Crisi: Roubini, l’uomo della crisi Lehman. Recessione nel 2012

Nadia Fusar Poli

25/10/2011

Crisi: Roubini, l’uomo della crisi Lehman. Recessione nel 2012

CRISI, RECESSIONE - L’economista americano Nouriel Roubini stima ad oltre il 50% il rischio di un’altra recessione nel 2012 per i paesi sviluppati.

Nouriel Roubini non usa mezzi termini: "Credo che ci sia una probabilità significativa di oltre il 50% di avere un’altra recessione nelle economie avanzate nel corso dei prossimi dodici mesi", ha detto l’economista Martedì, durante un forum economico organizzato in concomitanza con il vertice del Commonwealth in Australia, a Perth.

"Che la si chiami doppia recessione (double dip, in inglese), la continuazione della prima recessione, o seconda recessione. non importa, non è una questione di semantica", ha aggiunto.

E quando parla Roubini, tutti lo ascoltano. Soprattutto i mercati. Nouriel Roubini è diventato famoso per essere stato uno dei pochi a prevedere la crisi finanziaria del 2008.

Senza una riforma radicale da parte dei leader europei, la zona euro potrebbe crollare e provocare una crisi peggiore di quella del 2008, ha avvertito. Secondo Roubini la gravità del rallentamento dipenderà dalla capacità dell’Europa di evitare una rottura nella zona euro. I mercati si aspettano delle misure che possano incentivare la crescita economica nei paesi più deboli della zona euro, e non degli "strumenti finanziari" che lasciano che siano i paesi più ricchi a gravarsi dell’onere del debito dei paesi più poveri, ha detto l’economista.

"In una situazione che diventa sempre più disordinata e in cui diversi paesi della zona euro cadranno in default, portando ad un crollo della regione (...) questo sarebbe altrettanto grave, o anche peggio, della caduta di Lehman nel 2008 ", ha continuato Roubini. Tanto più che, con una recessione così pesante nelle economie avanzate, "i danni collaterali nei mercati emergenti potrebbe essere significativi."

La raccomandazione di Roubini? Basta svalutare l’euro per rilanciare le esportazioni e abbassare i tassi di interesse. "Se (i leader europei) vogliono realmente ripristinare la crescita nel breve termine, dovrebbero ridurre i loro tassi di interesse allo 0%", ha affermato.

Roubini non è l’unico a proporre soluzioni, per lo meno, sorprendenti alla crisi attuale in Europa. Anche il Premio Nobel per l’economia nel 2011, ha le sue idee sulla questione.

Infine, l’indebolimento della domanda europea e americana potrebbe indebolire la Cina e renderla vulnerabile, soprattutto in considerazione dell’alto livello di "crediti inesigibili" del settore finanziario cinese, ad esempio nell’ immobiliare. Scenario catastrofico, surreale o verosimile?

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