Tari 2023 non pagata, quali sanzioni rischia il cittadino

Nadia Pascale

8 Novembre 2023 - 09:52

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Non ho pagato la Tari 2023, cosa succede, quali sanzioni sono applicate? Sono responsabile anche se i bollettini non arrivano? Ecco quale normativa si applica alla Tari non pagata.

Tari 2023 non pagata, quali sanzioni rischia il cittadino

Cosa succede se un cittadino ha la Tari non pagata o si accorge di aver un versamento effettuato in ritardo o incompleto? Come comportarsi se non si riceve il bollettino di pagamento della tassa rifiuti?
Vediamo cosa fare al verificarsi di questi frequenti disguidi.

La prima cosa da sottolineare è che la scadenza della Tari non è uguale per tutti. Si tratta di una data di scadenza decisa dal Comune, di conseguenza la mancata consegna dell’avviso di pagamento con i bollettini e le scadenze potrebbe essere determinata da un ritardo da parte del Comune. Che succede invece se la mancata consegna è dovuta a un disguido?

La Tassa sui rifiuti, in base al regolamento del proprio Comune può essere pagata in un’unica soluzione oppure con diverse rate, generalmente due acconti e un saldo. Non è raro che i Comuni fissino una soglia, bassa, al di sotto della quale non è possibile accedere al pagamento rateale.

Per quanto riguarda, invece le sanzioni e rischi per il cittadino che non paga la Tari dipendono dal ritardo con cui viene regolarizzata la situazione.

Cosa succede se si paga la Tari 2023 in ritardo?

Chi paga la tassa sui rifiuti in ritardo rispetto alla scadenza fissata dal proprio Comune va incontro a una sanzione, il cui importo può essere alleggerito grazie allo strumento del ravvedimento operoso.

Il ravvedimento operoso è uno strumento con cui i contribuenti possono regolarizzare omissioni, errori o illeciti di tipo fiscale, in modo spontaneo, versando:

  • il tributo non pagato;
  • una sanzione stabilita in misura ridotta;
  • gli interessi, calcolati sull’importo non pagato al tasso legale vigente.

L’importo della sanzione dipende dalla data in cui si procede con il pagamento di quanto dovuto per la Tari. Due gli elementi presi in considerazione:

  • importo dell’imposta originariamente non pagata;
  • scadenza originaria dell’imposta non pagata.

Di solito la sanzione è pari al 30% dell’imposta o della tassa dovuta (art. 13 del d.lgs. n. 471/1997). Con il decreto legislativo 158 del 2015 si è però provveduto a ridurre della metà le sanzioni nel caso in cui la regolarizzazione avvenga entro 90 giorni.
Le sanzioni sono così determinate:

  • ritardi fino a 14 gg: sanzione del 15% ridotta a 1/15 per giorno;
  • ritardi tra 15 e 90 gg: sanzione del 15% dell’imposta;
  • ritardi superiori a 90 gg: sanzione ordinaria del 30%.

Alle sanzioni così determinate si applicano ulteriori sconti nel caso di ravvedimento operoso. Il ravvedimento operoso si ha quando il contribuente in maniera spontanea, quindi senza aver ricevuto solleciti, effettua il pagamento del dovuto. In questo caso la sanzione è:

  • dello 0,1% dell’imposta per ogni giorno di ritardo più gli interessi giornalieri se il pagamento avviene entro 14 giorni dalla scadenza;
  • 1,5% a cui si aggiungono interessi se il pagamento avviene tra il 15° giorno e il 30° giorno dalla scadenza;
  • 1,67% a cui si aggiungono gli interessi se il pagamento avviene tra il 90° giorno e un anno;
  • la sanzione deve essere pagata per intero nel caso in cui il pagamento avvenga oltre un anno.
    Il tasso di interesse legale per il 2023 è stato fissato al 5%.

Cosa succede se non si paga la Tari?

Va fatto un discorso diverso se, invece, la Tari non viene pagata. In questo caso le conseguenze diventano più gravi della semplice sanzione amministrativa.

Se l’importo complessivo di Tari non pagata supera i 30.000 euro si sfocia nel reato di evasione fiscale, per il quale si rischia la detenzione. Sotto i 30.000 euro invece rimane illecito tributario, punito con sanzioni molto severe.

Il Comune in tal caso può richiedere l’esecuzione forzata per il soddisfacimento in modo coatto del diritto del creditore nei confronti del debitore, quindi il tribunale può disporre il pignoramento dei beni del debitore.

Cosa fare se la Tari non arriva?

Altre volte invece il contribuente non paga la Tari perché non è arrivato il bollettino per effettuare il versamento.

In questo caso il contribuente deve contattare il proprio Comune e chiedere spiegazioni circa il ritardo. In questo modo il cittadino può sapere con certezza se continuare ad aspettare o se procedere con calcolo e pagamento in autonomia.

Nel secondo caso, il calcolo della Tari si può fare online per tutti i Comuni, ma prima vanno consultati dati, aliquote e procedure sul sito del proprio Municipio.

Chi non riceve il bollettino non è esente: deve comunque pagare quanto dovuto per la tassa sui rifiuti tramite modello F24 in banca o presso un ufficio postale. Il codice tributo è 3944 e va inserito nella sezione “IMU e altri tributi locali”.

Ricordiamo infine che la Tari è soggetta a prescrizione: se il Comune non invita il cittadino a pagare la tassa sull’immondizia entro 5 anni non potrà più pretendere il pagamento degli importi evasi.
La Corte di Cassazione con l’ordinanza 17234 del 15 giugno 2023 ha infatti ribadito che per il mancato pagamento della Tari si applica la prescrizione breve in 5 anni e non il termine ordinario di 10 anni previsto dall’art. 2946 c.c..

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