L’attività manifatturiera della Cina è cresciuta per il quinto mese consecutivo, rassicurando le preoccupazioni su un eventuale forte rallentamento nella seconda più grande economia del mondo.
Secondo le dichiarazioni dell’Ufficio di Statistica, il Purchasing Manager Index (PMI) è salito a quota 53,3 nel mese di aprile, in rialzo da 53,1 a marzo. Per sostenere la sua crescita, la Cina fa molto affidamento sulla produzione e sul settore delle esportazioni.
Oltre alle preoccupazioni sull’economia del gigante asiatico, ci sono stati timori anche sul rallentamento osservato in alcuni mercati chiave come gli Stati Uniti e l’Europa, che potrebbe danneggiare l’economia della Cina. Bisogna ricordare che il PMI è un indicatore chiave delle attività di produzione e una rilevazione superiore alla soglia di 50, come quella odierna, indica un’espansione.
"Il messaggio è che la produzione cinese sta crescendo, non veloce come negli anni passati, ma più veloce rispetto al quarto trimestre dello scorso anno e in maniera sufficiente per raggiungere l’obiettivo di crescita che il governo ha fissato per l’anno in corso": a sostenerlo è Dariusz Kowalczyk di Credit Agricole CIB.
Segni di vita
Le preoccupazioni circa un rallentamento dell’economia mondiale e il suo conseguente impatto sull’economia cinese hanno spinto Pechino a prendere provvedimenti per alleggerire la politica monetaria, al fine di rilanciare la crescita. La banca centrale cinese, ad esempio, nei mesi scorsi ha abbassato per ben due volte la quantità di denaro che le banche devono detenere nelle riserve, con l’intento di stimolare i prestiti.
La mossa ha fatto in modo che, nel mese di marzo, le banche cinesi abbiano registrato un incremento di 1.01 trilioni di yuan (160 miliardi di dollari, 100 miliardi di sterline) in nuovi prestiti, molto al di sopra della previsione di 800 miliardi di yuan. Gli analisti hanno sostenuto che la maggiore disponibilità di credito ha iniziato ad avere un impatto positivo sull’economia.
"Ci sono segni di vita da parte dell’economia e le cose dovrebbero migliorare, il tutto sostenuto da un clima di alleggerimento creditizio", ha dichiarato Ren Xianfeng di IHS Global Insight di Pechino.
Per il 2012, la Cina ha fissato un obiettivo del 7,5% di crescita per la sua economia.
Ancora crescita?
Insieme ai timori circa un rallentamento nel settore manifatturiero e nelle esportazioni, ci sono state anche preoccupazioni sullo stato di salute del mercato immobiliare cinese.
Una robusta crescita della Cina negli ultimi anni ha infatti visto salire i prezzi delle case. Alcuni temevano che il rallentamento della crescita, avrebbe provocato una brusca discesa dei prezzi, danneggiando l’economia. Tuttavia, finora non ci sono stati segni in questo senso. "La Cina ha, finora, evitato il tanto temuto atterraggio duro", ha dichiarato IHS Global Ren Xianfeng.
"Non aspettatevi un disastro per le proprietà o fallimenti nel settore delle costruzioni. Allo stesso tempo, non è il caso di temere per una spirale deflazionistica o una crisi del settore bancario", ha dichiarato la compagnia. Gli analisti sostengono che, data la stabilità del mercato immobiliare, la politica avrebbe potuto continuare ad alleggerire le politiche per rilanciare la crescita.
Ting Liu di Bank of America-Merrill Lynch sostiene che l’economia cinese è destinata a crescere ad un tasso annuale dell’8,5% nel secondo trimestre, rispetto all’8,1% dei primi tre mesi dell’anno.
Tradotto da Raffaele Guerra per Forexinfo.it - Fonte: BBC News.
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