Debidi PA: tutto rimandato al weekend. Ecco quello che non va nel decreto

Vittoria Patanè

04/04/2013

Debidi PA: tutto rimandato al weekend. Ecco quello che non va nel decreto

Il Governo ha deciso di rinviare l’approvazione del decreto sui debiti della PA al weekend. I ministri sono già stati avvertiti e dovranno essere reperibili allo scopo di risolvere il problema in via definitiva.

Il motivo del rinvio? Semplice, il suddetto decreto faceva acqua da tutte le parti e in molti hanno espresso soddisfazione per la scelta di posticiparne l’approvazione al fine di attuare le appropriate modifiche, primo fra tutti, il presidente di Confidunstria Giorgio Squinzi che ha definito il DL un vero e proprio “pateracchio”.

“La prima stesura del provvedimento era assolutamente insoddisfacente, piuttosto che avere un pateracchio meglio che ci si torni sopra e si faccia con calma”.

Intanto l’ammontare dei debiti verso le imprese diviene sempre più alto. La settimana scorsa si era calcolata una mancanza di 91 miliardi, oggi, secondo il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, la cifra sarebbe ancora più imponente:

Se facciamo una progressione stiamo già oltre i 100 miliardi. 100 miliardi che sono il 5% del debito pubblico italiano consolidato in decenni e sono circa un ventesimo dell’ammontare totale degli impieghi delle banche operanti in Italia si tratta di un volano importantissimo che può essere rimesso in moto e la premessa per far ripartire il circolo virtuoso”.

Ma vediamo quali sarebbero, secondo i più, i nodi da modificare prima dell’approvazione definitiva del decreto.

Primo punto: vincoli finanziari

Le associazioni impreditoriali hanno stilato una lunga lista di ciò che non va all’interno del DL, lista che potrebbe iniziare con i vincoli finanziari imposti per 5 anni a Regioni ed enti locali che decideranno di sfruttare anticipi di cassa per pagare gli arretrati.
Questa condizione, a detta degli imprenditori, precluderebbe agli stessi enti l’opportunità di ricorrere alle anticipazioni e inoltre rischierebbe di bloccare totalmente gli investimenti locali.

Secondo punto: risorse

All’interno del decreto non sarebbero contenuti meccanismi diretti in grado di consentire alle imprese di ottenere i pagamenti loro dovuti e ci si concentrerebbe solamente sul rapporto tra le varie amministrazioni (si prevedono due diversi Fondi per assicurare, mediante prestiti, denaro alle amministrazioni in fabbisogno di cassa uno per gli enti locali, uno per i debiti regionali non sanitari).

A giudizio delle varie associazioni i contratti sui prestiti agli enti previsti dal DL (con tasso agevolato al 3%) sarebbero di difficile attuazione e le stesse scadenze poste a condizione del decreto sarebbero quasi impossibili da giustificare.

Terzo punto: pagamenti tra Regioni e Comuni

La norma che regola questo tipo di pagamenti sarebbe un altro punto chiave del testo. Manca un chiaro vincolo di destinazione delle risorse che potrebbero andare ad altri obiettivi e non solo al pagamento degli arretrati.

Come se questo non bastasse poi, si aggiunge la dose di tagli lineari ai ministeri individuati come copertura ai maggiori interessi del debito pubblico derivanti dall’emissioni di titoli di Stato.

Inoltre la quota di debiti che non verrà soddisfatta dai fondi stanziati dovrà essere coperta dai risparmi degli stessi ministeri che verrebbero conseguiti attraverso spese modulanti.

Quinto punto: Irpef

L’ipotesi di anticipare l’aumento dell’addizionale Irpef è ormai del tutto scartata, ma ciò che non è chiaro è come faranno le Regioni ad accedere ai prestiti .

Problema simile anche per Comuni e Province, dato che il DL prevede che se essi non riusciranno a ripagare i loro prestiti in tempo, l’Agenzia delle Entrate potrà rivalersi su IMU e imposta RC auto, applicando delle trattenute.

Sesto punto: sanzioni

Secondo le imprese, le sanzioni per i dirigenti della Pa inadempienti sia quelle previste per gli enti che non si registreranno sulla piattaforma del Tesoro, nonostante siano un elemento positivo, devono essere puntualizzate ed approfondite allo scopo di renderle veramente efficaci.

Insomma questi saranno i punti su cui il Consiglio dei Ministri dovrà lavorare nel corso del weekend, cercando di trovare le opportune soluzioni che permettano di approvare un DL utile e incisivo.

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