Cambio euro-dollaro in ribasso sui risultati delle vendite al dettaglio USA lievemente sopra le attese. Il arrivo il test a 1.1171?
Il cambio euro-dollaro reagisce alla pubblicazione delle vendite al dettaglio degli Stati Uniti.
In attesa del risultato dell’indice delle vendite al dettaglio USA, il cambio euro-dollaro è sceso sotto area 1.13 sulla scia della conclusione dei ribassi sulle borse europee.
Alla pubblicazione dei risultati delle vendite al dettaglio - deboli ma al di sopra delle aspettative - il cambio euro-dollaro registra una lieve discesa di circa 40 pips.
Cambio euro-dollaro in ribasso dopo le vendite al dettaglio
Il cambio euro-dollaro è scambiato poco dopo la pubblicazione delle vendite al dettaglio a 1.1237.
Il supporto individuato più vicino in zona 1.1265-1.1262 (il minimo intraday e la media mobile a 100 ore) è stato rotto subito sul cambio euro-dollaro pochi istanti dopo la pubblicazione del market, sotto al quale l’euro-dollaro ha proseguito le perdite verso 1.1236 (il ritracciamento del 38.2% dai minimi di marzo ai massimi di agosto).
Un’ulteriore discesa potrebbe portare il cambio euro-dollaro a rompere i livelli della media mobile a 200 ore a quota 1.1171.
Le vendite al dettaglio, come pubblicato sul Calendario Economico, sono aumentare dello 0.2% a gennaio, lo stesso risultato atteso dagli economisti, contro il risultato negativo di dicembre a -0.1%.
Le vendite al dettaglio versione core - che si avvicinano di più alla componente della spesa calcolata all’interno del PIL - sono aumentate dello 0.1%, in recupero dal -0.1% di dicembre.
L’indice delle vendite al dettaglio è il secondo market mover statunitense più importante per il cambio euro-dollaro, subito dopo i non farm payrolls, ed è l’indicatore principale della spesa dei consumatori che guida circa il 70% dell’economia.
Vendite al dettaglio USA in rialzo nel 2016
Mercoledì, la National Retail Federation ha pubblicato delle nuove previsioni secondo cui le vendite aumenteranno del 3.1% nel 2016, in rialzo dalla media di 10 anni del 2.7%.
La previsione rialzista si basa per lo più sulla crescita delle assunzioni e dei salari e il ribasso del prezzo del petrolio.
La qualità di "bene rifugio" dell’Euro potrebbe comportante una correzione o un’ondata di prese di profitto nel caso in cui le vendite al dettaglio siano in linea o più altre delle aspettative.
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