Commerzbank: prelievo forzoso del 15% anche in Italia. Ecco perchè dovremmo uscire dall’Euro

Dimitri Stagnitto

19/03/2013

Commerzbank: prelievo forzoso del 15% anche in Italia. Ecco perchè dovremmo uscire dall’Euro

Joerg Kraemer della banca tedesca Commerzbank, dopo la recente decisione di un prelievo forzoso sui conti correnti ciprioti, ha affermato che

"Anche l’Italia dovrebbe applicare un prelievo del 15% sulle attività finanziarie".

L’ennesima ingerenza tedesca negli affari italiani rischia di creare il panico nel nostro paese che già 21 anni fa, nel 1992 sotto il governo Amato, inaugurò questa pratica nel mondo occidentale con un prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti degli italiani per sostenere la Lira in occasione della sua crisi nello SME (l’antenato dell’Euro).

Prelievo forzoso e debito pubblico

Il dato che spinge i tedeschi ad esprimersi sulla situazione italiana è quello relativo alla ricchezza privata che sarebbe nel nostro paese anche superiore a quella della Germania e pari al 173% del PIL.

Un prelievo forzoso sui conti correnti e sulle attività finanziarie (titoli e obbligazioni) consentirebbe di portare subito il debito pubblico sotto quota 100% del PIL, una soglia psicologica molto importante ma anche un livello di maggiore sostenibilità del debito stesso.

Prelievo forzoso per l’Italia, e poi?

Un prelievo forzoso sarebbe una misura dagli effetti molto simili a quelli di una svalutazione: che sia per l’inflazione o per l’appropriazione da parte dello Stato, gli Italiani perderanno comunque il 15% del loro potere d’acquisto.

La discriminante su cosa fare dal punto di vista della nazione, intesa come l’entità rappresentante gli interessi di chi la abita, è cosa succederebbe dopo un eventuale prelievo forzoso su tutti gli attivi depositati.

Scenario 1: prelievo forzoso
In questo caso l’Italia sceglie, sulla base delle pressioni europee, di effettuare un prelievo (la cifra del 15% è ipotetica) sugli attivi depositati in Italia al fine di riacquistare e quindi "annullare" parte del proprio debito pubblico.

Si ottengono:

  • Risparmio sugli interessi.
  • Nuovo spazio per spesa pubblica e nuovo debito per far partire l’economia (Europa permettendo).
  • Una popolazione ancora meno propensa alla spesa.

Risultato: ulteriore calo del PIL e inasprimento della crisi oltre a gravi disagi sociali che potrebbero sfociare i disordini.

Scenario 2: ritorno alla lira e inflazione
In questo caso l’Italia sceglie di uscire dall’Euro e abbassare il peso del proprio debito pubblico svalutandone il valore nominale semplicemente ridenominandolo in Lire che si lasceranno poi svalutare, generando ipoteticamente una certa inflazione e dando respiro ai debitori, Stato incluso.

Come conseguenze collaterali si ottengono:

  • Possibilità di emettere nuovo debito pubblico per rilanciare l’economia senza veti da Bruxelles.
  • Ritrovata competitività per le esportazioni Italiane.
  • Ripartenza dei consumi grazie al doppio stimolo del timore dell’inflazione e della ripresa economica.

Conclusione: tutelare i creditori esteri o i cittadini Italiani?

Il nodo centrale è dato da un debito pubblico che rischia di diventare palesemente inesigibile in breve tempo e un’ovvia fretta dei creditori esteri nel garantirsi che il debitore (lo Stato italiano e di riflesso la sua popolazione) dia la massima priorità alla restituzione del debito anche rispetto agli elementi che permetterebbero di pagarlo nel lungo periodo.

E’ chiaro che una proposta come quella di Kraemer sia nell’ottica di chi dice "ridammi i miei soldi e poi puoi anche morire" piuttosto di una sensibilità verso i nostri fondamentali economici che ci consentirebbero di onorare i nostri impegni nel tempo, producendo ricchezza per pagare gli interessi. Il problema di fondo è che Italia e Germania hanno economie in concorrenza e che un’eventuale crescita dell’Italia potrebbe rappresentare un peggioramento dei saldi commerciali tedeschi.

Per questo i consigli che vengono dalla Germania sono fondamentalmente votati al nostro suicidio economico: un’Italia che restituisce soldi e interessi e poi diventa il terzo mondo d’Europa per la Germania è uno scenario desiderabile.

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