Contratto a termine, quante volte può essere prorogato? Durata massima e proroghe

Stefania Manservigi

5 Agosto 2016 - 16:21

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Quante volte può essere prorogato un contratto a termine? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla durata massima e il numero di proroghe consentito.

Contratto a termine, quante volte può essere prorogato? Durata massima e proroghe

Il contratto a termine, anche detto contratto di lavoro a tempo determinato, è una delle forme contrattuali maggiormente utilizzate per regolare il rapporto di lavoro tra il datore di lavoro e il lavoratore.
Il contratto a termine, infatti, rende possibile la flessibilità richiesta in un mercato del lavoro in crisi come quello italiano.
Ci sono tuttavia dei limiti all’utilizzo dello stesso: quante volte può essere prorogato il contratto a termine? Qual è la durata massima consentita dalla legge? Cosa succede qualora vengano violati tali limiti?
Vediamo di seguito come è cambiata la disciplina del contratto a termine a seguito degli interventi legislativi degli ultimi anni che hanno riguardato il diritto del lavoro.

Contratto a termine: durata massima
Il contratto a termine, o contratto di lavoro a tempo determinato, è un contratto concluso tra il datore di lavoro e il lavoratore per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione avente un termine finale prestabilito.
La durata massima del contratto a termine stipulato e delle sue eventuali proroghe non può superare i 36 mesi.
Le uniche eccezione previste al termine massimo di 36 mesi sono:

  • diverse disposizioni dei contratti collettivi;
  • contratti aventi ad oggetto attività stagionali.

Nel caso venga superato il termine massimo di 36 mesi il contratto a termine si trasforma in un contratto a tempo indeterminato.
E’ prevista dalla legge un’ulteriore deroga alla regola: le parti, infatti, alla scadenza del termine dei 36 mesi potranno stipulare un altro contratto della durata massima di dodici mesi presso la Direzione territoriale del lavoro. Tale contratto viene stipulato in questo modo in regime di «deroga assistita».

Contratto a termine: quante volte può essere prorogato?
Il contratto a termine, nei limiti della durata massima prevista di 36 mesi, può essere prorogato per un massimo di cinque volte.
La proroga deve avere forma scritta ed è ammessa purché si riferisca alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto a tempo determinato è stato stipulato, senza l’onere, a carico del datore di lavoro, di fornire la prova della causale che giustifica la prosecuzione del rapporto.

Contratto a termine: cosa succede se non viene rispettato il limite massimo di durata?
Cosa succede se il rapporto di lavoro tra le parti prosegue anche dopo il raggiungimento del limite di 36 mesi?
Dopo la scadenza del termine originario o del termine prorogato o dopo il periodo di durata massima complessiva di 36 mesi il lavoro può proseguire di fatto per 30 giorni se il contratto ha una durata inferiore a 6 mesi, per 50 giorni se si tratta di un contratto con durata superiore ai 6 mesi. In questo caso il datore di lavoro dovrà corrispondere al lavoratore una maggiorazione retributiva per ogni giorno di continuazione del rapporto pari al 20% fino al decimo giorno successivo, al 40% per ciascun giorno ulteriore.
Se il rapporto di lavoro prosegue di fatto anche dopo questo intervallo di tempo il contratto a termine si trasforma in un contratto a tempo indeterminato.
Per evitare di cadere nel regime sanzionatorio previsto per il mancato rispetto del limite di durata del contratto a termine, è necessario che trascorra un periodo di tempo tra il primo e il secondo contratto a termine stipulato tra le stesse parti.
Il periodo che deve intercorrere è il seguente:

  • 10 giorni se la durata del primo contratto è inferiore ai 6 mesi;
  • 20 giorni se la durata del primo contratto è superiore ai 6 mesi.

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