Criptovalute: l’India prepara la regolamentazione

Gabriele Stentella

5 Novembre 2021 - 17:19

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Il governo indiano starebbe lavorando a una proposta per regolamentare le criptovalute. Sfuma l’ipotesi di un divieto simile a quello introdotto in Cina.

Criptovalute: l’India prepara la regolamentazione

Il governo di Nuova Delhi starebbe lavorando a una legge per regolamentare le valute digitali. Questo è quanto emerge da alcune indiscrezioni giornalistiche, le quali sembrerebbero indicare nel mese di febbraio 2022 la data del via libera ufficiale da parte dell’esecutivo del premier indiano Narendra Modi.

Già a settembre la ministra delle finanze indiana Nirmala Sitharaman non aveva escluso la regolamentazione delle criptovalute durante un’intervista rilasciata al quotidiano «Hindustan Times». In quell’occasione tuttavia la ministra non aveva espresso un proprio parere sull’adozione di Bitcoin o di un’altra criptovaluta di stato, limitandosi a descrivere uno scenario futuro nel quale il legislatore dovrà tenere conto delle innovazioni tecnologiche di questa natura.

Il governo indiano sembra dunque scartare l’ipotesi d’introdurre divieti sulle criptovalute come quelli già presenti in Cina. Esaminiamo meglio le notizie.

Regolamentazione in India sulle criptovalute in vista

In India le criptovalute sono oggetto di dibattiti da diversi anni e in passato la posizione delle istituzioni nei loro confronti non è sempre stata accomodante. Basti pensare alla notizia trapelata a marzo riguardante la possibile introduzione del divieto di scambio e possesso delle valute digitali.

Anche la Banca Centrale Indiana ha sempre manifestato un enorme scetticismo verso le altcoin, manifestando invece una maggiore apertura verso lo sviluppo della «Central Bank Digital Currency», vale a dire una versione digitale della rupia indiana.

Ora però le autorità indiane sembrano voler fare dietrofront, abbandonando l’ipotesi di rendere illegale il trading e il possesso di criptovalute in favore della regolamentazione. Ancora non si conoscono dettagli certi riguardanti quest’ultimo aspetto, ma diverse fonti riferiscono che le altcoin potrebbero essere classificate come asset alla stregua di materie prime quali oro o argento.

I motivi dell’apertura dell’India verso la regolamentazione

Dietro l’apertura del governo indiano alle valute digitali sono identificabili una serie di ragioni di diversa natura. In primo luogo, molti esperti sono convinti che la mossa di Nuova Delhi sia un diretto effetto della repressione normativa messa in campo da Pechino: l’India ha l’occasione di attrarre a sé i miner cinesi, i quali al momento sembrano preferirle Paesi quali Stati Uniti, Russia e Kazakistan.

Il paradosso è che l’India è tra le nazioni con la più alta crescita d’investimenti in criptovalute. Basti pensare che da inizio anno sul più grande exchange del paese CoinSwitch Kuber si sono registrati 6 milioni di utenti. Complessivamente sono stati 15 milioni gli indiani che hanno eseguito scambi negli ultimi 12 mesi.

Come riportato in precedenza, ancora non si conosce la data in cui sarà presentata la legge concernente le regolamentazioni, né tanto meno la data in cui queste regole dovrebbero entrare in vigore.

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