Berceto (Parma) approva il bilancio in Hau, criptovaluta emessa direttamente dal Comune. Per il sindaco Lucchi la misura è contro l’euro e contro i tagli dello Stato alle amministrazioni locali.
Il comune di Berceto, in provincia di Parma, approva il bilancio comunale in criptovaluta protestando contro i tagli dello Stato alle amministrazioni locali e contro l’euro che è definito dal consiglio comunale un imbroglio ed aumenta le diseguaglianze.
Berceto approva il bilancio nella criptovaluta Hau
Il Comune di Berceto approva il bilancio comunale in Hau, criptovaluta emessa direttamente dall’amministrazione comunale. Il nome è un tributo alla popolazione Lakota (Sioux) della riserva indiana Pane Ridge, con cui Berceto ha un gemellaggio dal 1988.
Secondo il consiglio comunale la delibera è valida e si legge dalla stessa:
È espressamente consentito ai Comuni italiani di emettere moneta elettronica e pertanto l’Amministrazione di Berceto vuole dotarsi di tale fondamentale strumento al fine di adempiere ai suoi scopi istituzionali.
Dal consiglio comunale arriva anche l’attacco all’euro definito (citazione testuale della delibera) “un grande imbroglio per portare alla miseria interi Popoli e aumentare la diseguaglianza tra ricchi e poveri”.
Artefice dell’insolita forma di protesta contro l’euro è il sindaco Luigi Lucchi, che spiega che il Comune Berceto prima di prendere questa decisione si è avvalso del parere di esperti e “ha richiesto l’autorizzazione dalla Banca Europea e dalla Banca d’Italia, ai sensi dell’art. 114-bis D.lgs. 1 settembre 1993 n. 385”.
Secondo il primo cittadino di Berceto con l’approvazione del bilancio in criptomoneta sarà possibile affrontare “le problematiche sociali, non lasciare indietro nessun cittadino. Permette di governare, con risorse adeguate, il territorio, riducendo l’inquinamento, lo spreco, il dissesto e di fare investimenti produttivi”.
Per il sindaco Lucchi se si fosse scelto l’euro, Berceto si sarebbe potuto limitare a pagare le rate dei mutui, gli stipendi del personale e solo in parte, le spese fisse.
Lucchi è infatti convinto che la moneta unica europea sia un imbroglio dal momento che non l’Europa non condivide il debito degli Stati membri e non emette bond europei, aumentando così le diseguaglianze fra i ricchi e i poveri.
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