Crisi: per Salvini è suicidio politico o strategia vincente?

Fiammetta Rubini

27 Agosto 2019 - 12:39

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Con la crisi di governo innescata e la rottura con i 5 Stelle Matteo Salvini si è suicidato politicamente o il leader della Lega aveva calcolato tutto?

Crisi: per Salvini è suicidio politico o strategia vincente?

L’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega è durata solo 14 mesi, e con la sempre più probabile formazione di un governo giallo-rosso (le consultazioni per l’intesa PD-M5S sono in corso) l’esperienza di Matteo Salvini come ministro dell’Interno e vicepremier si avvia al capolinea.

Un’opinione comune, espressa sia dalla stampa estera che da quella italiana, è che il crollo della coalizione rappresenti un suicidio politico per il leader della Lega, principale responsabile di questa crisi. Salvini si sarebbe sconfitto da solo, senza che i suoi avversari facessero nulla.

Resta ora da vedere se Salvini riuscirà a mantenere la sua leadership dirigendo l’Italia ancora più a destra o se la cementificazione dell’alleanza dem-5 Stelle riuscirà a metterlo in ombra.

Crisi: per Salvini suicidio politico o opportunità?

Il “canto del cigno” di Giuseppe Conte, che martedì 20 agosto ha rassegnato le sue dimissioni, è stato un’invettiva contro Salvini, accusato di essere un irresponsabile e un opportunista per aver dichiarato chiusa la coalizione e aver chiesto nuove elezioni.

Mentre i 5 Stelle perdevano consensi e la figura di Conte appariva debole e tecnocratica, Salvini diventava sempre più forte. Il leader della Lega ha vinto quasi tutte le sue battaglie nonostante il numero di rappresentanti nettamente inferiore rispetto al partner, dall’approvazione del Decreto Sicurezza al Sì alla TAV. Poteva anche contare sul 40% dei consensi secondo i sondaggi politici. Forte di tutto ciò, Salvini era convinto che spingere verso le elezioni potesse consentirgli di formare un governo di destra con il sostegno di Fratelli d’Italia ed eventualmente di Forza Italia.

La strategia ad alto rischio di Salvini rischia di metterlo all’opposizione. Il disfacimento del suo piano nelle ultime due settimane ha dimostrato che il potere politico acquisito è più debole della figura promossa in parlamento, sui social network e nelle piazze. Forse Salvini ha fatto male i calcoli? Ricordiamo che prima di lui un altro Matteo, nel 2016, è stato sconfitto dalla sua stessa arroganza quando ha scommesso sulla sua premiership con il referendum costituzionale.

I passi falsi di Salvini

Secondo il giornalista Giampaolo Pansa sono almeno 4 gli errori compiuti dal leader della Lega in questa estate concitata, a partire dalla convinzione di essere diventato, citiamo, il “padrone d’Italia”, ma senza aver usato l’astuzia per evitare il proprio suicidio.

Il primo passo falso in elenco è la presunzione, quella con cui Salvini avrebbe governato convinto di essere il boss, il più forte, il capitano senza rivali, o almeno senza rivali degni.

Anche l’atteggiamento di chi è rilassato nel salotto di casa sua o al tavolino del bar, mentre Giuseppe Conte parlava a Palazzo Madama lanciandogli spietate accuse, gli si è ritorno contro. Il bacio del crocifisso e l’esibizione dei simboli della fede cattolica persino a Palazzo Madama, poi, non sono stati una mossa arguta. Essersi posto, da bravo populista, come un fervente devoto ha colliso con la versione di Salvini in vacanza al Papeete circondato da ragazze in costume.

L’elenco di Pansa degli errori principali di Salvini si ferma qui, ma la lista potrebbe continuare.

Dopo la crisi, un governo di destra?

Adesso Sergio Mattarella sta incontrando i leader PD e 5 Stelle per negoziare la formazione di un nuovo governo, come previsto dalla Costituzione.

Il voto a favore di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea, che ha accomunato M5S e PD, ha portato a chiedere alle due forze di formare una coalizione stabile non solo per l’Italia ma anche per i suoi alleati europei al fine di riportare l’Italia a membro attivo dell’UE.

Anche se i presupposti per costituire un’intesa funzionante ci sono, è probabile che questa coalizione si mostri un’alleanza a breve termine per cercare di ripristinare la credibilità fiscale con l’Europa ed evitare l’aumento automatico dell’IVA, che verrebbe imposto in assenza di un piano di riduzione del deficit da presentare a breve. Ciò porterebbe sia a nuove elezioni sia, molto probabilmente, a un nuovo governo a guida Lega. Se non verrà raggiunto un accordo si andrà al voto in autunno, con la Lega per Salvini premier destinata a vincere. Insomma, anche se Salvini sembra aver giocato le sue carte male e troppo presto, potrebbe comunque trarre vantaggio da questa situazione.

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