Cassa Forense, l’obbligo di iscrizione per gli avvocati con redditi minimi costa meno, ma le polemiche continuano

Valentina Brazioli

2 Aprile 2015 - 10:48

Cassa Forense, dell’obbligo di iscrizione per gli avvocati, che ha già suscitato molte polemiche in passato, abbiamo parlato spesso. Ma è il presidente della stessa Cassa a illustrare le possibilità di rendere il conto un po’ meno salato, almeno per i legali con redditi minimi.

Cassa Forense, l’obbligo di iscrizione per gli avvocati con redditi minimi costa meno, ma le polemiche continuano

Cassa Forense, l’obbligo di iscrizione per gli avvocati ha fatto molto discutere, anche in tempi recenti, e ne abbiamo parlato più volte. A risentire maggiormente di questa situazione, infatti, sono i giovani professionisti, alle prese con redditi sempre più in picchiata. Per loro, i 2800 euro di contribuzione minima rappresentano davvero un grosso peso, ma il regolamento di Cassa Forense ha provato a venire loro incontro.

Lo sconto agli avvocati in difficoltà

Secondo quanto spiegato dal presidente della Cassa, Nunzio Luciano, si è tentato di venire incontro ai legali in difficoltà, predisponendo per loro il pagamento di un contributo soggettivo di 700 euro l’anno, anziché i 2800 previsti come contribuzione minima. Oltre a ciò, saranno previste misure di rateizzazione e forme di microcredito.

5 mila avvocati hanno già rinunciato

Nonostante le buone intenzioni, però, le cose sembrano non essere del tutto a posto. Dei 50 mila avvocati italiani non ancora iscritti a Cassa Forense, 5 mila hanno già rinunciato, avviandosi così verso la definitiva cancellazione dall’Albo professionale. Le comunicazioni via posta certificata, infatti, sono già partite, e c’è tempo fino a 90 giorni per decidere che cosa fare. Impossibile, quindi, fare una stima precisa di quanti abbandoneranno la toga pur di non pagare, perché gli ultimi ad essere avvisati potranno decidere più o meno entro fine giugno.

I ricorsi al giudice del lavoro

Nel frattempo, le proteste e i ricorsi non sembrano essere destinati a placarsi tanto facilmente. Circa 1500 avvocati si sono rivolti al giudice del lavoro, per contestare l’obbligo della doppia iscrizione all’Albo e alla Cassa Forense.

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