Cassa Forense, dell’obbligo di iscrizione per gli avvocati, che ha già suscitato molte polemiche in passato, abbiamo parlato spesso. Ma è il presidente della stessa Cassa a illustrare le possibilità di rendere il conto un po’ meno salato, almeno per i legali con redditi minimi.
Cassa Forense, l’obbligo di iscrizione per gli avvocati ha fatto molto discutere, anche in tempi recenti, e ne abbiamo parlato più volte. A risentire maggiormente di questa situazione, infatti, sono i giovani professionisti, alle prese con redditi sempre più in picchiata. Per loro, i 2800 euro di contribuzione minima rappresentano davvero un grosso peso, ma il regolamento di Cassa Forense ha provato a venire loro incontro.
Lo sconto agli avvocati in difficoltà
Secondo quanto spiegato dal presidente della Cassa, Nunzio Luciano, si è tentato di venire incontro ai legali in difficoltà, predisponendo per loro il pagamento di un contributo soggettivo di 700 euro l’anno, anziché i 2800 previsti come contribuzione minima. Oltre a ciò, saranno previste misure di rateizzazione e forme di microcredito.
5 mila avvocati hanno già rinunciato
Nonostante le buone intenzioni, però, le cose sembrano non essere del tutto a posto. Dei 50 mila avvocati italiani non ancora iscritti a Cassa Forense, 5 mila hanno già rinunciato, avviandosi così verso la definitiva cancellazione dall’Albo professionale. Le comunicazioni via posta certificata, infatti, sono già partite, e c’è tempo fino a 90 giorni per decidere che cosa fare. Impossibile, quindi, fare una stima precisa di quanti abbandoneranno la toga pur di non pagare, perché gli ultimi ad essere avvisati potranno decidere più o meno entro fine giugno.
I ricorsi al giudice del lavoro
Nel frattempo, le proteste e i ricorsi non sembrano essere destinati a placarsi tanto facilmente. Circa 1500 avvocati si sono rivolti al giudice del lavoro, per contestare l’obbligo della doppia iscrizione all’Albo e alla Cassa Forense.
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