BoT, CTz, BTp, CcTeu, BTp€i: Ecco caratteristiche e differenze dei Titoli di Stato

Maurizio Contini - Claudia Cervi

17 Giugno 2022 - 17:10

BoT, CTz, BTp, CcTeu, BTp€i: quali sono le principali differenze tra questa tipologia di titoli obbligazionari? Vediamo insieme cosa sono, come funzionano e le caratteristiche di ogni tipo.

BoT, CTz, BTp, CcTeu, BTp€i: Ecco caratteristiche e differenze dei Titoli di Stato

BoT, CTz, BTp, CcTeu, BTp€i sono le sigle dei titoli obbligazionari italiani. Per molti possono essere un vero e proprio rebus, ma per investire nel mercato delle obbligazioni si devono conoscere.
I buoni del Tesoro sono infatti un buon investimento, per far fruttare i propri risparmi.

Esistono però differenti tipologie di buoni del Tesoro, ciascuno con delle caratteristiche specifiche e con delle precise modalità di funzionamento. Di seguito vedremo nel dettaglio le varie tipologie e come funzionano questi strumenti finanziari.

I titoli di Stato sono titoli obbligazionari pubblici emessi per rispondere alla necessità dello Stato di finanziare il proprio debito.
Il debito pubblico infatti, non solo quello italiano, viene finanziato mediante investimenti dei privati che comprano obbligazioni e con le tasse dei contribuenti.

I titoli di Stato rappresentano una quota compresa tra l’80% e il 90% del totale del mercato obbligazionario italiano. Possono inoltre essere un buon modo di investire, dal momento che permettono di avere anche buoni guadagni.

Titoli di Stato: definizione e caratteristiche

I titoli di Stato, come abbiamo già accennato, sono le obbligazioni che un Paese emette per finanziare il suo debito pubblico. Grazie ai soldi che i trader investono in questo campo lo Stato riesce quindi a finanziare le sue spese pubbliche e a non dover chiedere maggiori tasse ai cittadini.

Le differenze tra BTp riguardano molti fattori e prima di tutto la durata dei titoli obbligazionari emessi dallo Stato in questione. I BTp possono infatti avere durata dai 3 ai 30 anni, in base al tipo di sottoscrizione che si è scelta di fare.

I titoli di Stato si possono inoltre distinguere in:

  • titoli di mercato monetario, ovvero quelli con durata inferiore ai 12 mesi;
  • titoli obbligazionari, ovvero titoli con durata superiore a 12 mesi.

Altra distinzione può essere fatta sulla base del reddito:

  • i titoli a reddito fisso, per i quali il livello della cedola e del prezzo di rimborso a scadenza sono predeterminati;
  • i titoli con reddito indicizzato per i quali il livello della cedola e/o l’ammontare del capitale rimborsato a scadenza sono calcolati in funzione dell’andamento di parametri esterni.

Titoli di Stato: tabella comparativa

Di seguito un tabella illustra in sintesi i principali titoli di Stato italiani.

Titolo Mercato Scadenza Cedola Periodicità cedola Taglio minimo Collocamento
BoT monetario 3,6 o 12 mesi assente (zero coupon) assente 1.000euro asta competitiva
CTz MOT obb. 18,24 mesi assente assente 1.000euro asta marginale
BTp MOT obbligazionario 3,5,7,10,15,20,30 e 50 anni fissa semestrale 1.000euro asta marginale
CcTeu MOT obb. 3,7 anni indicizzati al tasso Euribor 6 mesi semestrale 1.000euro asta marginale
BTp€i MOT obb. da 18 mesi a 3,5,7,10,15,20e 30 anni indicizzata all’inflazione europea IPCA semestrale 1.000euro asta marginale
BTpItalia MOT obb. da 4 a 10 anni indicizzata all’inflazione italiana semestrale 1.000euro asta marginale

Grazie alla tabella sopra riportata potete vedere tutte le tipologie di titoli emesso dallo Stato italiano.

Quanto si può guadagnare con i Titoli di Stato?

I Titoli di Stato sono strumenti di investimento molto amati dai risparmiatori italiani, specie in tempi passati quando i rendimenti erano piuttosto alti. Senza ricordare i tassi di remunerazione degli anni ’90, quando ancora non c’era l’euro, nel bel mezzo della crisi finanziaria degli anni 2008-2012 il BTP decennale arrivò al 7,057% (novembre 2011).

Rendimenti più alti corrispondono naturalmente all’assunzione di un rischio maggiore da parte degli investitori.

Un rischio che diventa reale nel caso in cui lo Stato che ha emesso il titolo fallisce.
Tuttavia i Titoli di Stato sono considerati tra gli investimenti più sicuri, dal momento che è difficile che lo Stato fallisca: nel passato più recente ci sono state delle eccezioni come il caso della Grecia, dell’Islanda o della Turchia. Ma si tratta di casi particolari in contesti estremi.

Fintanto che lo Stato garantisce la copertura delle sue obbligazioni, in altre parole, paga le cedole periodiche e rimborsa il valore a scadenza, gli investitori ricevono un rendimento.

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