Come scrivere un curriculum per trovare lavoro all’estero? Ecco una guida in 7 punti per renderlo efficace e vincente.
Scrivere un curriculum che sia utile per trovare lavoro all’estero è un’esigenza sempre più sentita anche in Italia, soprattutto alla luce del fenomeno crescente della cosiddetta “fuga dei cervelli”, che sta coinvolgendo ormai da anni i giovani talenti del nostro Paese.
L’emigrazione scolarizzata
Da segnalare, infatti, che l’emigrazione del nuovo millennio ha caratteristiche profondamente diverse da quella di fine ‘800 o inizio ‘900: attualmente coinvolge, per larga parte, individui con alte qualifiche professionali ed elevati livelli di istruzione. Quindi, mentre la politica tricolore continua ad assistere inerte allo spettacolo dei nostri professionisti e/o neolaureati che lasciano l’Italia in cerca di lavoro o migliori opportunità, in molti cominciano a guardarsi intorno per capire come rendere vincente il proprio curriculum anche all’estero.
I numeri dell’emigrazione
E’ difficile stimare con precisione la consistenza di questi nuovi flussi migratori: certo è che gli italiani residenti al di fuori del nostro Paese, al 1 gennaio 2013, erano ben 4.341.156, quasi il 7,3% della popolazione italiana complessiva. Ma c’è di più: parliamo, infatti, di dati probabilmente sottostimati. E’ infatti difficile che tutti i nostri connazionali emigrati si siano effettivamente iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani residenti all’estero). Comunque, anche di fronte alla consapevolezza che le mete più scelte dai lavoratori migranti sono perlopiù europee (Germania, Svizzera e Francia sul podio), è giusto seguire qualche consiglio per compilare un curriculum che sia vincente anche a livello internazionale. Eccone sette.
1. Il fattore della lingua
Al di là dell’ovvia importanza dell’inglese, un curriculum stilato nella lingua ufficiale del Paese in cui si ambisce trovare lavoro può catturare maggiormente l’occhio del selezionatore. Particolarmente importante, inoltre, la “traduzione” dei propri titoli di studio (e delle relative votazioni) secondo i parametri del sistema scolastico locale.
2. L’importanza della lettera di presentazione
Soprattutto in Italia, la lettera di presentazione è un fattore troppo spesso sottovalutato. Eppure, e lo certifica l’Università di Kent in un suo studio, catturerebbe il 10% in più dell’attenzione. Può infatti invogliare i recruiter a leggere anche il resto del curriculum.
3. Cv specifico per la mansione
Inutile mandare lo stesso identico cv per posizioni anche molto diverse tra di loro. Molto più efficace, infatti, predisporre il curriculum in modo da rendere evidente che si è idonei per il posto offerto.
4. Brevità
Nessuna smania di avere il curriculum più lungo possibile: tutte le informazioni fondamentali devono essere vibili fin dal primo colpo d’occhio.
5. No al modello europeo
Forse qualcuno ne rimarrà sorpreso, ma gli esperti del Career service dell’Università Bocconi sconsigliano il classico modello europeo per il curriculum: troppo lungo e dispersivo.
6. Esperienze internazionali
Qualora sussistano, è sicuramente una scelta vincente quella di mettere in evidenza il taglio internazionale delle proprie esperienze pregresse. E se non si possono vantare precedenti assunzioni presso società multinazionali, via libera alle informazioni su altre esperienze all’estero, anche a livello formativo.
7. L’aspetto
Il segreto? Semplicità, eleganza, ordine. Scelte ambiziose come i curriculum infografici o video cv possono rappresentare una scelta ideale per chi opera nel settore del design, ma nella maggior parte delle aziende non sono né diffusi né richiesti.
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