Ddl Concorrenza, Rc auto: lo sconto non c’è. Ecco tutti i calcoli che lo dimostrano

Vittoria Patanè

23 Febbraio 2015 - 14:00

Il Ddl concorrenza prevede degli sconti sulle assicurazioni RC Auto. Facendo alcuni calcoli però, ci accorgiamo che lo sconto non c’è

Ddl Concorrenza, Rc auto: lo sconto non c’è. Ecco tutti i calcoli che lo dimostrano

Il Ddl sulla Concorrenza approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 20 febbraio contiene molte novità volte a garantire maggiore concorrenza e vantaggi per i consumatori in diversi ambiti.

Metà del disegno di legge si riferisce alle assicurazioni RC auto. Il testo contiene infatti varie misure, varate allo scopo di garantire degli sconti per i cittadini, grazie alla riduzione dei premi assicurativi. Per spendere meno, secondo le intenzioni del governo, bisogna rispettare determinate condizioni come l’installazione della cosiddetta scatola nera o l’effettuare riparazioni in officine convenzionate.

Il problema è che, facendo qualche calcolo, gli sconti promessi dal Governo, in realtà non ci sono. Ecco perché e quali sono le nuove misure sull RC auto previste nel Dll Concorrenza.

Rc auto: le regole del Ddl Concorrenza
Il disegno di legge contempla degli sconti riservati agli automobilisti che decideranno di installare sulla propria vettura il dispositivo che registra i comportamenti di guida, meglio noto come scatola nera. Riduzioni anche per chi installa dispositivi che impediscono l’avviamento in caso di stato di ebrezza del guidatore (rilevato da appositi sensori) e per chi decide di riparare la propria auto presso officine e carrozzerie convenzionate con compagnie di assicurazione.

Per quanto concerne i danni alle persone, il Ddl Concorrenza delinea le regole atte a definire gli importi da pagare in caso di invalidità (dovrà essere redatta una scala di invalidità con punteggi da 10 a 100, e a ogni punto verrà attribuito un certo valore).

Rc Auto: lo sconto non c’è
Facendo un rapido calcolo, gli sconti promessi dal Governo risultano tanto esigui quanto inutili e i benefici in favore dei consumatori saranno praticamente nulla.

A sostenerlo è il Codacons che ha definito lo sconto "una bufala". Le condizioni poste alla base infatti, annullano de facto l’effetto delle riduzioni. I motivi sono essenzialmente due: innanzitutto il ddl parla solo di "sconti significativi", senza corredare l’affermazione con numeri e importi, ma il minore importo da pagare sarà condizionato dall’installazione delle scatole nere e degli etilometri che sarà a carico dell’assicurato.

Rc Auto: i calcoli
Se l’assicurato paga un premio annuale pari a 1.000, la compagnia di assicurazione potrebbe stabilire uno sconto del 10% (100 euro) per i clienti che installano la scatola nera. Il premio scenderebbe dunque a 900 euro. . Ma nel caso in cui i costi annui fossero, a titolo esemplificativo, pari a 90 euro, il prezzo della polizza salirebbe a 990 euro con lo sconto ridotto ad appena 10 euro. Le regole imposte dal Governo sono state rispettate, ma lo sconto per il cliente è praticamente inutile.

Inoltre, lo scopo delle misure introdotte dal Ddl è quello di ridurre le frodi che fanno salire tariffe e costi. Meno si froda, meno pagano i clienti onesti. Il punto però è che a guadagnarci potrebbero essere solo le compagnie di assicurazione e i professionisti che si occupano dell’installazione della cosiddetta scatola nera. A spiegare perché è il Codacons:

«Se tutti gli italiani decidessero di dotarsi della scatola nera, la spesa per l’intero sistema sarebbe pari a 3,1 miliardi di euro, considerato che ogni singolo apparecchio ha un costo di gestione annuo di circa 75 euro. La spesa per l’installazione, la gestione e la manutenzione della scatola nera, se a carico degli automobilisti, non solo vanificherebbe lo sconto sulle tariffe Rc auto promesso dal governo, ma addirittura determinerebbe rincari in quelle zone d’Italia dove le tariffe RC auto sono più basse. Se invece tali costi fossero a carico delle compagnie di assicurazioni, inevitabilmente verrebbero traslati sugli assicurati attraverso i prezzi delle polizze».

Infatti, leggendo il testo, non si capisce chi debba pagare, come e quando. L’assenza di punti di riferimento certi, potrebbe dunque dar luogo ad interpretazioni differenti.

Il DDL approderà adesso in Parlamento che potrà effettuare delle modifiche volte a chiarire la situazione.

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