Come guadagnare con una playlist Spotify?

Giulia Adonopoulos

25 Luglio 2019 - 14:59

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Fare soldi creando playlist Spotify è possibile? Ecco spiegato come funziona la monetizzazione sulla piattaforma di musica in streaming.

Come guadagnare con una playlist Spotify?

Si può essere pagati per creare playlist Spotify? Chi usa l’app di Spotify per ascoltare musica si sarà posto questa domanda almeno una volta. Ebbene, la risposta è sì: si può guadagnare tramite Spotify. Quello dei curatori delle playlist musicali è un mercato in crescita e rappresenta un’interessante opportunità di guadagno per etichette, aziende, giovani artisti e piattaforme musicali stesse.

Di pari passo cresce la competizione per entrare in questo mercato.

Per guadagnare soldi con Spotify in veste di artista, condividendo le proprie canzoni sul web e pubblicandole in forma di playlist, il guadagno sarà valutato in base agli ascolti di tutti i brani inseriti. Quindi più tracce sono inserite nella playlist, più aumentano le possibilità di guadagno. Per avere maggiore visibilità è importante assegnare un’etichetta alla playlist (Mood o genere musicale).

Spotify paga il 70% dei suoi guadagni in diritti musicali alle etichette, e dai 0.04 cent ai 0.07 cent per ogni ascolto.

Spotify: come fare soldi con una playlist casuale?

Ma una persona normale, un utente comune, può fare soldi grazie a playlist create su Spotify? Di base, per generare entrate da una playlist bisogna creare valore - per l’artista o le case discografiche presenti nell’elenco, affinché gli utenti decidano di seguirla e ascoltarla regolarmente. Più cresce il numero di follower di quella playlist, più Spotify pagherà per gli ascolti. Pertanto avere tanti follower (con abbonamento Premium attivo) su Spotify diventa fondamentale se si vogliono aumentare i propri guadagni.

Nel 2018 una playlist casuale creata in Bulgaria ha permesso al suo creatore di guadagnare 200mila euro. Come è stato possibile? Qualcuno ha attivato 1.200 account Spotify Premium e creato una playlist con 467 brani di artisti semisconosciuti composta da canzoni da 40 secondi in media (30 secondi è la lunghezza minima richiesta perché una traccia monetizzi su Spotify). Forse ricorrendo a bot ha riprodotto la playlist 7 giorni su 7, 24 ore su 24, da tutti gli account finché la playlist non ha scalato tutte le posizioni del sito. Questo metodo borderline non ha violato il regolamento del sito: anche se è stato falsato il dato dell’audience reale, Spotify ha infatti incassato i diritti regolarmente.

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