Contributi versati in eccesso: è possibile chiedere la restituzione?

Lorenzo Rubini

23 Dicembre 2021 - 19:15

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Se dalla nota 4 dell’INPS derivano contributi versati in eccesso è possibile chiedere la restituzione all’INPS?

Contributi versati in eccesso: è possibile chiedere la restituzione?

Nell’estratto conto contributivo, nell’ultima colonna, l’INPS inserisce delle note per spiegare al lavoratore cosa succede nel calcolo e nel diritto della pensione per quel periodo contributivo. Nello specifico la nota 4 prevede che vi sia una riduzione dei contributi versati per il diritto alla pensione.

Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:

“Gentile Money.it
ho letto le vostre indicazioni riguardo alla nota 4 che trovo indicata sul mio estratto conto contributivo e da quanto leggo dalle informazioni da voi comunicate

Con la nota 4 l’INPS avvisa il lavoratore che per quello specifico periodo sono stati registrati più contributi rispetto a quelli previsti per la capienza massima e che, quindi, è stata applicata una riduzione. Ad esempio se nel 2019 un lavoratore ha versato contributi per 57 settimane, è stata apportata una riduzione alle 52 settimane, ovvero il periodo massimo per la copertura di un anno di contributi.

Ma la mia domanda a questo punto è se sono stati versati dei contributi in eccesso rispetto al massimo alla capienza massima, è possibile chiedere che tali versamenti in eccesso mi vengano restituiti? E nel caso fosse possibile a chi si dovrà chiedere tale rimborso ad Inps che ha incassato oppure al datore di lavoro?”.

Contributi in eccesso

I contributi versati non vengono quasi mai restituiti dall’INPS e la restituzione avviene solo in determinati casi specifici come ad esempio quando i contributi non utili alla pensione sono versati per errore (ad esempio presso una gestione sbagliata o per un rapporto di lavoro inesistente). La restituzione non può avvenire neanche se la totalità dei contributi versati non permette l’accesso alla pensione (come nel caso del lavoratore che versa 19 anni di contributi e non centra il diritto alla pensione di vecchiaia).

E’ bene sottolineare che il lavoratore è sempre obbligato a versare contributi quando svolge attività lavorativa. Ma quando, quindi, si versano più contributi del dovuto? Prendiamo l’esempio di un lavoratore che svolge un doppio lavoro: in capo ad un anno lavorativo è possibile che versi contributi che eccedono le 52 settimane.

In questo caso l’INPS non restituisce i contributi poiché, è pur vero che le settimane eccedenti le 52 non sono valide per il diritto alla pensione, ma i contributi versati in eccedenza sono pienamente utilizzati al calcolo dell’assegno pensionistico.

La nota 4 dell’INPS avverte il lavoratore, quindi, che anche se in quell’anno ha versato contributi superiori alle 52 settimane per il diritto alla pensione un anno vale sempre un anno e non può valere un anno e 5 settimane. Ma lo stesso discorso non è valido per il calcolo della pensione: gli importi versati nelle 5 settimane eccedenti le 52, infatti, rientrano in pieno nel calcolo dell’importo mensile di pensione spettante.

Pertanto non può richiedere la restituzione dei contributi in questione all’INPS in primis perchè aveva in ogni caso l’obbligo del versamento contributivo per i lavori che ha svolto ed in secondo luogo perché, seppur non utili al diritto, i contributi in questione determineranno la misura spettante.

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