Cannabis nel cibo, limiti di thc consentiti per alimenti e bevande dal Ministero della Salute

Isabella Policarpio

17/01/2020

17/01/2020 - 12:46

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Cannabis a tavola, pubblicati in Gazzetta Ufficiale i limiti consentiti di thc per gli alimenti e le bevande che derivano dalla canapa. Per Coldiretti si tratta di una svolta.

Cannabis nel cibo, limiti  di thc consentiti per alimenti e bevande dal Ministero della Salute

I prodotti agroalimentari a base di cannabis sono tantissimi, birre, biscotti, farine, infusi e la filiera è in grande espansione. Adesso la cannabis è stata regolamentata anche a tavola: in Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio 2020 è stato pubblicato il provvedimento del Ministero della Salute contenente i limiti massimi consentiti di thc per semi di canapa, farina, olio e integratori che servono a produrre una lunga lista di alimenti, torte, taralli e persino formaggi.

Un intervento necessario a porre fine alla confusione su questo tema, anche perché i prodotti alimentari a base di cannabis sono molto apprezzati dai consumatori e non solo. Infatti per la Coldiretti di tratta di una grande opportunità che ha permesso e permetterà in futuro di riscoprire e intensificare la coltivazione della canapa. Basti pensare che in pochi anni, da 2013 al 2018, gli ettari di terreno dedicati alla coltivazione della cannabis a scopi alimentari sono passati da 400 a 4.000.

Il decreto del Ministero della Salute riporta i limiti di thc consentiti per ogni tipologia di prodotto e potrà essere aggiornata ogni volta che ci sarà un nuovo ritrovato a base di canapa.

Cannabis nel cibo: ecco i limiti di thc consentiti dal Ministero

Grande novità in Gazzetta Ufficiale per tutti gli amanti di cibo e bevande a base di cannabis, dopo anni di incertezze il Ministero della Salute si è deciso a compilare una lista con i limiti di thc per i prodotti ottenuti dalla lavorazione della canapa.

Olio, farina, infusi, formaggi, birra, torte, biscotti e taralli a base di cannabis potranno essere finalmente regolamentati con grande entusiasmo da parte dei venditori e soprattutto dei produttori di canapa, coltivazione che negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo notevole e che, grazie al decreto, potrebbe aumentare la sua espansione. Infatti un simile intervento è atteso dal 2016, data in cui il Governo ha autorizzato la coltivazione della cannabis a scopi agroalimentari, senza però stabilire i limiti consentiti di thc negli alimenti derivati.

Nel decreto del Ministero della Salute, qui allegato, viene stabilito che il limite permesso di thc è di 2 milligrammi per kg nei semi di canapa, nella farina e negli integratori a base di canapa, mentre nell’olio ottenuto dalla spremitura dei semi il limite sale a 5 milligrammi al kg.

Soddisfazione da parte dei deputati del Movimento 5 stelle che invitano il Ministero ad intervenire ancora e al più presto per armonizzare la normativa italiana con quella europea.

Gazzetta Ufficiale, serie generale, 15/01/2020
Definizione di livelli massimi di tetraidrocannabinolo (THC) negli alimenti.

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