Immunità parlamentare e autorizzazione a procedere: come funziona

Isabella Policarpio

12/02/2020

12/02/2020 - 09:19

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L’immunità parlamentare è la prerogativa di deputati e senatori di non poter subire procedimenti e restrizioni della libertà; per farlo serve l’autorizzazione a procedere delle Camere. Ecco cosa dice la legge.

Immunità parlamentare e autorizzazione a procedere: come funziona

Sempre molto discussa, anche se indispensabile, l’immunità parlamentare prevista per deputati e senatori.Questa immunità è un complesso di prerogative che serve a favorire lo svolgimento della funzioni, evitare le persecuzioni processuali ingiustificate e, soprattutto, le vendette degli avversari politici. In altre parole è fondamentale per il corretto svolgimento della funzione istituzionale ricoperta.

Significa che deputati e senatori non possono subire processi o restrizioni della libertà personale a meno che non venga votata l’autorizzazione a procedere dalle Camere.

L’immunità parlamentare è disciplinata dall’articolo 68 della Costituzione e si articola nella insindacabilità per le opinioni ed i voti espressi e nella inviolabilità della libertà personale per i reati commessi. Tali garanzie durano per tutto il tempo in cui il parlamentare resta in carica, dopodiché si esauriscono; a quel punto, per la magistratura, egli torna ad essere un comune cittadino.

COS’È L’IMMUNITA’ PARLAMENTARE E COME FUNZIONA L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE

Immunità parlamentare: cosa dice l’articolo 68 della Costituzione

L’immunità parlamentare è sancita dalla Costituzione ed è una prerogativa prevista da tutte le moderne democrazie. Infatti l’immunità serve a consentire il libero esercizio delle funzioni senza condizionamenti della magistratura o pressioni politiche.

Quando si parla di immunità parlamentare ci si riferisce ad un complesso di diverse prerogative: l’insindacabilità dei deputati e dei senatori per le opinioni ed i voti espressi e l’inviolabilità della loro libertà personale. Per questo chi viene eletto non può subire processi per i reati commessi nel corso del mandato.

L’articolo 68 della Costituzione, tuttavia, prevede che le Camere possano concedere al pubblico ministero richiedente l’autorizzazione a procedere. Se viene concessa, il parlamentare risponde dei reati commessi come qualsiasi altro cittadino, nel caso contrario, invece, la magistratura è impotente.

L’immunità parlamentare vige durante tutto il periodo del mandato ed è un diritto irrinunciabile. Quando il senatore o il deputato cessano dall’incarico, l’inviolabilità parlamentare decade (vuol dire che il soggetto potrà essere sottoposto a processo penale per i fatti commessi durante il mandato) mentre l’insindacabilità delle opinioni espresse e dei voti dati permane.

Cosa è l’insindacabilità parlamentare

Grazie all’immunità parlamentare sancita dalla Costituzione italiana, i parlamentari in carica non sono tenuti a rispondere delle opinioni e dei voti espressi nel corso del mandato.

L’insindacabilità esclude ai deputati ed ai senatori ogni tipo di responsabilità, penale, civile, amministrativa ed anche patrimoniale, per i giudizi dichiarati su fatti o persone, purché siano stati resi nello svolgimento delle funzioni.


Data la vastità dei mezzi di comunicazione di cui oggi disponiamo, sicuramente maggiori di quelle previste dai padri della Costituzione, la Corte Costituzionale si è espressa sull’argomento: i giudici supremi hanno ribadito che l’immunità parlamentare si estende anche alle dichiarazioni rese al di fuori della sede istituzionale (cioè il Parlamento), ma a patto che ci sia il nesso funzionale tra le affermazioni e l’attività di deputato o senatore.

Inviolabilità parlamentare

I nostri parlamentari godono anche di un’altra forma di immunità, detta inviolabilità parlamentare. Secondo questo tipo di immunità parlamentare, i deputati ed i senatori in carica non possono subire arresti, perquisizioni e qualsiasi altra forma di limitazione della libertà personale senza prima aver ottenuto il consenso della Camera di appartenenza. Tale autorizzazione prende il nome di “autorizzazione a procedere” e segue delle modalità che andremo a spiegare più avanti.

Come le altre forme di immunità parlamentare, anche l’inviolabilità è valida solo durante il periodo in cui il deputato o il senatore è in carica e può riguardare anche atti o fatti commessi al di fuori dell’esercizio delle funzioni parlamentari.

L’inviolabilità concerne la possibilità di sottoporre il parlamentare a processo penale e, nello specifico, si applica nelle seguenti ipotesi:

  • mandato di arresto ed ogni altra forma di limitazione della libertà personale;
  • perquisizione personale o al domicilio;
  • intercettazioni telefoniche e della corrispondenza.

    L’autorizzazione della Camera a procedere non è richiesta solo quando il parlamentare è già stato condannato in via definitiva in giudizio e quando viene colto in flagranza di reato con arresto immediato.

Cos’è l’autorizzazione a procedere?

Come anticipato, prima di porre in essere gli atti idonei a sottoporre il parlamentare a processo penale, la Camera di appartenenza del deputato o del senatore deve concedere l’autorizzazione a procedere.

Questa autorizzazione viene richiesta dal pubblico ministero al fine di poter iniziare a svolgere le indagini (ad esempio con intercettazioni telefoniche o con perquisizioni al domicilio) o di procedere direttamente all’arresto. Senza l’autorizzazione a procedere, i giudici non possono:

  • disporre il fermo o altre misure cautelari personali;
  • perquisire la persona o il suo domicilio;
  • procedere ad ispezioni personali, ricognizioni, individuazioni o confronti;
  • fare intercettazioni di ogni tipo.

Se l’autorizzazione viene concessa, il deputato o il senatore vengono sottoposti alle misure che la magistratura ritiene necessarie, come un normale cittadino, pertanto il parlamentare potrà essere indagato, arrestato ed intercettato.

Ma può anche accadere che la Camera rifiuti di concedere l’autorizzazione a procedere, a causa del c.d. “fumus persecutionis”, cioè una persecuzione giustificata da motivi di antipatia personale e politica. L’autorizzazione a procedere, infatti, è prevista proprio per scongiurare il pericolo che una magistratura politicizzata possa perseguire un parlamentare solo per contrastare un determinato disegno politico.

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