Perché hanno tolto la scorta al Capitano Ultimo

Antonio Cosenza

23/10/2019

23/10/2019 - 20:01

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Il Capitano Ultimo deve dire addio alla scorta: per lo Stato non sussiste alcun elemento di rischio. La polemica: “Quindi la mafia non esiste?”

Perché hanno tolto la scorta al Capitano Ultimo

Lo Stato italiano sta per revocare la scorta al Capitano Ultimo, il Colonnello dell’Arma dei Carabinieri che nel 1993 arrestò il boss di “Cosa Nostra” Totò Riina.

È stato lo stesso Capitano Ultimo (Dott. Sergio De Caprio) a darne la notizia, pubblicando dal suo profilo Twitter la lettera con cui gli è stato comunicato l’avvio del procedimento di revoca della scorta. Una decisione che farà discutere e che lo stesso De Caprio ha commentato con una nota di polemica.

Anche perché non è la prima volta che il Capitano Ultimo “perde” la scorta: una decisione di questo tipo era già arrivata nel 2014, ma successivamente - nel 2018 - il Tar del Lazio giudicò come illegittima la decisione dell’Ucis e quindi ha deciso di restituirgliela.
Per quale motivo allora il Capitano Ultimo rischia di perdere nuovamente la scorta? Ecco quanto si legge nella comunicazione a lui inviatagli.

Il Capitano Ultimo non è più a rischio: revoca della scorta?

In questi ultimi mesi ha avuto luogo un’istruttoria per verificare se effettivamente il Capitano Ultimo fosse un soggetto a rischio. Ebbene, la conclusione di questa indagine è che per De Caprio non ci sarebbero particolari elementi di rischio: nessuna ipotesi di “pericolo” e nessuna “minaccia” che giustificano l’assegnazione di una scorta.

Neppure gli “episodi incendiari” citati nella sentenza del Tar del Lazio non sono riconducibili alla sua sicurezza personale: insomma, per lo Stato italiano dopo 26 anni dall’arresto di uno dei boss più pericolosi dell’intero panorama italiano - deceduto il 17 novembre del 2017 - non ci sarebbe più alcun pericolo per colui che ne ha guidato l’operazione.

Si ricorda che in questi anni sono state diversi i progetti di uccisione ai danni del Capitano Ultimo: come raccontato da alcuni collaboratori di giustizia - come il pentito Gioacchino La Barbera - il killer Leoluca Bagarella aveva offerto più di un miliardo di lire per avere informazioni precise sull’alloggio del colonnello.

Anche Salvatore Cangemi raccontò di un incontro, a cui prese parte anche il boss Bernardo Provenzano, finalizzato alla definizione di un piano per il rapimento - e l’assassinio - del Capitano Ultimo.

Che dopo tutti questi anni la mafia abbia rinunciato definitivamente al piano di uccidere il Capitano Ultimo? Secondo la Commissione Centrale Consultiva per l’adozione delle misure di protezione personale sì, tant’è che ad oggi non sussiste alcun elemento di preoccupazione per l’incolumità del colonnello De Caprio.

Il Capitano Ultimo: “La mafia quindi non esiste?

Molto provocatorio il commento del Capitano Ultimo riguardo alla decisione di revocargli la scorta. Questo, ha risposto in maniera provocatoria dicendo che probabilmente si crede che la “mafia non ci sia più e che sia stato tutto un gioco”; secondo il Capitano, infatti, fino a quando esisterà la mafia la sua vita sarà in pericolo.

E poi ha concluso: “Via la tutela al Capitano Ultimo, in fondo se l’è cercata”, interrogandosi anche sul senso di “fare altre indagini” dal momento che la mafia non sembra - almeno per coloro che stanno prendendo la decisione di togliergli la scorta - esistere più.

Capitano Ultimo, la petizione per il reintegro della scorta

Dopo il servizio della trasmissione di Italia 1 Le Iene, firmato da Giulio Golia, è stata (ri)lanciata una petizione su Change.org per il reintegro immediato della scorta al Capitano Ultimo.

Dopo poche ore, la petizione online ha raggiunto le 70.000 firme.

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# Mafia

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