto meno ridotto, si sostiene che le generazioni che verranno dovranno pagare maggiori imposte, in maniera tale da consentire allo Stato di accumulare gli avanzi di bilancio necessari appunto a rimborsare il suo debito. Le imposte che ai ‘padri’ è stato consentito di non pagare ricadrebbero quindi sulle spalle dei ‘figli’, costretti a sopportare un più elevato rapporto tra imposte e prestazioni pubbliche per saldare quanto i loro genitori hanno lasciato insoluto.

Ora, l’analisi economica di impronta keynesiana ha mostrato che in realtà non esiste un limite all’espansione e alla dimensione del debito pubblico, oltre la quale la sua riduzione debba considerarsi necessaria.
E sempre secondo autorevoli economisti keynesiani, anche ammettendo che in futuro tale esigenza si ponga, e che a questo scopo le generazioni che verranno saranno chiamate a sostenere un più elevato rapporto tra imposte e servizi pubblici ricevuti, in realtà mi sembra che sulle generazioni future non peserà alcun onere. La ragione di ciò sta, ancora, nella natura del debito pubblico quale componente della ricchezza del settore privato, e pertanto quale attività che le future generazioni riceveranno in eredità dalle generazioni precedenti. Al maggior carico fiscale che graverà su di esse (posto che il debito pubblico debba essere ridotto) si accompagna infatti il lascito dei titoli rappresentativi del debito pubblico che verranno loro trasmessi: la situazione patrimoniale delle generazioni successive (conosiderate nel complesso) non sarà perciò né peggiorata, né migliorata, da un futuro rientro dal debito pubblico.

Tra generazioni in quanto tali, dunque, nessuna redistribuzione di oneri ha luogo, in generale, per effetto della esistenza ed eventuale estinzione del debito pubblico.

Sulla base di quanto detto, allora, con la frase del mio articolo che recita

per l’economia nel suo complesso le imposte le pagano tutti i soggetti privati (escludendo ovviamente fenomeni di evasione), anche i detentori di titoli pubblici; non sembra quindi particolarmente rilevante sostenere che chi non detiene i titoli pubblici paga di fatto gli interessi a chi li possiede, più di quanto non lo sia ritenere che i detentori di titoli pubblici pagano di fatto gli interessi a loro stessi

si voleva semplicemente sostenere che non è vero che l’onere del debito grava sulle future generazioni e che, all’interno della generazione futura, dire che coloro i quali non detengono titoli pagano gli interessi ai detentori non è più vero di quanto non lo sia affermare che i detentori dei titoli pubblici pagano con le tasse gli interessi a loro stessi.

Il vero problema, che riporto nella frase più sotto nell’articolo, è che all’interno della medesima generazione (quindi non confrontando una generazione con l’altra) si pone un problema redistributivo che solo la politica fiscale può sciogliere.

Distinti Saluti

Michele Ciccone

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