Andamento decisamente positivo per il titolo Eni alla luce degli utili del 2014 e della proposta sui dividendi da assegnare; risultati da record nonostante il mercato sfavorevole.
Seduta particolarmente positiva a Piazza Affari con un indice FTSE Mib che segna un aumento di oltre l’1,5% che fa di Milano la borsa europea con il migliore andamento, in un contesto europeo contrassegnato dal generale ottimismo per la risoluzione della trattativa greca.
Oltre ai bancari, risulta in evidente rialzo il titolo di Eni (attualmente a 16,16 euro con variazione del +2.80 - rilevazione delle 14.35) contrassegnato da forti guadagni alla luce dei risultati conseguiti nel 2014; bene anche Saipem.
Per quanto riguarda i risultati relativi al 2014 Eni ha chiuso il quarto trimestre 2014 con un utile netto adjusted (senza le componenti straordinarie) di 0,464 miliardi di euro, mentre per quanto riguarda l’intero anno l’utile netto adjusted è pari a 3,71 miliardi. Si tratta di risultati in chiara contrazione rispetto a quelli conseguiti nel 2014, il risultato trimestrale segna infatti una contrazione del 64% mentre quello annuale una contrazione del 16%, tuttavia tale contrazione va imputata in massima parte al calo del prezzo del petrolio avvenuto nel quarto trimestre del 2014, quando il Brent ha perso il 30,2% del suo valore. Il quarto trimestre 2014 si chiude per Eni con una perdita di 2,34 miliardi.
Anche se i numeri sono leggermente al di sotto degli stime degli analisti, occorre rilevare che Eni ha ottenuto eccellenti risultati e una generazione di cassa record negli ultimi sei anni, dal momento che il cash flow operativo del quarto trimestre 2014 è pari 5,37 miliardi (+69%) e quello relativo all’intero 2014 ammonta a 15,09 miliardi (+37%). Proprio per questo il CdA di Eni proporrà all’assemblea degli azionisti un dividendo di 1,12 euro per azione, contro quello di 1,10 euro distribuito nel 2013. Per quanto riguarda il dividendo 2014, occorre ricordare che 0,56 euro sono già stati distribuiti nel settembre 2014 a titolo di acconto mentre altri 0,56 euro per azione saranno distribuiti, a titolo di saldo, con la cedola del maggio 2015 che andrà in pagamento a partire dal 20 dello stesso mese.
Nonostante la contrazione dei risultati economici, rispetto al 2013, quello di Eni è stato un anno particolarmente positivo anche nella produzione di idrocarburi che ammonta a a 1,648 milioni di barili al giorno, con una crescita del 6,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le vendite di gas naturale sono, invece, scese a 23,7 miliardi di metri cubi segnando una diminuzione del 7,3%, dovuta anche in questo caso a un generalizzato calo della domanda.
A commento dei risultati ottenuti da Eni l’Ad Claudio Descalzi ha dichiarato che
"Nel quarto trimestre, in presenza di un contesto di mercato sfavorevole, Eni ha ottenuto eccellenti risultati ed una generazione di cassa record negli ultimi sei anni (...) I motivi principali di tale performance sono stati l’elevato valore della produzione upstream e l’accelerazione della ristrutturazione dei business mid-downstream. Sono inoltre proseguite le iniziative, avviate nel maggio 2014, di ribilanciamento del portafoglio di gruppo, di focalizzazione sulle attività core upstream ulteriormente rafforzate dai continui successi esplorativi e da una costante crescita organica delle riserve certe, e di ricerca di un maggior livello di efficienza"
Per quanto riguarda invece le stime relative al 2015, Eni ha previsto che la produzione di idrocarburi crescerà rispetto a quella ottenuta nel 2014, grazie all’avvio di nuovi giacimenti e alla piena produzione di quelli già avviati lo scorso anno in Angola, Congo, Regno Unito, Stati Uniti e Norvegia.
Sulle vendite di gas viene stimata una sostanziale stabilità rispetto allo scorso anno, presupponendo una sostanziale stabililità climatica e al netto della vendita degli
asset in Germania.
Per quanto riguarda le azioni industriali, il management di Eni prevede, per il prossimo anno iniziative di ottimizzazione e riprogrammazione dei progetti d’investimento; ciò dovrebbe portare a una riduzione della spesa rispetto a quello sostenut nel 2014, tali azioni, pur necessarie dato l’abbassamento del prezzo del petrolio, avranno un impatto limitato sui piani di crescita a medio termine.
© RIPRODUZIONE RISERVATA