Crisi dell’euro, Spagna e Grecia: se il peggio fosse davvero passato?

Ivan Pasquariello

26 Settembre 2012 - 16:31

Crisi dell’euro, Spagna e Grecia:  se il peggio fosse davvero passato?

Ancora la crisi dell’euro, stavolta sulle pagine del Washington Post, da dove giunge un’analisi approfondita su Spagna e Grecia. E se il peggio fosse davvero passato? Gli ultimi annunci fatti dalla BCE e l’ottimismo dimostrato da Draghi nella conferenza stampa di Francoforte, fanno sperare per il meglio. L’euro è effettivamente in ripresa?

La situazione attuale

In Spagna, i mercati azionari sono migliorati nell’ultimo mese e i tassi d’interesse pagati dal governo per ottenere dei prestiti sono finalmente scesi. Gli ultimi dati relativi all’euro-zona indicano che le banche e le coroporazioni europee ottengono più facilmente denaro dagli investitori privati.

Sembra davvero che le dichiarazioni e le scelte della BCE abbiano posto fine alla parabola discendente dell’euro, ponendo le basi per un nuovo inizio.

Ancora tanto da fare

C’è ancora tanto da fare. Vi è grande attesa per i dati sul bilancio che verranno annunciati domani in Spagna. Intanto, a Madrid continuano le proteste dei cittadini spagnoli, che non accettano l’ennesimo piano di austerity proposto da Rajoy e collaboratori.

La questione della Grecia è sempre in sospeso, mentre si continua a parlare di un possibile terzo piano di salvataggio pronto dall’UE per Atene. Anche il piano per costituire un’unione bancaria europea resta ancora in cantiere, in attesa di essere revisionato e completato. Va detto, l’Europa resta in una situazione di crisi, ma forse il peggio è davvero passato.

Le preoccupazioni su un riacutizzarsi della recessione e su possibili rotture interne ai 17 stati membri dell’Unione, sembrano allontanarsi.

Gran parte del merito deriva dalle decisioni prese dalla BCE. "Non potrei elogiare mai abbastanza la Banca Centrale. Sono ben visibili gli effetti positivi che le sue scelte hanno prodotto per la stabilizzazione dei mercati" ha detto Christine Lagarde, direttrice dell’FMI.

Anche le preoccupazioni relative alla situazione a breve termine, che hanno attanagliato esperti e gli analisti, vanno perdendo d’intensità. Perfinogli economisti inglesi, solitamente i più pessimisti di tutti, hanno rivelato: "gli eventi che si sono susseguiti recentemente, hanno rimesso in gioco l’euro-zona".

Oltre al piano di acquisiti di titoli di stato da parte della BCE è arrivata anche l’approvazione del’ESM da Berlino. Adesso il progetto è pronto a partire nel mese di ottobre.

I danni causati dalla crisi

I danni causati dalla crisi comprendono esborsi da parte dei governi per salvare le banche locali. Anche delle banche prima apparentemente stabili, hanno riscontrato forti perdite improvvise, perché avevano investito in titoli di stato traballanti. Il rallentamento nella crescita economica ha dato il colpo di grazia.

L’ unione monetaria, invece di incoraggiare l’integrazione economica, è diventata velocemente un veicolo per il definitivo collasso. Una nazione fuori dall’UE, con la propria banca centrale e la propria valuta, avrebbe saputo affrontare meglio la crisi, producendo meno danni.

Per quanto la situazione tutt’oggi non sia rosea, gli ultimi annunci fatti dalla BCE hanno aiutato a incrementare la sensazione che la Grecia possa ridursi effettivamente a essere un caso isolato.

Occhi puntati sulla Spagna

Ora, gli occhi sono tutti puntati sulla Spagna, che tra rivolte popolari e crisi in Catalogna, dovrà decidere se necessita o meno di un piano di salvataggio dall’UE. Il rischio concreto è quello di trascinare a fondo l’Europa intera, se a Madrid dovessero sbagliare le proprie stime.

Le parole ottimistiche pronunciate da Draghi in conferenza stampa a Francoforte, aiutano a costruire un quadro positivo. Quando sapremo se il peggio è davvero passato? Bisognerà aspettare almeno fino al 2013, anno in cui ci dovrebbe essere la tanto attesa ripresa economica.

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