Cambiamento climatico: cosa vogliono i negazionisti?

Erasmo Venosi

3 Ottobre 2019 - 12:10

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Cambiamento climatico: la lettera degli scienziati negazionisti che spera di creare dubbi

Cambiamento climatico: cosa vogliono i negazionisti?

Una campagna pianificata di disinformazione sul clima. Un documento denominato ’Non c’è emergenza climatica’. La tesi sui cambiamenti climatici “Comportamento ciclico del sistema climatico” e che non vi è «nessuna prova» che l’anidride carbonica è una delle principali cause del riscaldamento globale.

L’altro scopo dichiarato è quello di opporsi all’obiettivo della Unione Europea di avere una quantità di emissioni al 2050 pari agli assorbimenti operati da boschi, foreste e suolo.

Obiettivo bloccato al Consiglio europeo di giugno da Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Estonia praticamente i paesi del Visegrad che generano l’80% della loro energia dal carbone. L’obiettivo sarà ridiscusso nella riunione del Consiglio europeo di questo mese.

I negazionisti del cambiamento climatico

L’offensiva di questi sedicenti esperti sul clima è la reazione al movimento attivato da Greta Thunberg, diventata popolarissima e, diciamola tutta, stimolato una risposta dei giovani di tutto il mondo costringendo i media a interessarsi dei cambiamenti cimatici e dei preoccupanti effetti che genera.

Una campagna questa dei negazionisti, che mira ad attenuare gli effetti prodotti da Greta ma aggiungo soprattutto dal rapporto speciale di IPCC di ottobre 2017 dl titolo “Riscaldamento globale di 1,5°C” e aggiungo dl Nobel a William Nardhaus per essere stato il primo economista a tener conto dei costi dei cambiamenti climatici nei modelli macroeconomici.

Uno studio fatto ad Harvard ha dimostrato come la Exxon ha usato il New York Times per distruggere la fiducia del cittadino sui cambiamenti climatici. Studio coordinato da Geoffrey Supran, un ricercatore associato all’Università di Harvard, che in marzo di questo anno ha testimoniato al Parlamento Europeo su come la Exxon Mobil operasse per la negazione delle scienze del clima.

La lettera degli scienziati, dove quelli sul clima sono una manciata, sperano di creare dubbi e fare da sponda ai giornali di destra e soprattutto verso creduloni e ignari giornalisti.

La Climate Intelligence Foundation

La campagna è guidata da un nuovo gruppo olandese che ha come obiettivo la negazione delle scienze del clima. Il suo nome è Climate Intelligence Foundation (CLINTEL) e guarda caso è nato in aprile con il finanziamento di tal Niek Sandmann, un miliardario immobiliarista. L’altro fondatore è un professore della facoltà d’ingegneria, Guus Berkhout, che ha lavorato alla Shell. Ha anche creato un Consorzio di nome Delphi 30 anni fa per sviluppare nuovi metodi di esplorazione per l’industria petrolifera e del gas.

Tra i 500 uno solo è un autorevole climatologo. Si chiama Richard Lindzen. “Faceva ricerca al MIT di Boston con i finanziamenti delle industrie del carbone” (Coyaud). Questi scienziati negazionisti dovevano presentare una petizione da far conoscere al pubblico in conferenze stampa da tenersi a Bruxelles, Roma e Oslo prima del Summit sul clima di fine settembre. Non hanno fatto nulla!

Questi sono i nomi dei 13 firmatari più autorevoli, autoproclamatisi ambasciatori alle Nazioni Unite. Professor Richard Lindzen, già Distinguished Senior Fellow presso il Cato Institute (USA), Viv Forbes, presidente della Carbon Sense Coalition (Australia), il Professor Fritz Vahrenholt, relatore presso l’Istituto europeo per il clima e l’energia (Germania), Professor Jeffrey Foss, collaboratore del Centro di frontiera per le politiche pubbliche (Canada), Jim O’Brien, presidente e co-fondatore dell’Irish Climate Science Forum (Irlanda), Terence Dunleavy, presidente fondatore della Coalizione internazionale per la scienza del clima (Nuova Zelanda).

Tra i firmatari, solo pochi hanno una formazione in scienze del clima, la maggior parte invece sono scrittori, ingegneri e geologi senza alcuna competenza diretta nel settore climatico. I firmatari “ ambasciatori” che rappresentano i più autorevoli? La prima firma Professor Guus Berkhout, 79 anni, ex dirigente della Shell, ex professore di geologia.

Lindzen lo abbiamo già citato. Il canadese Reynald Du Berger, 80enne, ex professore di sismologia. Odia gli ambientalisti. Lo svedese Professor Ingemar Nordin, 70 anni, ex professore di filosofia. Il neozelandese giornalista Terry Dunleavy, fondatore della associazione olio, gas e carbone.

L’ing. Jim O’Brien, lobbysta a favore delle fonti fossili. L’australiano Ing Forbes, presidente della Carbon Sense Coalition, l’italiano prof. Prestininzi geologo ed e già componente del Comitato Scientifico per il Ponte sullo Stretto. Il canadese prof. di filosofia Jeffrey Foss autore di libri contro gli ambientalisti.

Un prof francese di matematica Rittaud. Un biologo consulente dello Heartland Big Oil & Coal Institute. Un prof di chimica, Fritz Vahrenholt, ex dirigente della Shell e di altri produttori di energia. Un ingegnere belga Lemeire.

Aggiungo che furono 26.800 le firme di ricercatori e scienziati in appoggio al movimento dei giovani e pubblicate sulla prestigiosa Science e tantissime su Scientists for Future.

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