Crisi debito: la tesi iconoclasta del premio Nobel per l’economia

Nadia Fusar Poli

25 Ottobre 2011 - 16:05

Crisi debito: la tesi iconoclasta del premio Nobel per l’economia

CRISI DEBITO. In un’intervista al sito Youphil, Joseph Stiglitz va contro corrente rispetto alle soluzioni, più o meno convenzionali, avanzate sinora sulla crisi. Per il premio Nobel all’economia 2011, "ridurre il deficit indebolirà l’economia" e "spendendo un sacco di tempo a trattare con le banche, si sono dimenticati i problemi di fondo".

Il pensiero dell’economista premio Nobel Joseph Stiglitz è decisamente diverso da qualsiasi altro. Già qualche mese fa, aveva semplicemente consigliato alla Germania ... di uscire dalla zona euro. In un’intervista con il sito Youphil, sottolinea le incongruenze dei governi per arginare la crisi e dà le sue soluzioni.

Per l’ economista, il problema fondamentale non è solo finanziario. "Il problema ... non viene solo dal settore finanziario. Nel 2007 l’economia aveva una malattia che è stata mascherata dalla bolla immobiliare che ha permesso alle persone di consumare oltre le loro possibilità. Se non ci fosse stata questa bolla, avremmo avuto una carenza di domanda aggregata e l’economia sarebbe stata debole... Salvare le banche era necessario ma non sufficiente. Ed è qui che l’amministrazione Obama e coloro che erano vicini al sistema bancario hanno sbagliato. Le banche si sono comportate molto male, aggravando crisi. Passando troppo tempo a trattare con le banche, si sono dimenticati i problemi di fondo", dice nell’intervista.
Secondo Stiglitz le vere radici della crisi sono la competitività dei paesi emergenti, il sistema monetario internazionale e l’ impennata dei prezzi dell’energia.
"A livello globale, abbiamo bisogno di una strategia di crescita. Il che significa rispondere a questa domanda: come possiamo stimolare l’economia per creare posti di lavoro?
Il secondo problema dell’Europa è la risoluzione della crisi dell’euro. Come sostenere i paesi che sono in difficoltà, preservando l’euro? Questo per quanto riguarda il breve termine.

A medio termine, prosegue l’economista, ci sono due sfide che non potranno essere risolte rapidamente, ma che dovrebbero ugualmente essere affrontate: in primo luogo, la crescente disuguaglianza nella maggior parte dei paesi, e poi la riforma del sistema monetario e delle riserve internazionali.

La regola d’oro? Secondo Joseph Stiglitz, il deficit (cui spesso si riferisce usando l’espressione “feticismo del deficit) è tutt’altro che una priorità "in questo momento, ridurre il deficit indebolirà l’economia. L’ austerità non è la soluzione: essa aggraverà ulteriormente i nostri problemi". Egli raccomanda invece nuove spese pubbliche per stimolare l’occupazione, soprattutto negli Stati Uniti. "Abbiamo bisogno di massicci investimenti in infrastrutture, tecnologia e istruzione".
Per risolvere il problema della crescente disuguaglianza, si deve condurre, secondo Stiglitz, una politica a lungo termine in materia di istruzione. Ma anche concentrarsi sull’ innovazione ambientale, mentre, "fino ad oggi, il settore privato si è concentrato sulle innovazioni che creano disoccupazione."

Rispondendo alla domanda sulla crisi della zona euro, l’economista ha affermato che "parte della risposta risiede nella solidarietà europea e nell’impegno ad aiutare i paesi in difficoltà. Questo può assumere varie forme: un Eurobond, tasse comuni per sostenere l’attività economica europea, una strategia di crescita"ed ancora riconoscendo che "la Grecia non risolverà i suoi problemi attraverso l’austerità e che deve concentrarsi sulla crescita. Ci sono molte possibilità, ma ciò che non funziona è l’austerità".
Stglitz ha consigli anche per Christine Lagarde. "È necessario creare un nuovo sistema di riserva globale. Nel breve periodo, dobbiamo estendere i diritti speciali di prelievo. È stato fatto nel 2009, e ha aiutato, ma ora bisogna farlo in maniera regolare. Le altre tre sfide sono: migliorare il sistema di recupero del debito sovrano, regolare i flussi tra i paesi e regolare le istituzioni finanziarie globali".

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