Dario Spitale, AD della GAA SIM: dalla BCE 1000mld alle banche europee. L’Italia li impiega nel modo sbagliato

Marta Panicucci

12/05/2013

Dario Spitale, AD della GAA SIM: dalla BCE 1000mld alle banche europee. L’Italia li impiega nel modo sbagliato

Forexinfo ha intervistato l’AD della GAA SIM, Dario Spitale sugli ultimi avvenimenti che hanno interessato il mercato finanziario, sia azionario che obbligazionario. In questa settimana si sono registrati infatti nuovi record, in primo piano i listini di Wall Street che hanno superato i massimi storici. Ma nello stesso tempo l’economia reale continua a soffrire e al momento non si vedono segnali di miglioramento. Il sistema produttivo americano e europeo continua a manifestare sofferenza, i dati sulla produzione industriale sono in picchiata e continuano le stime al ribasso per il Pil 2013. In questo scenario di stagnazione colpiscono i dati positivi provenienti dalle borse e la forte crescita che caratterizza alcuni paesi del mondo, i Bric che continuano a confermarsi le nazioni con il tasso di crescita più elevato.

Ringraziando ancora Dario Spitale per la disponibilità a rispondere alla nostre domande, si riporta di seguito la sua intervista.

Le ultime settimane sono state caratterizzate da mercati azionari e obbligazionari con andamento inaspettato per gli addetti ai lavori. L’economia reale è in crisi ma i listini di borsa (NYSE, SP500 e in ultimo il DAX) stanno facendo registrare nuovi record. Come mai questa discrepanza tra economia e andamento degli indici di borsa?

La forte e illimitata iniezione di liquidità che le banche centrali stanno iniettando nel sistema confluisce sui mercati spingendoli al rialzo. L’immissione di liquidità nel sistema è una cosa positiva, a patto che la liquidità concorra in buona parte a finanziare il sistema produttivo, in questa fase, per adesso, non è cosi. Fino ad ora i capitali della prima grande iniezione di liquidità sono stati parcheggiati prevalentemente nel mercato overnight, cioè vengono riconsegnati giorno per giorno alla BCE stessa in attesa di tempi migliori, in cambio di tassi risibili; una parte di questa liquidità è stata usata dalle banche per ricomprarsi sul mercato prima della scadenza, ad un prezzo inferiore al valore nominale le obbligazioni, da loro stesse emesse, ottenendo così dei buoni guadagni, un’altra parte è finita nell’acquisto dei titoli del debito pubblico dei Paesi dell’eurozona e solo una piccola parte è andata a finanziare l’economia: le imprese e le famiglie, così come auspicato da tutti, anche perché, le banche europee (ma anche quelle inglesi e americane) hanno molti "titoli tossici" in pancia e fanno fatica a ripagare i debiti in scadenza. La seconda operazione di rifinanziamento delle banche europee, da parte della BCE, ha concesso 529 milioni di euro in prestiti a 3 anni; da fine dicembre ad oggi la BCE ha dato alle banche europee piu di 1.000 miliardi di euro al tasso dell’1%. Le banche hanno un solo obbligo: quello di consegnare alla Banca Centrale titoli in garanzia, si tratta in gergo di un “pronti contro termine”. La BCE per favorire il più possibile le banche ha allargato il ventaglio dei titoli che è possibile dare in garanzia, come collaterale. Pochi mesi fa è stata varata dal governo italiano una legge per permettere alle banche di emettere dei titoli obbligazionari fittizi, garantiti dallo Stato stesso, che avevano lo scopo unico di essere consegnati alla BCE come collaterale in cambio della liquidità. Si capisce che questa situazione, se non corretta in tempo, potrebbe creare una bolla speculativa di grandi dimensioni.

Negli ultimi giorni abbiamo assistito anche ad un calo dello spread tra BTP italiani e Bund tedeschi. In che misura questa discesa può dipendere dalla BCE? I tassi dei debiti dei paesi dell’UE sono destinati a convergere?

La fase di Governo, apertasi con la nomina dell’On. Letta a Presidente del Consiglio, ha probabilmente avuto come effetto quello di far apparire la situazione Italiana piu solida, iniezioni di credibilità hanno sempre un risvolto positivo sui mercati. I tassi Europei convergeranno nel momento in cui tutte le economie andranno di pari passo; ma le situazioni critiche dei paesi all’interno dell’area Euro rimangono tali. Le economie sono in rallentamento, la disoccupazione tocca livelli storici e il credito alle imprese è ai minimi degli ultimi 55 anni. Credo ci sia tempo per parlare di convergenza dei tassi.

Gli indicatori anticipatori usciti in questo primo trimestre del 2013 indicano una fase di stagnazione o almeno di debole crescita in Europa e negli Stati Uniti, intanto però l’economie dell’area Bric continuano a crescere e si confermano i paesi con i tassi di crescita più sostenuti. Sarà così anche nel corso del 2013?

La concorrenza sui prezzi, dovuta al costo del lavoro, dei paesi emergenti si è oramai consolidata;il parziale, e in alcuni casi totale, abbattimento avvenuto tempo addietro dei dazi doganali ha fatto si che molte imprese delocalizzino in favore di questi paesi anche per cio che riguarda l’approvvigionamento di risorse. E’ evidente che i mercati di sbocco di questi paesi sono quelli Europei e nord Americani, una perdurante debolezza di questi ultimi avrebbe nel medio periodo ripercussioni negative importanti.

Sul fronte valutario secondo molti analisti il cambio euro/dollaro oltre 1.30 è troppo alto e potrebbe scendere nei prossimi mesi. Questo apre delle opportunità sul mercato azionario USA? Quali sono i titoli su cui puntare?

L’andamento dei tassi in Europa e USA è pressochè simile. L’andamento delle valute, oggi, si riflette in un andamento pressochè regolare, non vedo all’orizzonte grandi movimenti, a meno di un repentino cambio di indirizzo da parte delle banche centrali, ma questa mi sembra un’ipotesi da scartare.

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