Come risparmiare il 20% sulle spese dell’auto. Ecco le dieci proposte dell’Aci

Erika Di Dio

7 Febbraio 2013 - 11:02

Come risparmiare il 20% sulle spese dell’auto. Ecco le dieci proposte dell’Aci

C’è chi propone di togliere l’Imu e chi offre di tagliare le spese per l’automobile; l’Aci, Automobile Club d’Italia, lancia una proposta al futuro Governo che uscirà dalle elezioni di fine mese, proponendo in dieci punti una manovra da 26,8 miliardi di euro che verrebbero tagliati ai 34 milioni di automobilisti italiani con un impatto pressoché nullo sul bilancio dello Stato: ciò permetterebbe di ridurre la spesa annuale per l’automobile da 3.500 a 2.800 euro, ossia meno 700 euro, pari al 20% circa dei costi totali.

Le dieci proposte

  • sostituire l’attuale Codice della Strada con il Codice dei Conducenti, che contenga non più di 50 articoli volti ad indicare con chiarezza i giusti comportamenti per gli utenti della strada, senza la necessità di riportare tutte le informazioni tecniche sulle auto (che verranno poi rimandate ad uno specifico regolamento tecnico); il Codice della strada è infatti troppo tecnico e troppo confuso, e conta ben 245 articoli;
  • una patente "a livelli" per le auto più potenti; Aci propone infatti di seguire un percorso propedeutico che possa assicurare una formazione più idonea e graduale nel tempo, con limitazioni soprattutto per i neopatentati;
  • corsi di rieducazione stradale per recuperare i punti della patente, con obbligo di frequentare un corso di guida per i conducenti responsabili di infrazioni, insieme ad un esame teorico e pratico alla fine del corso; l’attuale sistema, infatti, è solo una formalità burocratica che non ha alcun valore formativo;
  • abolizione del superbollo per le auto sportive (che ha comportato una fuga verso l’estero di veicoli di grande valore che a sua volta ha compromesso il patrimonio automobilistico nazionale) e riforma della tassa di possesso in base alle emissioni di CO2;
  • rimodulazione delle accise sui carburanti, secondo le stime più che raddoppiati in 20 anni e solo negli ultimi due, il costo del pieno è aumentato di ben il 25%; la proposta dell’Aci è dunque quella di instaurare un efficace sistema di sterilizzazione dell’Iva per compensare i rialzi del petrolio;
  • riforma della Rc-auto per evitare le frodi e limitare i costi; anche in questo caso, il prezzo delle polizze è cresciuto del 150% e le tasse sono aumentate di quasi sei volte (da 700 milioni a oltre 4 miliardi di euro). Aci propone di ridurre il costo delle polizze fino al 40%, contrastando così il fenomeno delle frodi assicurative e razionalizzando il sistema dei rimborsi;
  • destinare i proventi delle multe alla mobilità (nel 2012 gli automobilisti hanno speso oltre 2,5 miliardi di euro per il pagamento delle multe) ed escluderli dal Patto di Stabilità, in quanto devono essere destinati ad investimenti per la sicurezza stradale;
  • aumentare i mezzi pubblici e renderli più efficienti per rinunciare all’utilizzo dell’automobile in città, a fronte di un attuale sistema di trasporto pubblico obsoleto e inefficiente, i cui ricavi coprono solo il 30% dei costi;
  • più informazioni sulla mobilità per evitare traffico e ingorghi, attraverso l’infomobilità, in grado di razionalizzare i sistemi urbani di trasporto, riducendo del 30% gli incidenti stradali e del 15% il traffico veicolare;
  • infine, istituire una cabina di regia della mobilità per il territorio, capace di orientare in modo uniforme le scelte nazionali e locali sulla mobilità, indirizzando nel miglior modo possibile le risorse disponibili.

La strategia governativa dell’Aci

Il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani, ha dichiarato quindi che, "Senza una strategia governativa, il comparto non sopravviverà: nell’ultimo anno hanno chiuso 350 concessionari e oltre 10 mila sono i posti di lavoro tuttora a rischio. La mole di imposte sulla mobilità fa sborsare alle famiglie più di 60 miliardi di euro ogni anno. E invece la leva fiscale deve essere uno strumento di rilancio per il settore automobilistico e non un elemento che ne compromette l’esistenza. Per questo l’Aci ha inviato il Manifesto degli Automobilisti ai candidati premier e chi lo ignorerà ne risponderà a 34 milioni di elettori".

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