Corsa agli armamenti in Europa: ci prepariamo a una nuova guerra mondiale?

Alessandro Nuzzo

17/03/2022

17/03/2022 - 19:57

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Diversi stati europei hanno deciso di aumentare le proprie spese militari. Si tratta di semplice precauzione o c’è da preoccuparsi?

Corsa agli armamenti in Europa: ci prepariamo a una nuova guerra mondiale?

Il conflitto in Ucraina prosegue senza spiragli di tregua. I negoziati tra le due delegazioni vanno avanti ma le parti sono ancora distanti. Così si continua a bombardare, non solo obiettivi militari, ma anche civili. Ci sono città completamente rase al suolo, milioni di profughi in fuga.

Il fronte occidentale compatto prosegue nella sua strategia fatta di sanzioni economiche che mirano ad escludere la Russia dall’economia mondiale, e supporto all’Ucraina rifornendola di armi e accogliendo i profughi in fuga.

Eppure nessuno sa a cosa potrebbe spingersi Putin; se dopo l’Ucraina potrebbe allargare il fronte del conflitto verso altri paesi ritenuti da lui ostili.

Che si tratta di semplice precauzione o di un preludio di un nuovo conflitto mondiale fatto sta che le maggiori potenze militari europee stanno attuando una vera e propria corsa agli armamenti aumentando le spese militari, Italia compresa.

L’Italia aumenta le spese militari al 2% del Pil

Come diverse nazioni europee anche l’Italia si prepara ad aumentare le spese militari e l’aumento sarà significativo: dall’1,57% attuale si passerà al 2% del Pil.

La spesa militare italiana passerà da 68 milioni a 104 milioni di euro al giorno, e da 25 a 38 miliardi ogni anno. Questo entro il 2024 come prevede l’accordo Nato. Il testo è stato approvato a grande maggioranza dalla Camera trovando il parere favorevole di quasi tutti i gruppo politici. A votare no sono stati soltanto Alternativa, Europa verde e Sinistra italiana.

Ma non si tratta di un ordine del giorno scaturito dalla paura di un escalation del conflitto in Ucraina, ma bensì di un impegno preso dal nostro paese nel 2014 in cui tutti i Paesi Nato si impegnarono per riaggiornare lo strumentario militare e rafforzare la cybersecurity, concordando un aumento. In tutti questi anni l’Italia è sempre stata in ritardo rispetto agli altri paesi.

Quanto spendono la Nato e la Russia in spese militari

La Nato spende complessivamente circa 1.103 miliardi di dollari in spese militari, più della metà di quella mondiale con il 56%. Gli Usa sono i primi al mondo con una spesa annua di circa 766 miliardi di dollari, che rappresenta il 3.74% del PIL. Un dato in crescita già da 3 anni.

Il nostro paese è al momento nella top 5 europea e all’undicesimo posto al mondo.

La Russia è il quarto paese al mondo per spese militari. Da circa 3 anni ha aumentato la spesa portandola a 67 miliardi di dollari, il 4.26% del suo PIL.

Gli altri stati europei che hanno incrementato le spese militari

L’ultimo in ordine cronologico potrebbe essere la Francia. Il presidente Emmanuel Macron presentando il programma elettorale in vista delle elezioni presidenziali del 10 e del 24 aprile, ha dichiarato che la Francia dovrebbe incrementare e potenziare il suo esercito in vista di un possibile conflitto ad alta intensità che potrebbe tornare in Europa.

Macron vuole anche anche raddoppiare il numero di riservisti e di gendarmi.

Dello stesso avviso anche la Germania con il cancelliere Scholz che ha annunciato di voler investire fino a 100 miliardi di euro per il comparto difesa. “Il mondo non sarà più come prima" - ha detto il cancelliere asserendo al conflitto in atto in Ucraina.

Altro paese che si prepara ad investire in spese militari dopo il conflitto è la Grecia che nei prossimi anni si è detta pronta a rimodernare e rinforzate soprattutto il contingente navale.

C’è poi da considerare i paesi che stanno gà fornendo armi al paese ucraino: dal Belgio alla Repubblica Ceca, dalla Polonia all’Estonia e alla Lituania, per passare dalla stessa Grecia.

Perchè gli stati stanno aumentando gli armamenti militari

Il conflitto scoppiato in Ucraina ha soltanto accelerato e portato alla luce ciò che in realtà sta già avvenendo da diversi anni. La corsa agli armamenti è in atto da tempo; frutto soprattutto di accordi presi tra paesi della Nato per rimodernare il comparto della difesa.

E così nelle voci di spesa dei bilanci nazionali sta tornando con prepotenza quella per l’acquisto di armi, jet, veicoli, navi, attrezzature all’avanguardia.

La stessa Unione europea per la prima volta ha finanziato l’acquisto e la consegna di armi e attrezzature, belliche e non, a un Paese sotto attacco.

La corsa agli armamenti non è però solo colpa di Putin. I dati delle aziende produttrici di armi parlano chiaro e dicono di una tendenza in crescita da 6 anni. Un trend che non si è arrestato nemmeno durante gli anni della pandemia.

Quindi da una parte c’è sicuramente il timore che il conflitto possa prendere una piega ben più ampia e le nazioni più forti militarmente non intendono farsi trovare impreparate. Dall’altra però il rinforzo militare non è frutto di decisioni dell’ultim’ora che lasciano presagire uno scoppio di un conflitto mondiale.

Argomenti

# Guerra

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