Come diventare una Data Driven Company

Seedble

13 Agosto 2021 - 17:39

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La Data Driven Company è un’azienda in cui le strategie sono guidate dal dato. Scopriamo l’enorme potenziale del dato a supporto delle decisioni aziendali.

Come diventare una Data Driven Company

Negli ultimi anni non si fa altro che parlare di dati. Se è vero che l’avvento dei Big Data, delle tecnologie cloud e degli strumenti di analisi ha reso disponibile un numero sempre crescente di dati, è anche vero che il dato è sterile quando non trasformato in informazione, prima, e in esperienza, poi.

Ma quali sono gli step da compiere per trasformare il “semplice” dato in esperienza a supporto della strategia?

Dai dati alla strategia

Un primo aspetto fondamentale per fondare il processo decisionale sul dato è dare una chiara struttura ai dati raccolti per organizzare le informazioni, comprenderle e trasformarle in esperienza, come illustrato nella piramide dei dati DIKW (Data-Information-Knowledge-Wisdom).

Piramide dei dati
  • Livello 1: Raccogliere i dati
    spesso le aziende non sono consapevoli di avere a disposizione dei dati che potrebbero tornare utili. Per questo motivo, diventa di primaria importanza disegnare il proprio data model legato alle anagrafiche dei contatti (clienti/fornitori/impiegati), dei propri prodotti e servizi e dei lead generati.
  • Livello 2: Comprendere i dati
    I dati vanno, poi, compresi e contestualizzati per essere trasformati in informazioni. Da questo momento in poi, l’azienda inizia a maturare una vera e propria conoscenza, in quanto le informazioni le permettono di comprendere il mercato, i clienti, ma soprattutto la cultura interna.
  • Livello 3: Elaborare i dati
    una volta raccolti e trasformati in informazioni intelligibili, i dati possono essere organizzati ed elaborati in report specifici a supporto dei diversi processi decisionali in azienda.
  • Livello 4: Avviare l’innovazione
    Una volta giunti al vertice della piramide, la conoscenza maturata ed elaborata può essere applicata al decision making e all’innovazione aziendale.

Il valore della Business Intelligence

Secondo lo studio “Data Never Sleeps 8.0” pubblicato da DOMO, per ogni persona vengono creati all’incirca 2 MB di dati al secondo. Ma sono davvero tutti rilevanti per le aziende?

Questo tema trova risposta nella “Architettura dei dati” (o Business Intelligence). La Business Intelligence (BI) si occupa di creare una base dati, integrarla con tutti i sistemi aziendali ed estrarne i significati più rilevanti per ciascuno.

Gli approcci top-down in cui il reparto IT si occupa da solo della realizzazione dei sistemi di BI e della produzione dei report - non lavorando, quindi, in concerto con altri team e dipartimenti - sono da evitare perché rischiano di non fornire dati rilevanti e utili all’azienda e di imporre una reiterazione del lavoro che andrebbe a discapito della flessibilità e della velocità necessarie per operare efficacemente nel mercato attuale.

La business intelligence dovrebbe essere, invece, interattiva e accessibile. Sebbene i reparti IT siano fondamentali gestire l’accesso ai dati, la partecipazione dei vari dipartimenti e l’accesso di molteplici livelli di utenti possono agevolare la personalizzazione delle dashboard e la creazione rapida e immediata dei report per supportare decisioni strategiche specifiche.

Consigli pratici per aspiranti Data Driven Company

Giunti alla fine dell’articolo, riassumiamo alcuni consigli pratici per implementare un processo efficace di analisi dei dati in azienda:

  • Iniziare dalla piramide dei dati e dalla struttura delle informazioni in proprio possesso;
  • Coinvolgere la popolazione aziendale nel nuovo mindset che concepisce i dati come strumento per migliorare il lavoro e le performance in azienda e per supportare il disegno della strategia;
  • Implementare un processo ricorsivo di raccolta, comprensione, organizzazione ed elaborazione dei dati;
  • Creare e diffondere internamente una Data Driven Culture attenta alla diffusione della cultura dei dati, capace di gestire gli impatti sull’organizzazione e governare le implicazioni etiche e di privacy.

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