L’infuocata campagna elettorale di questi giorni è stemperata dai toni pacati del confronto tra Vendola e Casini, ospiti ieri al programma della Gruber, “Otto e mezzo”.
Era lecito aspettarsi, dopo i punzecchiamenti a distanza tra Vendola e Monti, un contraddittorio serrato tra i due, che però non si è verificato.
Anzi, entrambi, hanno più volte sottolineato i punti in comune dei loro programmi, lasciando il sospetto ai più maliziosi di aver assistito a un avvicinamento strategico: si stavano forse gettando le fondamenta per una futura alleanza nella prospettiva, ormai non troppo lontana, di una forzata convivenza in seno al nuovo Governo?
Da sotto le ceneri di un dibattito piuttosto spento è emerso però il tizzone ardente della questione “matrimoni gay”, sulla quale i due leader hanno tenuto a rimarcare le rispettive posizioni.
Casini, dando prova di estrema diplomazia, ha lasciato uno spiraglio aperto al dialogo sulla questione.
La stana coppia... di fatto!
Durante la puntata di San Valentino di “Otto e mezzo”, la Gruber ha ospitato la stana coppia Vendola/Casini.
I due politici, le cui posizioni sono storicamente agli antipodi, si sono confrontati con una calma e una lucidità che stridono con i toni caratterizzanti la campagna elettorale 2013.
I due hanno spesso condotto il discorso sul piano degli obbiettivi comuni, costringendo la Gruber a riportarli sul terreno dello scontro.
Vendola accenna persino a un passo indietro nelle polemiche con Monti:
“Intanto se posso dire una cosa che riguarda il prof. Mario Monti con tutto il rispetto e in assoluta buona fede, io non ho alcuna intenzione di mettermi in cattedra a fare lezioni al prof Monti, che oggi si è risentito di questo. Sono il presidente di una grande regione del sud, è ho il diritto/dovere di interloquire con il Governo e di proporre determinate questioni; di essere critico quando non vedo risposte alle domande che riguardano il mio territorio, il mezzogiorno d’Italia, le giovani generazioni. Quando dal Governo sono arrivati segnali positivi io non ho esitato a riconoscerlo (…) Quando in questi giorni è capitato che io alzassi la voce è stato perché nel Paese ci sono dei segnali di inizio di guerra civile.”
Chi sospetta che dietro toni tanto bassi possa nascondersi una vera e propria prova tecnica di convivenza, vedrà corroborate le proprie intuizioni anche dalla singolare apertura di Casini nei confronti delle coppie di fatto.
La domanda giunge dalla Gruber, che si ricollega a San Remo, dove pochi giorni fa si è dato parecchio risalto a tale problematica senza che nessuno si sentisse scandalizzato.
Casini risponde con una certa morbidezza, forse conscio della portata culturale di una simile tematica in un’epoca di profondi mutamenti sociali come la nostra:
“Qui ciascuno deve esprimere le proprie opinioni con grande libertà ma anche con grande rispetto dell’affettività altrui: io conosco decine di persone che convivono e sono dello stesso sesso, amici carissimi che vivono la loro sessualità ma soprattutto la loro affettività con grande libertà e serenità.
Molti di questi non chiedono affatto che il matrimonio gay sia parificato all’istituto matrimoniale come noi lo conosciamo. Io è a questo che sono contrario.”
Quindi ancora un no ai matrimoni gay, ma una decisa apertura ai diritti delle coppie di fatto:
“Che
ci siano dei diritti individuali e collettivi di cui possano usufruire le coppie dello stesso sesso conviventi, per carità, è un fatto di civiltà.”
In chiusura Casini ribadisce il proprio diritto di pensarla diversamente da Vendola ed esprimere la propria visione in merito senza la pretesa né di rappresentare una maggioranza né di essere dalla parte della ragione.
A tale intervento risponde Vendola:
“La differenza tra me e Casini è soltanto questa: che la mia opinione non priva Casini dei suoi diritti. L’opinione di Casini impedisce a me di esercitare pienamente i miei diritti. Io mi batto per la pienezza dei miei diritti.”
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