Bper ma non solo: le prossime banche che si trasformeranno in spa

Antonio Atte

28/09/2016

28/09/2016 - 09:48

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Bper ma non solo: ecco le prossime popolari destinate a trasformarsi in spa, come vuole la riforma approvata nel 2015.

Bper ma non solo: le prossime banche che si trasformeranno in spa

Con la cosiddetta riforma delle popolari, varata dal governo Renzi nel 2015, fu imposto alle banche con un patrimonio superiore agli otto miliardi di euro di trasformarsi in spa entro 18 mesi. Alcuni istituti hanno già portato al termine l’operazione, altri devono ancora adeguarsi.

Tra questi c’è la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, la quale potrebbe convocare i propri soci il 19 o il 26 novembre per votare la trasformazione. Bper al momento sta limando il nuovo statuto e lavorando all’assetto della futura governance.

Come riportato da Milano Finanza, gli imprenditori si sono già riuniti in una prima associazione di azionisti che detiene il 4,42% del capitale sociale, ovvero la ravennate Valori e Valore di Giorgio Pulazza. Poi ci sarebbe un secondo gruppo di Bologna (che farebbe capo ad Alberto Vacchi e Alberto Marchesini), oltre alle fondazioni legate al territorio.

L’altra banca in procinto di cambiare pelle e diventare spa è il Credito Valtellinese, la cui assemblea straordinaria si terrà il 28 ottobre.

Bper e la questione good bank

In merito alla questione good bank, Bper ad oggi si è fatta avanti per la sola Banca Etruria, avanzando un’offerta non vincolante. La partita comunque vede Ubi Banca in vantaggio. L’istituto guidato da Victor Massiah è interessato a rilevare tre delle quattro banche salvate nel novembre del 2015 (Banca Marche, CariChieti ed Etruria).

Nel caso in cui l’operazione non dovesse andare in porto, Bper potrebbe concentrarsi sul Veneto, come ha lasciato intendere qualche mese fa l’ad dell’istituto modenese Alessandro Vandelli. Senza contare poi possibili sinergie con UnipolSai, che ha recentemente acquisito quasi il 2% di Bper.

Al momento il titolo Bper si muove in territorio positivo a Piazza Affari guadagnando 2,55 punti percentuali a quota 3,222 euro per azione, mentre ieri ha chiuso a -1,57%.

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