Crisi globale: domani G7 a Tokyo. Cosa ci aspetta?

Ivan Pasquariello

10 Ottobre 2012 - 13:54

Crisi globale: domani G7 a Tokyo. Cosa ci aspetta?

Domani la crisi globale sarà al centro dell’incontro dei ministri delle finanze del G7 domani a Tokyo. Cosa ci aspetta?

Gli occhi saranno tutti puntati su tre protagonisti: Europa, USA e Asia. L’Europa è alle prese con una crisi del debito che non accenna a essere risolta. Sei nazioni sono in recessione e altre seguiranno a breve. Per gli Stati Uniti, subito dopo le elezioni presidenziali ci sarà lo scoglio del “fiscal cliff”, che porterà a un aumento vertiginoso della pressione fiscale in America. Infine, l’indebolimento dell’Asia sta minacciando la crescita economica globale.

Per tutte queste ragioni, l’FMI ha dovuto rivelare di avere prospettive piuttosto buie sul futuro dell’economia mondiale.

La riunione di Tokyo

Probabilmente l’incotro di giovedì tra i ministri delle finanze e i presidenti delle banche centrali delle sette nazioni maggiormente industrializzate non porterà alla luce soluzioni finali per la risoluzione del problema. La riunione di giovedì sarà seguita, il giorno dopo, da quella delle 188 nazioni dell’FMI e della World Bank.

L’obiettivo primario sarà uno: avvertire i rappresentanti delle nazioni che un intervento immediato, per evitare una crisi economica catastrofica a livello mondiale, è assolutamente necessario.

Ecco nel dettaglio la situazione delle tre regioni che sono nell’occhio del mirino della conferenza di Tokyo.

Stati Uniti

L’economia americana è in crisi. La crescita annuale, tra aprile e giugno, è stata dell’1,3%. L’FMI prospetta un’espansione del 2,2% e solo del 2,1% per il prossimo anno. Il tasso di disoccupazione, seppur in discesa, è sempre alto al 7,8%. Il settore manifatturiero continua a ristagnare e la retribuzione dei lavoratori sente il peso dell’inflazione.

Il rischio più grande è rappresentato dal "fiscal cliff", il precipizio fiscale che porterà aumenti delle tasse e richiederà ingenti tagli alla spesa già dal 2013. Se le misure prese dal Congresso per controllare l’impatto del "fiscal cliff" dovessero fallire, per gli esperti gli Stati Uniti cadrebbero in recessione a partire dal prossimo anno. Il tasso di disoccupazione arriverebbe a toccare quota 9,1%.

La situazione americana preoccupa tutto il mondo. La maggiore economia globale che cade in recessione, avrebbe conseguenze dirette sui sistemi economici del resto del mondo.

Il Congresso dovrà anche deliberare per quanto riguarda il tetto limite sul debito. Timothy Geithner, segretario al tesoro, ha confermato che il Congresso sarà aiutato il più possibile, per evitare una catastrofe economica imminente.

Europa

L’economia dell’euro-zona subirà una riduzione dello 0,4% quest’anno e, come prospettato dall’FMI, crescerà solamente dello 0,2% nel 2013.

Il problema dell’Europa è soprattutto dal punto di vista politico. Le differenze tra le nazioni dell’euro-gruppo hanno fatto si che fosse difficile trovare una soluzione ai problemi che affliggono la regione.

La Germania, per esempio, vuole più tempo per mettere a punto i dettagli riguardo alla possibilità che la BCE diventi ufficialmente un’autorità di vigilanza sul sistema bancario.

La Spagna continua a prolungare l’attesa per una richiesta di aiuti all’UE, il che ha reso molto nervosi gli investitori e i piani alti a Bruxelles.

La disoccupazione nell’euro-zona è arrivata a un valore di 11,4% complessivamente. Grecia, Spagna, Italia, Cipro, Malta e Portogallo sono in recessione. Il tasso di disoccupazione in Spagna e Grecia ha raggiunto la soglia del 25%.

ASIA

La crescita annuale in Cina è arrivata a toccare quota 7,6% durante il trimestre che si è concluso a giugno. Si tratta del minimo registrato in 3 anni. Per l’FMI, la crescita in Cina arriverà al 7,8% in questo 2012.

Sono dati che farebbero gola al resto del mondo, ma di recente, nel 2010, l’espansione economica annuale della Cina ha superato il 10%. Il rallentamento ha danneggiato le aziende cinesi che dipendono da una crescita robusta. L’indebolimento dei mercati di esportazione in Europa e negli Stati Uniti probabilmente potrebbe ritardare il rimbalzo economico della Cina.

La situazione è decisamente peggiore in Giappone. L’FMI prevede una crescita economica giapponese del 2,2% quest’anno e dell’1,2% nel 2013. La ripresa lenta dopo il terremoto del 2011 sta facendo la sua parte. La popolazione giapponese è in calo e l’invecchiamento aumenta. L’economia nipponica sta affrontando ingenti debiti e una fase di stagnazione.

In generale, per lo sviluppo economico dell’area Asia-Pacifico nel suo complesso, la Banca Mondiale prevede una crescita del 7,2% per quest’anno. L’economia indiana crescerà del 4,9%, quella del Brasile dell’1,5%, secondo le previsioni dell’FMI.

L’attrito tra Cina e Giappone sulle isole contese nel Mar Cinese Orientale pone un’altra minaccia per la crescita della regione. L’antagonismo e un’ondata di rivolte anti-giapponesi in Cina, hanno ridotto la domanda di auto di marca giapponese e raffreddato l’espansione del commercio turistico tra i due paesi, che un tempo rappresentava un chiaro punto di forza.

JP Morgan prevede che le esportazioni di auto giapponesi in Cina precipiterà del 70% durante il periodo compreso tra ottobre e dicembre. Le esportazioni di ricambi d’auto caleranno circa del 40%, proprio come le esportazioni di altri prodotti di consumo come l’elettronica.

C’è in filo comune che lega le principali economie mondiali. Il crollo di una potrebbe compromettere il futuro delle altre. Il G7 servirà per fare luce sulle soluzioni possibili.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it