I tassi di mercato sono schiacciati verso lo zero. Per spuntare rendimenti elevati bisogna guardare ai mercati emergenti o di frontiera, ma i rischi sono alti
In una fase di mercato caratterizzata da una notevole compressione dei rendimenti sull’obbligazionario dei paesi sviluppati, complice il mantenimento di politiche monetarie molto espansive da parte delle principali banche centrali, per l’investitore la ricerca del rendimento diventa sempre più un affare complicato. I tassi di mercato restano inchiodati sui minimi storici e il trend è addirittura decrescente sia in Europa che in America. Per spuntare rendimenti accattivanti esistono diverse soluzioni, ma i rischi tendono a salire pericolosamente soprattutto quando si punta forte sui mercati emergenti o addirittura sui cosiddetti “mercati di frontiera”.
Questi ultimi identificano quel novero di paesi in via di sviluppo che ancora non hanno avuto accesso diretto ai mercati finanziari internazionali, a causa delle scarse garanzie per gli investitori in tema di trasparenza delle normative e di stabilità della valuta domestica. I mercati di frontiera sono finanziariamente poco evoluti: la liquidità è scarsa e sono davvero pochi gli investitori istituzionali ad avere accesso al mercato locale. Inoltre il rischio politico è elevato, senza contare il pericolo di frodi, gli improvvisi cambiamenti normativi in materia di fiscalità e le possibili svalutazioni competitive delle monete domestiche.
Tuttavia a fronte di questi enormi rischi per l’investitore si apre però la strada che porta a un rendimento eccezionale, che in genere è nettamente superiore almeno al 10%. In alcuni casi si sfiora anche il 25% (Ghana). In pratica si tratta di investire in obbligazioni governative, con rating tra la B e la C espressi in valuta locale, di paesi come la Serbia, la Moldavia, la Macedonia, il Montenegro, l’Albania, Giamaica, Vietnam, Laos, Myanmar, Pakistan, Mongolia, Nigeria, Angola, Tanzania, Kenya, Ghana e tanti altri ancora. I fondi di investimento e le Sicav che consentono di investire nei frontier markets sono in costante aumento (BlackRock, Hsbc e tanti piccoli istituti di nicchia), ma per il piccolo investitore retail l’ideale è allocare soltanto una piccola porzione del proprio patrimonio, identificabile con una quota compresa tra il 2% e il 5%.
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