In arrivo il bail in, Intesa e Unicredit salvano le banche in crisi?

Linda Tiralongo

07/09/2015

Il sistema bancario italiano potrebbe ricapitalizzare Carife, Banca Marche e Banca Popolare dell’Etruria, prima che entri in vigore il bail-in. Ecco i dettagli e le posizioni di Unicredit e Intesa San Paolo.

In arrivo il bail in, Intesa e Unicredit salvano le banche in crisi?

Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Marche e Banca Popolare dell’Etruria potrebbero essere tratte in salvo da un piano di investimenti allo studio del Fondo interbancario di tutela dei depositi del valore di 1,5 miliardi di euro.

I tre istituti, commissariati dalla Banca d’Italia per gravi insufficienze patrimoniali, potrebbero cioè tornare a nuova vita grazie ad un intervento di ricapitalizzazione che vedrebbe coinvolti gli istituti di credito italiani con un impegno proporzionale alle loro quote di mercato.

Intesa San Paolo e Unicredit potrebbero essere tra le principali quotate del comparto bancario a partecipare all’operazione, anche se ancora il condizionale è d’obbligo.

Si tratta di uno studio di fattibilità, e anche se ancora non risulta esserci stato nessun coinvolgimento ufficiale né di Intesa né di Unicredit, ad accelerare sulla faccenda è il timeout posto dal recepimento della normativa europea sul bail-in.

Ecco il punto sul fondo salva-banche e sui legami con il bail-in europeo.

Fondo salva-banche prima che entri in vigore il bail-in UE

1,5 miliardi di euro è la cifra stimata dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD) per risanare i bilanci dei tre istituti di credito attualmente sottoposti a procedura fallimentare. Lo studio di fattibilità, messo a punto dal FITD, dovrebbe creare le condizioni ottimali di salvataggio di Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Marche e Banca Popolare dell’Etruria attraverso una holding finanziata dal sistema bancario italiano. Secondo una nota riportata da Equita, l’impegno stimato per le banche italiane, proporzionalmente alle loro quote di mercato, potrebbe essere così ripartito:

  • 250-300 mln di euro da parte di Unicredit e Intesa San Paolo;
  • 50-60 mln di euro dalle banche medio-grandi;
  • 20-30 mln di euro dagli istituti minori.

Salvataggio bancario: le posizioni di Unicredit e Intesa San Paolo

Nel frattempo, anche se era condiviso che il risanamento delle banche commissariate avrebbe influito sui bilanci del comparto, il presidente del consiglio di Gestione di Ca’ de Sass, Gian Maria Gros Pietro fa sapere alla stampa che

Intesa SanPaolo è pronta a fare la propria parte, attraverso il fondo interbancario, per il salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria e Carife, ma non è disposta ad acquisizioni dirette.

L’ad Unicredit Federico Ghizzoni invece, si è espresso in merito al piano di salvataggio allo studio del Fondo, dichiarando

Non ci è ancora pervenuto nulla, penso sia uno studio di fattibilità che stia facendo il fondo stesso.

Salvataggio bancario e bail-in: cosa cambia?

L’obiettivo dell’operazione sarebbe anche evitare il prelievo forzoso dei bond senior e dei depositi oltre i 100 mila euro che scatterebbe dal 1° gennaio 2016, secondo quanto previsto dalla normativa UE sul bail-in, recepita nel mese di luglio di quest’anno. Secondo la nuove regole infatti, in caso di crisi bancarie saranno i correntisti e gli azionisti a pagare. Le crisi bancarie dovranno cioè essere risolte dall’interno.

Per approfondire sulla normativa del bail-in potrebbe interessarti: Bail-in approvato: pagano i correntisti e gli azionisti per le crisi bancarie anche in Italia

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