Crisi, Lagarde: economia europea fragile e mercati frammentati

Valentina Pennacchio

30 Novembre 2012 - 17:05

Crisi, Lagarde: economia europea fragile e mercati frammentati

La crisi dell’Europa e della sua economia, ancorata all’incertezza sul futuro, desta sempre più preoccupazione nello scenario internazionale. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Christine Lagarde, parla di “un’economia fragile” con “mercati frammentati”. E aggiunge: ’’Spero non sia necessario attivare a breve termine il programma di acquisto di titoli di stato da parte della BCE”.

Gli effetti della recessione sono forti in tutta l’Eurozona, nonostante le risposte della politica “a livello nazionale ed europeo” per “tranquillizzare i mercati”. Il tasso di disoccupazione in Europa sfiora le soglie del 12%, un livello record. L’Europa ha bisogno di decisioni urgenti e concrete. Quali potrebbero essere i prossimi step?

Politica economica “asimmetrica”

Ove e quando necessario, si possono attuare delle politiche economiche “squilibrate”. E’ giusto che i Paesi più forti sostengano la ripresa e la crescita di quelli in deficit attraverso l’aumento dei propri redditi reali.

Politiche di bilancio a sostegno della crescita

La ripresa deve avvenire in nome di credibilità, decisione e tempistiche ragionevoli, al fine di “non deprimere eccessivamente le attività e sostenere la domanda a breve termine”, elementi già fortemente pregiudicati dal clima di austerity generale.

Unione bancaria

L’Unione bancaria è una priorità perché rappresenta uno strumento di vera solidarietà e cooperazione europea in termini di bilancio, sia per gestire la crisi, sia per “evitare che gli shock a livello nazionale diventino sistemici”. Nonostante sia necessaria, non deve avvenire in maniera confusa o incerta, perché ciò sarebbe un rischio. Occorre garantire coerenza e precisione nelle misure, specificando tutto ciò che concerne il meccanismo unico di supervisione e il sistema comune di assicurazione dei depositi e di risoluzione (ristrutturazione e fallimento).

Un grande problema: linguaggio incomprensibile

La Lagarde, analizzando il quadro economico europeo, ha parlato anche di un linguaggio troppo tecnocratico nell’Eurozona, che, associato alla complessità delle istituzioni, nuoce gravemente alla ripresa e allo sviluppo di lungo termine perché impedisce agli investitori di paesi terzi, asiatici o d’oltreoceano, di affacciarsi sull’Europa per “un meccanismo non di rigetto, e di incomprensione totale’”. Non bisogna aggravare la situazione presentando la propria politica in termini “esoterico -europei” e “con un linguaggio che comprendiamo solo noi”, ha aggiunto la Lagarde.

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